L’arrivo dell’Assegno Universale Unico era previsto per il mese di luglio 2021, ma stando alle recenti dichiarazioni che arrivano da fonti dell’esecutivo guidato dall’ex presidente della Bce, la data finirà per essere posticipata di svariati mesi.

L’assegno Universale Unico, la cui funzione è quella di accorpare e sostituire tutti i vari bonus famiglia attualmente disponibili, non entrerà in vigore infatti al 1° luglio come inizialmente previsto, ma potrebbe partire invece da gennaio 2022.

La misura che introduce l’Assegno Universale Unico è stata approvata poco più di un mese fa, con l’approvazione del testo definitivo al Senato con 227 voti favorevoli, 4 astensioni e nessun voto contrario. Il 30 marzo 2021 infatti il Parlamento ha dato il via libera all’introduzione dell’assegno unico che verrà corrisposto mensilmente ad alcuni nuclei familiari in particolare.

L’assegno, il cui importo potrà raggiungere al massimo 250 euro a famiglia, doveva partire già tra due mesi esatti, ma la ministra per la Famiglia, Elena Bonetti, nei giorni scorsi ha specificato che la partenza a regime sarebbe stata a gennaio 2022.

“La misura completa (l’assegno unico e universale) la si sta costruendo per renderla poi a regime, e comprensiva delle detrazioni fiscali, che vengono a questo punto del tutto sorbite da gennaio 2022. Ma l’impegno del governo è quello dal 1° luglio 2021 di provvedere ad un inizio di questo percorso che renderà strutturale e definitivo l’assegno” ha spiegato infatti la ministra.

Il bonus rientra nel più ampio quadro di intervento del cosiddetto Family Act, ma per diventare realtà si dovrà attendere più del previsto. L’erogazione del sussidio sarà con ogni probabilità a carico dell’Inps ma a beneficiarne saranno solo le famiglie che risulteranno in possesso di tutti gli specifici requisiti previsti dal piano.

Cos’è l’Assegno Universale Unico e chi può riceverlo

Chi vorrà richiedere l’Assegno universale unico sarà tenuto a presentare l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE). La possibilità di ricevere l’assegno è legata alla composizione del nucleo familiare in quanto si tratta di un bonus erogato alle famiglie con figli. Per quel che riguarda l’importo invece questo dipende soprattutto dall’Isee.

Il calcolo si basa sulla considerazione che l’80% delle famiglie italiane ha un Isee inferiore a 30.000 euro. Si è deciso di fissare un principio che è quello di erogare un importo che si riduce con l’aumentare dell’Isee.

“L’assegno è universale, è per tutti e non c’è limite di reddito, ma la quantità sarà commisurata in base al reddito; tutti i figli prenderanno qualcosa, perché tutti i figli rappresentano un valore per la società, ma ovviamente dovremo sostenere i nuclei che sono più in difficoltà economica, quindi è ‘universale’ e ‘progressivo'” ha spiegato la ministra Elena Bonetti.

Con l’introduzione dell’assegno Unico decadono gli altri bonus familiari

Attualmente sono in vigore diversi bonus e incentivi alla natalità che dovrebbero offrire un sostegno economico alle famiglie con figli. Tutti questi bonus verranno soppressi con l’arrivo dell’Assegno Universale Unico che in qualche modo dovrebbe inglobarli e rimpiazzarli in un’ottica di semplificazione.

Tra i bonus attualmente in vigore, che con l’arrivo dell’assegno Unico finiranno per essere cancellati, ricordiamo l’Assegno di Natalità, meglio conosciuto come Bonus Bebè, così pure l’assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori e il premio alla nascita.

Il bonus Bebè come sappiamo è un beneficio che viene riconosciuto alle mamme per ogni nuovo figlio nato, che può essere richiesto fino al compimento del primo anno di età. Anche in questo caso è l’Inps a farsi carico dell’erogazione del bonus, e l’importo riconosciuto sarà diverso in base all’Isee familiare.

Per quanto riguarda invece l’assegno per nuclei con almeno tre figli minori, si tratta di un bonus riconosciuto a quei nuclei familiari in cui ci sono almeno tre figli di età inferiore ai 18 anni e viene riconosciuto dal Comune in cui la famiglia ha la residenza pur essendo poi di fatto erogato dall’Inps.

La norma specifica che si tratta di “un assegno, concesso dal Comune ma pagato dall’Inps, per le famiglie con almeno tre figli minori e che hanno patrimoni e redditi limitati. È necessario che nel nucleo familiare ci sia almeno un genitore e tre figli minori di anni 18 (compresi i figli minori del coniuge e i minori ricevuti in affidamento preadottivo). Il genitore e i tre minori devono far parte della stessa famiglia anagrafica. I minori non devono essere in affidamento presso terzi”.

Abbiamo anche menzionato, tra i bonus che verranno inglobati dall’Assegno Universale Unico, anche l’assegno alla nascita o all’adozione che prevede l’erogazione di un importo di 800 euro una tantum.

Questo bonus è anche conosciuto come bonus mamma domani, e viene anch’esso corrisposto dall’Inps. Viene riconosciuto per la nascita di un nuovo figlio, e per ricevere il bonus si deve presentare domanda a partire dal settimo mese di gravidanza entro e non oltre il compimento del primo anno di vita del nuovo nato.

Anche l’Assegno Unico e Universale potrà infatti essere percepito già a partire dal settimo mese di gravidanza, proprio perché la sua funzione dovrebbe essere quella di prendere il posto di tutte le misure a sostegno della natalità previste dal Family Act.

Tra i bonus che verranno soppressi con l’arrivo dell’Assegno Universale Unico troviamo anche l’assegno per il nucleo familiare e il fondo a sostegno della natalità, come ha recentemente confermato la stessa ministra per la Famiglia.

E con l’introduzione del nuovo bonus verrà meno anche la detrazione Irpef per figli a carico, che al momento prevede l’erogazione di 1.220 euro per un figlio di età inferiore a tre anni, importo che scende a 950 euro nel caso in cui l’età sia superiore a 3 anni. Gli importi della detrazione Irpef crescono poi di 200 euro per ciascun figlio ulteriore e nel caso di figli con disabilità gravi l’importo viene accresciuto di 400 euro.

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