In questi giorni si parla spesso del costo dei prelievi di contanti dagli sportelli ATM e di come le banche cercano di sfuggire alle spese legate alla gestione dei bancomat, in alcuni casi rinunciando del tutto ad offrire questo tipo di servizio ai propri correntisti.

È il caso di banca ING, che sembra aver deciso di chiudere tutti i propri sportelli bancomat lasciando che i clienti che intendono prelevare denaro contante si rivolgano agli ATM delle filiali di altri istituti di credito.

Se da una parte però abbiamo alcuen banche che stanno sposando questa ‘filosofia’ dall’altra ci sono delle novità che vanno in una direzione completamente diversa all’orizzonte.

Infatti la decisione di alcuni istituti di credito di chiudere i propri sportelli bancomat non può che comportare per tutti i loro clienti dei costi maggiori per prelevare contanti in quanto si dovranno pagare le commissioni che vengono addebitate per ogni prelievo dalle altre filiali ai non clienti.

Tuttavia invece che verso un generale aumento dei costi di prelievo agli sportelli bancomat si potrebbe andare verso una riduzione degli stessi, finanche alla cancellazione delle commissioni che vengono addebitate oggi.

Stando a quanto riportato da Il Giornale, “secondo le nuove regole la commissione sarebbe resa nota al titolare della carta prima dell’autorizzazione all’operazione di prelievo”. Questo dovrebbe portare ad una eliminazione delle commissioni interbancarie che vengono addebitate al cliente all’atto di prelevare denaro cash dagli sportelli automatici ATM.

Dalla società Bancomat starebbe infatti arrivando un’accelerata per quel che riguarda anche i prelievi di denaro da fare direttamente nei pubblici esercizi come avviene già in altri Paesi del mondo. Questo dovrebbe permettere a Bancomat di rafforzare la sua posizione sul mercato, peraltro già molto solida, in quanto circa l’80% delle operazioni di prelievo contanti si affidano alla sua infrastruttura.

Oggi fanno parte del consorzio Bancomat 125 azionisti che hanno interesse nel portare avanti una strategia di acquisizioni in Italia dopo la conclusione degli accordi commerciali sia con Banca Sella che con PostePay.

Si va verso la possibilità di prelevare contanti negli esercizi commerciali

In questi ultimi tempi si sta lavorando sul progetto di rendere possibile i prelievi di denaro contante direttamente nei negozi. Si tratta di un servizio che negli Stati Uniti è già ampiamente diffuso. Si deve anche tener conto del fatto che negli States ci sono pochi ATM di banche attivi e questa presenza tutt’altro che capillare sul territorio viene compensata da sportelli automatici gestiti da società private.

I prelievi di contanti nei negozi però, quantomeno negli Stati Uniti, comporta spesso il pagamento di commissioni tutt’altro che vantaggiose per il titolare della carta.

Nel mese di dicembre è anche intervenuta l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, annunciando una liberalizzazione delle commissioni sul prelievo con l’intento di portare ad una progressiva eliminazione della commissione interbancaria.

Il motivo è da ricercarsi nel fatto che alle banche non conviene sostenere i costi di gestione legati alla presenza degli sportelli automatici. Nella stragrande maggioranza dei casi infatti, si parla del 75% circa, i prelievi sono effettuati da clienti della banca, e quindi sono a costo zero per l’utente. Questo vuol dire che tali operazioni rappresentano appunto per il 75% circa, solo un costo aggiuntivo per l’istituto di credito.

Il restante 25% si rivolge ad altre banche, e così facendo paga effettivamente una commissione sul prelievo che varia in base ai casi. Anche qui però una parte della commissione va all’istituto che gestisce l’Atm che incassa una quota fissa di 49 centesimi per ogni prelievo di contanti.

Intanto la strada imboccata sembra essere quella che porta all’abolizione della commissione interbancaria e il pagamento della commissione applicata al prelievo da parte del titolare della carta, direttamente alla banca che offre al pubblico il servizio dello sportello automatico.

Ora tocca all’Autortà Garante della Concorrenza e del Mercato il compito di valutare “se le nuove regole di circuito possano configurare un’intesa suscettibile di restringere o falsare la concorrenza nel mercato comune, ai sensi dell’articolo 101 del Tfue (Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea)”.

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