Con la gestione della pandemia che continua a seguire la fallimentare strada imboccata all’inizio, quando si trattava di un virus nuovo del quale si sapeva poco e nulla, e il conseguente sempre più esteso utilizzo della didattica a distanza a rimpiazzare le normali attività educative, la proroga del bonus Baby sitter era una scelta di fatto obbligata.
Il Bonus Baby sitter infatti è destinato proprio a quei genitori che lavorano con figli in età scolastica. Nei giorni scorsi, vista l’ulteriore riduzione del numero di scuole che fanno didattica in presenza, l’Inps ha provveduto a prorogare il bonus fino al 30 aprile 2021.
Il nuovo Dpcm e l’estensione della didattica a distanza
Da lunedì 8 marzo infatti, con l’ulteriore aumento del numero di Regioni in zona arancione e rossa, e la chiusura di un maggior numero di scuole anche in base al paletto dei 250 contagi per 100 mila abitanti, aumentano gli studenti costretti a rinunciare al proprio diritto all’istruzione così come lo conosciamo da decenni, e a doversi accontentare della cosiddetta DAD.
Il nuovo Dpcm firmato dal presidente del Consiglio Mario Draghi il 2 marzo, prevede infatti ulteriori strette rispetto al precedente, con un giro di vite anche per le scuole in particolar modo nelle regioni che si trovano in zona rossa, dove gli studenti saranno costretti a seguire le lezioni da casa attraverso pc, tablet o telefonini.
Ai governatori delle singole Regioni poi viene delegata la scelta di emanare provvedimenti volti a ridurre ulteriormente la scuola in presenza imponendo di ricorrere alla didattica a distanza a seconda della valutazione del rischio contagio, ad esempio nel caso di superamento della soglia dei 250 nuovi positivi a settimana per 100 mila abitanti.
Nel Dpcm di Mario Draghi del 2 marzo 2021 si legge infatti che “sono sospese le attività dei servizi educativi dell’infanzia, e le attività scolastiche e didattiche delle scuole di ogni ordine e grado si svolgono esclusivamente con modalità a distanza”.
Sempre nel testo del Dpcm viene specificato che “resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata”.
Dad nelle Regioni rosse e a discrezione dei governatori in quelle gialle e arancioni
A partire dal 6 marzo nelle Regioni inserite in zona rossa sono state sospese tutte le attività in presenza delle scuole di ogni ordine e grado, il che significa che anche gli studenti delle scuole dell’infanzia e delle elementari sono rimasti a casa.
Per l’intera durata della settimana che va dall’8 al 13 marzo quindi restano chiuse tutte le scuole di Basilicata, Molise e Campania, alle quali si vanno ad aggiungere le scuole che verranno chiuse dai governatori in quelle zone in cui si registra un incremento dei casi positivi che supera la soglia dei 250 nuovi casi a settimana per 100 mila abitanti.
La normativa viene spiegata dall’articolo 21, comma 2 del Dpcm del 2 marzo 2021, dove si stabilisce che i presidenti delle Regioni potranno imporre la didattica a distanza “in tutte le aree regionali o provinciali nelle quali l’incidenza cumulativa settimanale dei contagi sia superiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti oppure in caso di motivata ed eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico“.
I governatori delle singole regioni potranno dirottare i processi di apprendimento sulla didattica a distanza anche laddove “abbiano adottato misure stringenti di isolamento in ragione della circolazione di varianti di Sars-nCov-2 connotate da alto rischio di diffusività o da resistenza al vaccino o da capacità di indurre malattia grave”.
Per quanto riguarda infine le Regioni in zona gialla, nelle scuole superiori si potrà adottare la cosiddetta didattica flessibile, che prevede una didattica in presenza tra il 50% ed il 75% degli studenti, mentre gli altri dovranno proseguire con la Dad.
Didattica a distanza e bonus Baby sitter
Fino alla fine di questa settimana le Regioni in zona rossa restano solo tre (Basilicata, Campania e Molise) ma a partire dal 15 marzo entra in vigore il nuovo decreto che va a modificare il Dpcm Draghi del 2 marzo.
