Il decreto Sostegni bis messo a punto dal governo guidato da Mario Draghi prevede tra le varie misure a sostegno di imprese, lavoratori e famiglie, anche alcuni bonus destinati in modo specifico a coloro che si trovano, malgrado la drammatica situazione economica in cui versa il Paese, ad acquistare una nuova abitazione.
Il bonus in questione il cui finanziamento è previsto dal decreto Sostegni bis viene riconosciuto però solo nel caso in cui l’abitazione acquistata sia indicata come prima casa e consente di pagare imposte ridotte nell’ambito della compravendita immobiliare.
Per poter accedere a questo beneficio, come accade per la stragrande maggioranza delle agevolazioni introdotte specie in questi ultimi mesi all’indomani dell’esplosione dell’epidemia di Coronavirus, occorre essere in possesso di alcuni requisiti ben precisi.
Questi requisiti devono essere attestati mediante apposita dichiarazione che verrà opportunamente compilata, firmata e allegata alla documentazione da inserire nel rogito notarile di compravendita, e riguardano diversi aspetti, dalle tempistiche per il cambio di residenza dell’acquirente fino alla tipologia di abitazione oggetto del contratto di acquisto.
Il bonus prima casa viene indicato prima di tutto nel Documento di Economia e Finanza (Def) che è stato recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri, dove infatti leggiamo che “il decreto legge introdurrà nuove misure a favore dei giovani, ad esempio uno sgravio fiscale sull’accensione di nuovi mutui per l’acquisto della prima casa”.
Difatti il bonus trova spazio poi nella bozza del nuovo decreto Sostegni che dovrebbe di fatto introdurre questi nuovi incentivi riservati a chi acquista una nuova abitazione indicandola come abitazione principale.
Come funziona il bonus prima casa del decreto Sostegni bis
Lo scopo del bonus prima casa dovrebbe essere quello di incentivare all’acquisto di un immobile da adibire a prima casa attraverso l’applicazione di imposte ridotte sull’atto d’acquisto nel momento in cui si verificano determinate condizioni.
Si può usufruire quindi di queste agevolazioni solo quando l’immobile che si sta acquistando viene indicato come abitazione principale e nello specifico devono essere soddisfatte le seguenti condizioni:
- il fabbricato oggetto della compravendita deve appartenere a determinate categorie catastali ovvero A/2 (abitazioni di tipo civile), A/3 (abitazioni di tipo economico), A/4 (abitazioni di tipo popolare), A/5 (abitazioni di tipo ultra popolare), A/6 (abitazioni di tipo rurale), A/7 (abitazioni in villini), A/11 (abitazioni e alloggi tipici dei luoghi).
- il fabbricato interessato dalla compravendita deve essere situato nel territorio del Comune presso il quale l’acquirente ha la propria residenza o lavora
- l’acquirente deve risultare in possesso di alcuni specifici requisiti quali: non essere titolare di altro immobile nel territorio dello stesso Comune e non essere titolare su tutto il territorio nazionale di diritti di proprietà, uso, usufrutto, abitazione o nuda proprietà, su un altro immobile acquistato, anche dal coniuge, usufruendo delle agevolazioni per l’acquisto della prima casa.
Non sono pertanto ammesse le agevolazioni previste dal bonus prima casa nel caso di acquisto di abitazione appartenente alle seguenti categorie catastali:
- A/1: abitazioni di tipo signorile
- A/8: abitazioni in ville
- A/9: castelli e palazzi di eminenti pregi artistici e storici
Vengono riconosciuti benefici fiscali anche a coloro che hanno già usufruito delle agevolazioni per l’acquisto di un immobile come abitazione principale, a patto che questa abitazione venga messa in vendita entro un anno dal nuovo contratto di compravendita immobiliare.
Il bonus prima casa si associa al Fondo di garanzia per i mutui prima casa, gestito dalla Concessionaria servizi assicurativi pubblici (CONSAP S.p.A) e reso operativo nel 2015 con un protocollo d’intesa con l’Associazione bancaria italiana (ABI).
La Legge di Bilancio 2021 ha tra l’altro stanziato 10 miliardi di euro per questo fondo, ai quali si vanno ad aggiungere i finanziamenti previsti dal decreto Sostegni bis del governo Draghi. che andranno a confluire nel Fondo di garanzia per l’apertura dei mutui per l’acquisto della prima casa.
Quali sono le agevolazioni previste dal bonus prima casa del decreto Sostegni bis?
Abbiamo visto quali sono le condizioni ed i requisiti per poter accedere al bonus prima casa, ora vediamo quindi quali sono le agevolazioni fiscali che il bonus permette di ottenere. Con il bonus prima casa si ottengono i seguenti vantaggi:
- Imposta di registro al 2%: con il bonus prima casa chi acquista da un privato o da un’azienda che vende in esenzione Iva, invece di versare un’imposta di bollo del 9% verserà un’imposta del 2% soltanto sul valore catastale dell’immobile. Restano nella misura fissa di 50 euro invece sia l’imposta ipotecaria che l’imposta catastale.
