Nel decreto Sostegni cui la squadra di governo di Mario Draghi ha lavorato nelle ultime settimane saranno inseriti aiuti per famiglie, lavoratori e imprese, per un totale di circa 32 miliardi di euro. I cosiddetti sostegni, che andranno a sostituire i ristori dell’epoca Conte, sono di fatto qualcosa di molto simile in realtà, vale a dire aiuti economici destinati alle imprese che hanno subito il duro impatto delle chiusure imposte.

Come abbiamo spiegato in altre occasioni cambiano alcuni criteri per quel che riguarda l’assegnazione di questi aiuti, che non verranno destinati alle attività sulla base dei codici ATECO, ma sulla base delle perdite di fatturato registrate nel corso del 2020.

Nel decreto ci saranno sostegni per le imprese, ecco a chi andranno

Buona parte dei 44 articoli di cui si compone il decreto Sostegni di Mario Draghi riguarda i cosiddetti ristori per le imprese. Che si continui a parlare di ristori o si preferisca usare il termine sostegni, la sostanza cambia ben poco, si tratta di aiuti alle attività che hanno pagato il prezzo della politica di chiusure del governo Conte prima e del governo Draghi ora.

La principale differenza sta nel fatto che il governo Conte assegnava i cosiddetti ristori sulla base dei codici ATECO mentre il governo Draghi li assegna sulla base del fatturato, che deve risultare diminuito nel corso del 2020 almeno del 30% (ma potrebbe anche essere il 33%) rispetto a quello del 2019. Inoltre i sostegni di Draghi sono diretti a tutte le partite Iva, compresi i professionisti iscritti ai relativi albi.

Sulle categorie per le quali sono previsti i sostegni di Mario Draghi ha fatto chiarezza la stessa viceministra dell’Economia e delle Finanza, Laura Castelli, che sulla sua pagina Facebook ha spiegato che sarà compito dello Stato: “ristorare le perdite che hanno subito aziende e partite Iva, superando la logica dei codici ATECO e aumentando il tetto di fatturato da 5 a 10 milioni”.

Una platea che dovrebbe quindi risultare allargata rispetto a quella che beneficiava dei ristori dell’epoca Conte. Per quanto riguarda i criteri comunque è importante sottolineare che il calcolo del calo del fatturato non verrà fatto su base annuale, ma sulla media mensile, confrontando i dati del 2020 con la media mensile del fatturato del 2019.

Come viene stabilito chi potrà ricevere gli aiuti del decreto Sostegni

Con i nuovi criteri, gli aiuti previsti per imprese e lavoratori con partita Iva saranno destinati ad una platea di circa tre milioni di persone con un importo per indennizzo che dovrebbe aggirarsi secondo i calcoli intorno ai 3.700 euro.

Ad erogare gli aiuti sarà l’Agenzia delle Entrate, e stando alle ultime notizie, per accedere agli aiuti del decreto Sostegni sarà necessario presentare un’autocertificazione direttamente attraverso la nuova piattaforma realizzata dalla Sogei.

Ma cos’è la Sogei esattamente? La definizione che troviamo in rete spiega che “Sogei – Società Generale d’Informatica S.p.A. – è la società di Information Technology 100% del Ministero dell’Economia e delle Finanze e opera sulla base del modello organizzativo dell’in-house providing”.

Sul sito web della Sogei leggiamo poi: “la nostra missione, in qualità di partner strategico dell’Amministrazione economico-finanziaria, è quella di contribuire alla modernizzazione del Paese, partecipando attivamente al processo di trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione“.

Ma torniamo al nocciolo della questione, attraverso la Sogei sarà possibile presentare le domande per accedere agli aiuti previsti per le attività commerciali danneggiate dalla politica di chiusure forzate in ottica anti-contagio.

Per presentare domanda per ricevere i cosiddetti sostegni ci sarà un periodo di tempo di 60 giorni, inoltre la possibilità di richiedere gli aiuti previsti dal decreto dovrebbe essere estesa anche alle start up e alle imprese nate nel 2019 e nel 2020.

Quali sono i requisiti necessari per ricevere gli aiuti del decreto Sostegni

Ora andiamo a vedere esattamente non solo a quali soggetti spettano i sostegni previsti dal decreto, ma anche i requisiti che dovranno dimostrare di possedere e gli importi spettanti, i quali variano in base ad alcuni fattori.

Iniziamo col dire che si tratta di contributi a fondo perduto che saranno percepiti da attività quali imprese e partite Iva che abbiano un fatturato massimo fino a 10 milioni di euro annui. I soggetti che potranno beneficiare degli aiuti dovranno aver registrato nel corso del 2020 un calo del fatturato del 30% (forse 33%) rispetto al 2019. Per l’esattezza dovrà aver registrato una perdita mensile di oltre il 30% rispetto al 2019.

Ai beneficiari viene data anche la possibilità di decidere se percepire gli aiuti sotto forma di bonifico o sotto forma di credito d’imposta.

Per quanto riguarda gli importi degli aiuti previsti dal decreto Sostegno, si andrà da un minimo di 1.000 euro per le persone fisiche e di 2.000 euro per le persone giuridiche, fino ad un massimo di 150.000 euro. Qui poi vediamo che gli importi variano sulla base di cinque aree di indennizzo, che prevede una percentuale massima del 60% e una percentuale minima del 20%.