Con la nuova stretta su tutto il territorio nazionale tutte le Regioni che attualmente sono in zona gialla finiscono in zona arancione, quindi Abruzzo, Calabria, Liguria, Molise, Sicilia, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta, mentre tutte le altre con l’eccezione della Sardegna che resta in zona bianca, saranno in zona rossa.
La lista delle Regioni in zona rossa, e quindi con le scuole di ogni ordine e grado chiuse, diventa piuttosto lunga, infatti abbiamo le province autonome di Trento e Bolzano e Basilicata, Campania, Puglia, Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Veneto e Marche.
Per andare incontro alle difficoltà di milioni di famiglie italiane, il governo ha deciso di stanziare 209 milioni di euro per congedi parentali. Su questo tema è intervenuta la ministra per gli Affari Regionali, Maria Stella Gelmini, che su Twitter ha confermato “il via libera immediato alle risorse per finanziare i congedi parentali”.
“Questa mattina i presidenti di Regione avevano chiesto al governo contestualità tra nuove restrizioni e aiuti alle famiglie” ha scritto ancora la Gelmini “il Cdm ha dato loro una risposta precisa e immediata”.
L’Inps con il messaggio n. 950 aveva già annunciato giorni fa la proroga per il bonus Baby sitter, che diventa di importanza fondamentale in una situazione di questo genere che già era stata preannunciata da tempo.
“Per far fronte alla grave emergenza derivante dal contagio da COVID-19, in conseguenza dei provvedimenti di sospensione dei servizi educativi per l’infanzia e delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, abbiamo previsto misure di sostegno alle famiglie per l’assistenza e la sorveglianza dei figli minori”.
Bonus Baby sitter prorogato fino al 30 aprile
Tra le misure rivolte alle famiglie con figli in età scolastica troviamo il congedo parentale ma anche il bonus Baby sitter. Quest’ultimo in particolare dà al genitore che ne fa richiesta la possibilità di ricevere un importo massimo di 1.200 euro.
Il bonus Baby sitter potrà arrivare anche alla cifra di 2.000 euro invece nel caso di “lavoratori dipendenti del settore sanitario pubblico e privato accreditato o personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico impiegato per le esigenze connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19” come riportato dal sito web dell’INPS.
La proroga del bonus Baby sitter sposta la scadenza entro cui è possibile fare domanda, che slitta dal 28 febbraio 2021 al 30 aprile 2021. Il messaggio n. 950 dell’Inps infatti dice chiaramente che “in considerazione della situazione in atto, e allo scopo di consentire la fruizione del beneficio alle istanze ancora in accoglimento, il suddetto termine è prorogato alla data del 30 aprile 2021”.
Per quanto riguarda le istanze cui viene accennato nel messaggio dell’Inps, spetterà alle Strutture Territoriali completare l’istruttoria entro il 14 aprile per rispettare la nuova data di scadenza del 30 aprile.
Per poter accedere al bonus Inps è importante inoltre che il genitore che ne ha fatto richiesta inserisca le prestazioni occasionali nel Libretto di Famiglia con termine ultimo il 30 aprile 2021.
Chi può ricevere il bonus Baby Sitter 2021
Sul portale dell’Inps, nella sezione “Inps comunica” troviamo un nuovo messaggio che riguarda il bonus Baby sitter. L’Istituto, con il messaggio n. 1296 del 26/03/2021, conferma l’adozione da parte del governo di misure a sostegno delle famiglie che si trovano ad affrontare tutte le problematiche legate alla didattica a distanza dei propri figli e ad eventuale quarantena.
L’Inps fa sapere che il nuovo decreto introduce “misure urgenti per fronteggiare la diffusione del Covid-19 e interventi di sostegno per lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena”.
Non sono pochi infatti i disagi cui i genitori con figli in età scolastica vanno incontro per via della chiusura delle scuole imposta nel dichiarato intento di contenere la diffusione del Coronavirus, con conseguente dirottamento delle attività didattiche su sessioni virtuali.
