Con il decreto Sostegni il governo Draghi sta mettendo in campo una serie di misure che andranno in aiuto di famiglie, lavoratori ed imprese. Tra i vari interventi previsti nel testo del decreto, il cui testo definitivo è stato approvato nel Consiglio dei Ministri del 19 marzo, troviamo anche la pace fiscale che dovrebbe permettere allo Stato di smaltire l’enorme mole di lavoro dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Con la pace fiscale il governo di Mario Draghi intende procedere con un maxi condono delle vecchie cartelle esattoriali di importo fino a 5.000 euro. Saranno così cancellate le cartelle esattoriali relative a debiti di piccolo importo contratto dai cittadini italiani con l’Erario nel corso degli anni tra il 2000 ed il 2010.
Per il decreto Sostegni stanziati 32 miliardi di euro
All’interno della maggioranza vi era stato anche un dibattito circa la decisione di porre come tetto quello dei 5 mila euro, che alcuni proponevano di spostare a 10 mila. Il problema però come al solito erano le coperture.
Con il decreto Sostegni vengono messe in campo misure per un totale di 32 miliardi di euro derivanti dall’ultimo scostamento di Bilancio. Sappiamo che 4,8 miliardi andranno alla Sanità, invece dei 2 miliardi inizialmente previsti, e altri 12 miliardi andranno a finanziare i contributi a fondo perduto per quelle categorie che hanno subito un calo del fatturato di almeno il 33% a causa di chiusure e restrizioni in chiave anti-Covid.
Le restanti risorse stanziate per il decreto Sostegni andranno invece a finanziare il pacchetto lavoro e gli ammortizzatori sociali. Il decreto infatti proroga il divieto di licenziamento e la cassa integrazione fino al 30 giugno, nonché il Reddito di Emergenza per ulteriori 3 mensilità.
La cancellazione dei debiti per alleggerire l’Agenzia delle Entrate
Attraverso la cancellazione dei piccoli debiti contratti con l’Erario dai cittadini italiani tra il 2000 ed il 2015 si dovrebbe alleggerire la mole di lavoro che pesa sull’Agenzia delle Entrate riscossione, che si vedrebbe ridurre le pratiche da gestire del 56% circa.
Secondo quanto hanno spiegato esponenti della maggioranza si tratterebbe soprattutto di debiti non più esigibili. Il sottosegretario Durigon aveva spiegato che “il provvedimento dovrebbe consentire la cancellazione di circa 61 milioni di cartelle che valgono un miliardo, consentendo così all’Agenzia delle Entrate di concentrare l’attività sulle pratiche effettivamente esigibili”.
Stando a quanto riportato dai vari media in questi giorni, gli Italiani hanno contratto con il Fisco debiti che per la maggior pare sono inferiori a 3.000 euro, ma che sono distribuiti su 137 milioni di vecchie cartelle esattoriali. Perlopiù si tratta di multe e bolli auto non pagati, o piccoli debiti per il mancato versamento di alcune imposte.
Il condono fiscale cancellerà anche debiti per 451 milioni che gli Italiani stanno pagando
La questione del condono fiscale è stata approfondita in un articolo apparso su Il Fatto Quotidiano online, dove viene precisato che “non è vero che il condono delle vecchie cartelle fino a 5mila euro datate 2000-2010 previsto dal decreto Sostegni riguarda solo vecchi crediti ormai inesigibili“.
La narrazione delle forze politiche favorevoli alla pace fiscale, secondo cui i debiti condonati sarebbero solo quelli inesigibili, viene smentita, secondo quanto riportato dal noto quotidiano diretto da Peter Gomez, dalla relazione tecnica del provvedimento che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale proprio in questi giorni.
La cancellazione delle cartelle esattoriali prevista dal decreto Sostegni del governo Draghi costerà invece 666,3 milioni di euro, dei quali 451 milioni frutto del condono per debiti che i contribuenti stanno in realtà attualmente pagando a rate come previsto dalla Rottamazione ter o dal saldo e stralcio del primo governo Conte.
Queste cartelle esattoriali infatti non rientrerebbero tra quelle inesigibili, ma su di esse sarebbe “ancora in essere un’aspettativa di riscossione”. In questo modo il messaggio che rischia di passare non è esattamente quello che dovrebbe, visto che a ‘farla franca’ ancora una volta sarebbe chi non paga i debiti.
In questo modo inoltre il provvedimento non raggiungerebbe l’obiettivo principale che si prefigge, cioè quello di alleggerire la mole di lavoro che l’Agenzia delle Entrate si trova a svolgere nell’ambito della gestione della riscossione dei debiti non esigibili.
A chi è destinato il condono fiscale del decreto Sostegni
Inizialmente ad essere stralciate dovevano essere circa 61 milioni di cartelle esattoriali, ma in seguito al Consiglio dei Ministri il numero è drasticamente sceso fino a quota 16 milioni, in particolare per via della riduzione dell’orizzonte temporale. In pratica si era pensato di cancellare i debiti di piccolo importo relativi al periodo che va dal 2000 al 2015, ma successivamente il lasso di tempo è stato ridotto.
Nella prima versione il provvedimento aveva un costo per le casse dello Stato che si aggirava intorno ai 930 milioni di euro, che restringendo il periodo temporale di riferimento si è nettamente ridotto.
Molto meno determinante invece l’impatto di un’altra modifica apportata nella giornata di venerdì, quella che prevede il tetto di 30 mila euro di reddito Irpef, che taglierà fuori dall’intervento solo il 17% dei contribuenti che non sono in regola con il fisco.
Il fatto di aver escluso dalla sanatoria alcune categorie più abbienti rappresenta un vantaggio dal punto di vista comunicativo, in quanto viene trasmesso un messaggio obiettivamente più facile da accettare, ma all’atto pratico non comporta alcun sostanziale cambiamento.
Su Il Fatto Quotidiano viene infatti ricordato che “il reddito medio dichiarato al fisco dalle persone fisiche supera di poco i 33 mila euro” e ancora si precisa che “nel Paese in cui stando all’ultima relazione sull’evasione fiscale autonomi e imprese omettono di versare all’arario in media due terzi del dovuto, il 78% dei contribuenti ‘svela’ al fisco meno di 30 mila euro l’anno” guadagnandosi in questo modo il diritto di beneficiare del condono attraverso il quale non solo si azzera il debito, ma si cancellano anche interessi e sanzioni altrimenti dovute.
Il meccanismo della riscossione resta ingolfato
Circoscrivere il provvedimento del condono fiscale alle sole cartelle esattoriali realmente non esigibili avrebbe permesso di risolvere il problema del maxi magazzino da 987 miliardi di euro della Riscossione, che per la stragrande maggioranza è composto da somme che quasi certamente non arriveranno mai nelle casse dello Stato.
L’intervento inserito nel decreto Sostegni invece risulta inefficace da questo punto di vista, ed il meccanismo della riscossione continuerà ad essere ingolfato per via degli oltre 110 milioni di cartelle esattoriali.
Il governo Draghi conta di intervenire ora attraverso la riforma del meccanismo di “controllo e discarico dei crediti non riscossi”. Sul tema ha provato a fare maggiore chiarezza il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, spiegando che attualmente il fisco per poter comunicare all’ente titolare del credito l’inesigibilità del credito deve mettere in campo “tutte le azioni di riscossione coattiva astrattamente ipotizzabili”.
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