- Iva al 4%: nel caso in cui l’atto di compravendita venga stipulato un privato cittadino ed un’impresa con vendita soggetta a Iva, l’acquirente dovrà versare l’imposta sul valore aggiunto, calcolata sul prezzo della cessione, pari al 4% invece che al 10%. In tal caso le imposte di registro, l’imposta catastale e l’imposta ipotecaria si pagano ciascuna nella quota fissa di 200 euro.
- Credito d’imposta: grazie al bonus prima casa i soggetti che vendono e riacquistano casa entro 12 mesi possono usufruire delle agevolazioni e quindi sottrarre l’imposta da pagare con quella già pagata per l’acquisto dell’abitazione precedente.
Quali sono i soggetti che possono beneficiare del bonus prima casa?
Possono ottenere il bonus prima casa tutti coloro che:
- non sono proprietari di abitazioni in tutto il territorio nazionale per l’acquisto delle quali sono già state utilizzate delle agevolazioni, a meno che l’immobile acquistato in precedenza non venga venduto entro 12 mesi
- non sono proprietari di un’altra abitazione situata nel territorio dello stesso Comune in cui si trova l’abitazione per la quale intendono beneficiare del bonus prima casa
- sono residenti nel Comune in cui si trova l’abitazione che si sta acquistando con le agevolazioni previste dal bonus, ovvero dimostrare che la propria sede di lavoro si trova nel medesimo territorio comunale
- trasferiranno la residenza nel Comune in cui si trova l’immobile che si sta acquistando con le agevolazioni entro i 18 mesi dal perfezionamento dell’atto di compravendita immobiliare
- non sono titolari di diritto d’uso, di usufrutto, o abitazione di altro immobile situato nel territorio del Comune nel quale si acquista l’immobile per il quale si fruisce del bonus prima casa.
Bonus prima casa: novità nel decreto Sostegni bis
Il bonus prima casa è pensato in particolare per quei giovani che intendono avviare un’esistenza indipendente dal nucleo familiare in cui sono cresciuti. Il passo fondamentale da compiere in questa prospettiva è quello di comprare un’abitazione da indicare come prima casa, ed è qui che interviene il bonus grazie al quale è possibile beneficiare di una riduzione della tassazione in caso di acquisto dell’abitazione principale.
Nella bozza del decreto Sostegni bis è previsto che i giovani di età inferiore a 36 anni possano beneficiare dell’esenzione dall’imposta di registro, ipotecaria e catastale, nel momento in cui acquistano la loro prima casa.
Nel caso di vendite soggette ad Iva invece viene riconosciuto un credito d’imposta dello stesso importo ma non è tutto, perché sono previste anche delle agevolazioni riguardanti l’accesso ai mutui per comprare la prima casa con la cancellazione dell’imposta sostitutiva.
Decreto Sostegni bis: taglio delle tasse sulla prima casa fino al 2022
Questa novità contenuta nella bozza del decreto Sostegni bis era stata già preannunciata con il Documento di Economia e Finanza, nel quale si prevedeva lo stanziamento di una parte dei 40 miliardi di euro per garantire ai giovani delle agevolazioni in grado di spingerli all’acquisto della prima casa così da permettere loro di raggiungere la tanto agognata autonomia abitativa.
Questa agevolazione verrebbe riconosciuta a partire dall’entrata in vigore del decreto Sostegni bis e fino alla fine del 2022. Di fatto permette a chi compra un immobile indicato come prima casa di beneficiare dell’esenzione delle imposte di registro, ipotecaria e catastale.
Se la bozza del decreto dovesse essere confermata così com’è, questa novità permetterebbe ai giovani che al momento dell’acquisto della prima casa non hanno ancora compiuto i 36 anni di età di beneficiare di ulteriori agevolazioni.
Nel caso in cui si tratti di vendita soggetta a Iva, viene invece attribuito un credito d’imposta il cui importo corrisponderà all’imposta versata in relazione all’acquisto. Questa somma può essere usata in diminuzione dalle imposte di registro, ipotecaria e catastale, dalle imposte sulle successioni e donazioni, oppure per il versamento dell’Irpef o di altre imposte in compensazione.
Decreto Sostegni bis: per i giovani esenzione dal pagamento dell’imposta sostitutiva sui mutui
Nella bozza del decreto Sostegni bis troviamo anche una seconda novità che riguarda gli incentivi riservati ai giovani per l’acquisto della prima casa. Il nuovo decreto infatti introdurrebbe una esenzione dall’imposta sostitutiva sul mutuo.
Più nello specifico diciamo che stando alla bozza che circola in questo momento, è previsto che i finanziamenti erogati a favore dei giovani con età inferiore a 36 anni, necessari per l’acquisto di una abitazione principale, o per la ristrutturazione della prima casa, sono esenti dall’imposta sostitutiva delle imposte di registro, di bollo, ipotecarie e catastali e delle tasse sulle concessioni governative.
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