La scelta di dirottare l’insegnamento sulla didattica a distanza (DAD) non solo comporta un calo drastico della qualità del processo di apprendimento, ma comporta un grave disagio per i genitori, in particolare per quelli che lavorano, che non potendo lasciare il figlio piccolo a casa senza un adulto devono necessariamente ricorrere a figure quali appunto baby sitter.
Ma chi può ricevere il bonus Baby Sitter 2021? Il bonus è destinato a quelle famiglie con figli di età inferiore a 14 anni, e solo se i genitori rientrano in alcune specifiche categorie di lavoratori che di seguito elenchiamo brevemente.
- Lavoratori iscritti alla Gestione Separata
- Lavoratori autonomi che si avvalgono delle prestazioni dell’Inps
- Lavoratori che svolgono mansioni nell’ambito della sicurezza e nel soccorso pubblico nell’ambito dell’emergenza sanitaria
- Lavoratori dipendenti impegnati in ambito sanitario, pubblico, privato accreditato, quali medici e infermieri, tecnici di laboratorio biomedico e di radiologia medica, operatori sociosanitari compresi soccorritori, autisti e operatori che lavorano per il 118
Bonus Baby sitter 2021: i docenti sono esclusi dal bonus
Il bonus Baby sitter non è destinato in modo indistinto a tutte le famiglie con figli minori di 14 anni, ma solo a quelle in cui i genitori svolgono determinate attività lavorative.
Non possono infatti ricevere il bonus ad esempio i docenti, e non fa alcuna differenza che siano impiegati di ruolo oppure sostitutivi o precari.
Le categorie cui è destinato il bonus Baby sitter sono sostanzialmente tre, e come per il bonus baby sitter 2020 ne fanno parte lavoratori autonomi e dipendenti, sia pubblici che privati. Possono infatti accedere al bonus:
- i lavoratori del settore privato, a patto che risultino iscritti alla Gestione Separata
- i lavoratori autonomi se iscritti all’Inps
- i lavoratori del settore pubblico impiegati nell’ambito dell’emergenza sanitaria del Covid-19
Come si può notare i docenti non rientrano in nessuna di queste categorie, infatti non possono ricevere il bonus Baby sitter 2021. Questa categoria d’altra parte, nel momento in cui sono chiuse le scuole, è impegnata nel proprio lavoro da casa appunto, per la didattica a distanza con i propri alunni.
Alla categoria dei docenti viene riservato invece un altro tipo di agevolazione che è destinata anche a molte altre categorie di lavoratori, vale a dire il congedo parentale o il congedo straordinario. Tuttavia è evidente che vi sono delle enormi falle nella didattica a distanza che vanno ben al di là del fatto che compromette pesantemente il percorso di apprendimento.
Sono gli stessi docenti infatti a far notare come questo sistema non possa funzionare ad esempio nel caso di un insegnante impegnato nella didattica a distanza con i propri alunni, mentre ha anche un figlio piccolo cui badare. “Ma davvero pensate che sia possibile fare lezione con un bambino di pochi anni in casa? Immaginatevi con un bimbo di due anni che mentre spiegate l’Orlando furioso gira per casa. Vi sembra possibile?”.
Un sistema che fa acqua da tutte le parti insomma, ma nonostante tutto si continua a seguire la stessa strada come se non esistessero alternative, come se non ci fossero altri Paesi che hanno gestito tutto in modo completamente diverso e con risultati migliori finanche in ambito sanitario, per non parlare del fatto che hanno evitato di precipitare i propri cittadini nella più grave crisi socio-economica dal dopoguerra.
Come si può usare il bonus Baby Sitter 2021
Con il bonus Baby sitter i genitori avranno quindi la possibilità di pagare una baby sitter che si occuperà dei figli quando per via della chiusura delle scuole, o per eventuali periodi di quarantena, si troverebbero a casa da soli. L’importo del bonus Baby Sitter può arrivare fino ad un massimo di 100 euro a settimana.
