Per aver diritto alle pensione di vecchiaia non si devono necessariamente raggiungere i 20 anni di contributi versati, anzi possono bastarne persino solo 5 ma è chiaro che questo comporta un innalzamento anche piuttosto marcato dell’età per andare in pensione. Ma cominciamo dall’inizio.
Per andare in pensione, una volta che Quota 100 verrà definitivamente messa da parte, quindi a partire dal mese di gennaio 2022, sarà necessario raggiungere un’età anagrafica di 67 anni e il requisito contributivo dei 20 anni di contributi versati.
In alcuni casi però viene riconoscita la pensione alla stessa età anagrafica ma con 15 anni di contributi. In questo caso però si devono soddisfare alcuni requisiti indicati a tal proposito dalla Legge Amato del 1992. Ma cosa succede se non si raggiunge il requisito dei 15 anni di contributi? Esiste comunque la possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia, ed ora vedremo come.
Come fare per andare in pensione con meno di 15 anni di contributi versati
Su Money.it, per rispondere alla domanda, viene presentato il caso di una lavoratrice che ha così descritto la propria situazione lavorativa.
“Ho lavorato da giugno 1996 a dicembre 2009 presso un supermercato come banconista. Ho lavorato inizialmente a tempo pieno e successivamente ho richiesto il part time per curare meglio la famiglia, infatti nel mentre ho avuto 2 gravidanze a rischio per cui sono stata anche in malattia e ho usufruito poi dei diritti che mi spettavano”.
“il punto è questo: non avendo raggiunto i 20 anni di contributi necessari ai fini pensionistici, mi spetta qualcosa quando avrà l’età (ora ho 48 anni) o i contributi versati verranno persi?” è l’interrogativo che pone la lavoratrice.
La nota testata online spiega quindi che in alcuni casi la pensione spetta anche a chi ha maturato meno di 15 anni di contributi, ma in tal caso l’età pensionabile slitta a 71 anni. In questo caso si tratta di una pensione di vecchiaia contributiva che, pur richiedendo solo 5 anni di contributi è appannaggio solo dei lavoratori in possesso di specifici requisiti.
Dal momento che si tratta di una pensione contributiva, è necessario che tutti i contributi siano stati versati interamente nel sistema contributivo e che non sia stato versato alcun contributo nel sistema retributivo. In parole povere è necessario aver iniziato a versare i contributi a partire dal 1996 e non aver versato alcun contributo prima di quella data.
Nel caso specifico che abbiamo appena visto, quello della lavoratrice che ha iniziato a lavorare nel 1996, se non vi sono altri contributi versati prima di questa data, al compimento dei 71 anni di età avrà dirtto ad accedere alla pensione di vecchiaia calcolata secondo il sistema contributivo ed i suoi contributi versati, anche se pochi, non andranno perduti.
Viene però precisato che la pensione contributiva ottenuta in questo modo a 71 anni di età non sarà integrabile al trattamento minimo. Questo vuol dire che “qualsiasi cifra le spetterà come assegno di pensione sarà lasciata all’importo che spetta e non sarà aumentata a 515 euro mensili come avviene per le pensioni che ricadono nel sistema misto retributivo”.
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