Il 16 giugno scadevano i termini per il pagamento dell’acconto IMU 2021, ed oltre 25 milioni di contribuenti erano chiamati a pagare la prima rata sull’Imposta Municipale Unica, per un totale incasso per le casse comunali di circa 9,5 miliardi di euro.

Ma cosa succede a chi ha dimenticato di rispettare questa scadenza oppure si è trovato sprovvisto delle risorse necessarie per versare quanto dovuto? Chi non ha pagato entro il 16 giugno può ancora regolarizzare la propria posizione attraverso il cosiddetto ravvedimento operoso.

I contribuenti che si trovano nelle condizioni di dover regolarizzare il tardivo oppure omesso versamento della prima rata IMU possono pagare quanto dovuto attraverso il ravvedimento operoso che prevede la riduzione della sanzione ordinaria pari al 30% dell’importo.

IMU 2021 le novità sul ravvedimento operoso

Prima di tutto ricordiamo che con la Legge di Bilancio 2020 si è estesa la possibilità di ricorrere al ravvedimento lungo anche nel caso di mancato pagamento dell’IMU. In questo caso lo sconto è previsto anche nel caso in cui la regolarizzazione della posizione del contribuente avvenga dopo il termine di un anno dalla violazione.

Quanto deve pagare quindi chi non versa l’acconto IMU entro la scadenza del 16 giugno? L’importo della sanzione nel caso di omesso, tardivo o insufficiente versamento dell’IMU è pari al 30% dell’importo dell’imposta, ma con il ravvedimento operoso la sanzione viene ridotta.

Se alla scadenza del 16 giugno il pagamento dell’IMU non è ancora avvenuto allora l’unico modo per non incorrere nella suddetta sanzione è il ravvedimento operoso. Le regole sono le stesse che troviamo nell’articolo 13, comma 1 del decreto legislativo n. 471 del 1997, vale a dire la normativa che disciplina l’istituto del ravvedimento operoso appunto.

L’importo della sanzione dipende dall’entità del ritardo nell’effettuare il pagamento, pertanto avremo le seguenti possibilità:

  • Per ritardo nel pagamento fino a 14 giorni la sanzione prevista è del 15% dell’importo da versare, con riduzione della sanzione ad 1/15 per ciascun giorno e ulteriore riduzione al decimo. La sanzione ridotta è allo 0,1% per ogni giorno fino al 14° giorno, per il quale si applica la misura dell’1,4%
  • Se il ritardo è compreso tra 15 e 30 giorni la sanzione è del 15%, con riduzione ad 1/10 per ciascun giorno e ulteriore riduzione al decimo. La sanzione ridotta è all’1,5%
  • Con ritardo tra i 31 e i 90 giorni riduzione della sanzione ad 1/9 e sanzione ridotta all’1,67%
  • Con ritardo da 91 giorni a un anno la sanzione è del 30%, con riduzione a 1/8 e sanzione ridotta al 3,75%
  • Con pagamento entro 2 anni sanzione del 30%, riduzione della sanzione ad 1/7 e sanzione ridotta al 4,29%
  • Con pagamento dopo 2 anni sanzione del 30%, riduzione della sanzione ad 1/6 e sanzione ridotta al 5%.

Il mancato pagamento deve essere regolarizzato entro i primi 90 giorni dalla scadenza per ottenere i trattamenti meno onerosi. In questo caso infatti la sanzione viene di fatto dimezzata e poi tagliata ulteriormente per via delle specifiche disposizioni previste dal ravvedimento operoso.

Con il decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2020 la possibilità di ottenere il pagamento ridotto della sanzione attraverso il ravvedimento operoso è stata estesa proprio per spingere un maggior numero di contribuenti a scegliere spontaneamente di regolarizzare la propria posizione.

In quest’ottica si è quindi deciso di applicare questa possibilità anche in maniera retroattiva e in questo caso parliamo di ravvedimento operoso ultrannuale. I contribuenti che non hanno pagato l’IMU entro termini avranno quindi la possibilità di mettersi in regola anche dopo il termine di presentazione della dichiarazione IMU dell’anno di riferimento.

La possibilità è da ritenersi valida anche per i ritardi relativi al pagamento della “vecchia” IMU e alla TASI, che ormai è stata soppressa e inglobata appunto nell’IMU. Per beneficiare della riduzione della sanzione previste nell’ambito del ravvedimento operoso è necessario compilare il modello F24.

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