Il bonus comunque non deve essere usato necessariamente per pagare l’importo dovuto come tariffa oraria ad una babysitter che si rechi fisicamente a casa della famiglia che ne ha bisogno. Il bonus infatti può anche essere utilizzato per saldare le quote di eventuali servizi esterni, come servizi aggiuntivi per l’infanzia, compresa la prima infanzia, o per l’iscrizione a centri estivi, o a particolari servizi socio-educativi.
Il bonus Baby sitter quindi permette di coprire le spese legate ad un più ampio spettro di servizi per i minori, non solo quella per assumere una baby sitter a domicilio.
Con il bonus Baby sitter aumenta l’offerta di tate e baby sitter
Con l’introduzione del bonus Baby sitter si è assistito ad un vero e proprio boom di tate e baby sitter in tutta Italia. Il fenomeno si era già verificato nel corso del 2020 con la prima comparsa del bonus, che aveva già allora portato ad un incremento notevole delle offerte di lavoro come baby sitter.
La figura della tata o della baby sitter insomma ha conosciuto un’improvvisa impennata nella sua diffusione, d’altra parte il bonus avrebbe permesso a migliaia di famiglie italiane di ottenere i loro servizi senza dover pagare per beneficiarne, senza contare che bonus o no, molte famiglie si sono trovate costrette a ricorrere a questo tipo di figura visto che quella di lasciare il figlio piccolo a casa da solo non era un’alternativa praticabile.
L’impennata dell’offerta di questo genere di mansioni si è registrata anche sul numero delle iscrizioni al portale Inps da parte di donne che si propongono come baby sitter. In molte infatti hanno colto l’occasione per avere delle entrate extra, ad esempio per rimpiazzare quelle che sarebbero derivate dalle attività lavorative svolte fino all’esplosione dell’emergenza sanitaria, spesso sacrificate in nome del paradigma securitario imposto.
Un lavoro occasionale in grado di dare un minimo di respiro forse, ma che difficilmente offre interessanti prospettive future. Spesso il servizio delle aspiranti baby sitter è reso a conoscenti, parenti o amici, e con la conferma del bonus anche per il 2021 è chiaro che ci si aspetta una ulteriore impennata.
Il bonus Baby sitter può essere usato però anche per pagare la retta di eventuali campi estivi, o altre strutture che offrono servizi educativi per l’infanzia quali ludoteche e simili. Le famiglie che hanno diritto al bonus potranno utilizzarlo infatti anche per pagare queste spese.
Bonus Baby sitter e bonus Asilo nido sono cumulabili?
Tra i bonus destinati alle famiglie con figli piccoli troviamo anche il bonus Asilo nido, anch’esso di recente proroga che ne estende però la validità a tutto il 2021.
Il bonus Baby sitter ed il bonus Asilo nido comunque sono cumulabili, come si legge sul sito web dell’INPS. “Il bonus baby sitting Covid-19 è cumulabile con il bonus Asilo nido 2020 per usufruire del quale è necessario aver sostenuto effettivamente l’onere di pagamento della retta ed essere in grado di presentare i documenti giustificativi della spesa”.
Per quanto riguarda gli importi, ricordiamo che nell’ambito del bonus Asilo nido è prevista l’erogazione di una somma complessiva annuale che può arrivare a 3.000 euro nel caso in cui venga presentato un Isee in corso di validità che attesti un reddito non superiore ai 25.000 euro.
Il bonus Asilo nido viene comunque erogato su base mensile, e non in unica soluzione, e dipende dal numero effettivo di mesi per i quali viene pagata la retta.
Si può ottenere il bonus Asilo nido anche senza presentare la certificazione ISEE, ma in questo caso l’importo sarà di massimo 1.500 euro annui, che è l’importo previsto per le famiglie con Isee superiore ai 40.000 euro. Per i nuclei familiari con Isee compreso tra 25.001 e 40.000 euro invece il bonus Asilo nido sarà di massimo 2.500 euro.
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