Nel decreto Sostegno un occhio di riguardo per le attività della montagna

Gli effetti più devastanti della politica di chiusure adottata in Italia sin dall’inizio dell’emergenza Coronavirus si sono visti soprattutto sulle attività che operano nel turismo, ed un impatto pesantissimo lo hanno subito in particolare quelle legate al turismo di montagna vista la chiusura degli impianti sciistici per l’intera durata della stagione.

A confermare questa linea è stata ancora la viceministra dell’Economia e delle Finanze che su Facebook ha annunciato che il decreto Sostegno conterrà un fondo destinato alle attività di montagna in modo specifico. Sarà pensato per “il turismo di montagna, ed in particolare per gli impianti di Sci” ha spiegato la ministra.

Il fondo ad hoc cui viene destinata una parte degli oltre 11 miliardi di euro previsti per gli aiuti alle attività produttive, dovrebbe raggiungere non solo le attività di montagna, ma anche i suoi operatori, compresi i maestri di sci/snowboard per un totale di 700 milioni di euro di stanziamento.

Nel decreto Sostegno confermata la proroga della cassa integrazione

Il primo ministro Mario Draghi ha già confermato nel corso del discorso che ha tenuto presso il centro vaccinale di Fiumicino, che la Cassa Integrazione sarà prorogata con il decreto Sostegni con uno stanziamento previsto di 3,3 miliardi di euro almeno fino alla fine del 2021.

La notizia è stata confermata anche dalla viceministra Laura Castelli, infatti stando alla bozza del decreto, le imprese che hanno la Cassa integrazione potranno richiedere treidici settimane nel periodo compreso tra il 1° aprile ed il 30 giugno 2021.

Per richiedere la Cig dovranno utilizzare la causale Covid senza contributo addizionale. Per quei lavoratori che invece non sono tutelati dagli ammortizzatori sociali ordinari, che invece accedono all’assegno di solidarietà o alla casa integrazione in deroga, è prevista la possibilità di ottenere fino a 28 settimane tra il 1° aprile ed il 31 dicembre 2021.

Confermato lo stop ai licenziamenti

Lo stop ai licenziamenti era stato già prorogato fino al 21 marzo 2021 con il decreto di ottobre 2020, e con il decreto Sostegni del governo Draghi è attesa una ulteriore proroga che porterà il divieto fino al 30 giugno 2021.

Inoltre per coloro che percepiscono l’indennità di disoccupazione Naspi ma che risulta ormai in scadenza, il decreto Sostegno prevede l’estensione del sussidio per altre due mensilità. Altre tre mensilità invece verranno erogate ai percettori del Reddito di Emergenza.

Mentre per il Reddito di Cittadinanza è previsto un rifinanziamento per 1 miliardo di euro, e ci si aspettano alcune modifiche al suo funzionamento delle quali ha parlato la viceministra dell’Economia.

“Integrazione del RdC e del Rem, della Naspi e del Fondo occupazione. Proprio riguardo il Reddito di Cittadinanza, il decreto potrebbe contenere una norma a cui sta lavorando il ministero del Lavoro che permetterebbe ai percettori di lavorare temporaneamente, sospendendo il beneficio del RdC, senza subire la perdita o la riduzione dell’assegno” ha spiegato la ministra Castelli.

In pratica con il decreto Sostegni il RdC in questi casi riprenderà ad essere erogato automaticamente appena cessata l’attività lavorativa che ne aveva determinato la sospensione.

Un fondo per le categorie più colpite e uno per scuole e cultura

Il decreto Sostegni dovrebbe contenere anche un fondo destinato specificamente alle categorie più colpite dalla crisi economica dovuta alle misure restrittive in chiave anti-contagio imposte dai governi Conte e Draghi.

Si parla in questo caso di un fondo del valore di 200 milioni di euro “da destinare al sostegno delle categorie economiche particolarmente colpite dall’emergenza Covid, incluse le imprese esercenti attività commerciali e ristorazione nei centri storici e le imprese operanti nel settore dei matrimoni e degli eventi privati”. Si prevede che tali fondi verranno distribuiti non dall’Agenzia delle Entrate bensì dalle Regioni.

Altri 200 milioni di euro dovrebbero poi essere destinati alle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura. Un ulteriore stanziamento, questo del valore di 250 milioni, sarà invece destinato al settore fieristico, con 100 milioni per coprire la cancellazione di fiere e congressi, e 150 milioni per le fiere internazionali.

Per quanto riguarda invece scuola e cultura, il governo guidato dall’ex presidente della Bce sembra aver deciso di intervenire con uno stanziamento da 300 milioni di euro che dovrebbero essere destinati in modo specifico a questo settore, vittima come e più di altri di chiusure drastiche e del sempre più frequente ricorso obbligato alla didattica a distanza (Dad).

Altrettanto danneggiato è il settore dello spettacolo, motivo per cui nel nuovo decreto del governo Draghi si parla di un fondo da 400 milioni di euro ad esso destinato. Potranno ricevere gli aiuti previsti i cinema, i teatri e in generale i luoghi destinati a spettacoli dal vivo. Altri 400 milioni di euro saranno destinati a rifinanziare il fondo sociale per interventi su alcune imprese specifiche.

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