La lotta all’utilizzo del denaro contante cui ha dato il via il governo di Giuseppe Conte verrà portata avanti anche dal governo di Mario Draghi anche se tramite l’utilizzo di provvedimenti alquanto differenti da quelli che abbiamo visto fino ad oggi.
Il Cashback di Stato, e con esso il Super Cashback sono stati sospesi, ed abbiamo recentemente appreso che la stessa Lotteria degli Scontrini potrebbe avere la stessa sorte. In compenso però il nuovo esecutivo ha già pensato a delle misure alternative da mettere in campo per portare avanti questa battaglia contro l’uso del contante nel dichiarato intento di ridurre il fenomeno dell’evasione fiscale.
Le nuove misure sono sostanzialmente due: una è il bonus Pos, che non è esattamente una novità ma il governo ha deciso di potenziarlo facendolo passare dal 30% al 100%. L’altra misura è un credito d’imposta per gli esercenti, ma in realtà si tratta di due crediti d’imposta che funzionano in maniera leggermente diversa.
Il governo Draghi segue la strada della lotta al contante
Non era solo il governo di Giuseppe Conte a ritenere necessario disincentivare l’utilizzo del denaro contante e dirottare così un sempre maggior numero di transazioni su metodi di pagamento elettronici e tracciabili.
Fu il governo di Mario Monti, per primo, a ridurre il tetto per l’uso del contante con un provvedimento che il governo Renzi ha poi provveduto a smantellare. A ripristinare lo status quo ci ha pensato poi Giuseppe Conte nel corso del suo secondo esecutivo, quello sostenuto da M5s, Pd e LeU.
Il governo di Mario Draghi non effettuerà, a quanto pare, alcun cambio di rotta in tal senso, e anzi continuerà ad incentivare i pagamenti elettronici intervenendo in particolare su due aspetti:
- riduzione dei costi che gli esercenti sostengono ogni volta che ricevono pagamenti attraverso carte di pagamento e bancomat
- incentivi a dotarsi di POS ed altri dispostivi in grado di consentire un’ampia diffusione della pratica del pagamento elettronico.
Per agire contemporaneamente su questi due fronti l’attuale esecutivo ha quindi istituito con il decreto Fisco e Lavoro tre bonus:
- il bonus Pos, che permette all’esercente di recuperare il 100% (invece del 30%) sulle commissioni pagate con ogni transazione effettuata
- un primo credito d’imposta con tetto massimo previsto di 160 euro riconosciuto dal 70% al 10% sulla base di ricavi e compensi a chi acquista o noleggia il POS fino al 30 giugno 2022
- un secondo credito d’imposta, destinato sempre agli esercenti, questa volta con tetto massimo di 320 euro e percentuali che variano dal minimo del 40 al massimo del 100% a seconda di ricavi o compensi. Questo viene destinato a chi installa mezzi di memorizzazione e conservazione dei corrispettivi e sarà disponibile a partire dal 2022.
Come possiamo facilmente notare i nuovi incentivi non sono diretti solo ad incentivare i pagamenti elettronici, in questo caso riducendo o azzerando i costi delle commissioni, ma anche ad incentivare l’utilizzo del POS da parte degli esercenti, che vengono agevolati anche nel caso in cui si tratti non di acquisto ma solo di leasing.
Il programma Cashback ripartirà nel 2022?
Sia il Cashback di Stato che il Supercashback sono stati sospesi a partire dal 1° luglio 2021. Lo stop quindi non riguarda solo il rimborso del 10% degli importi spesi fino ad un massimo di 150 euro, ma anche i 100 mila premi da 1.500 euro destinati ai contribuenti che hanno effettuato il maggior numero di transazioni nel giro dei primi sei mesi del 2021.
Con il Dl Fisco e Lavoro il Cashback nel suo insieme viene temporaneamente sospeso, vale a dire che non se ne farà nulla almeno fino alla fine del 2021. Ancora però non è possibile affermare con certezza che la misura introdotta dal governo Conte sia definitivamente messa da parte, visto che, trattandosi solo di una sospensione, potrebbe ripartire con l’anno nuovo.
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