Uno dei bonus che sono stati confermati dalla Legge di Bilancio 2021 per il nuovo anno è il bonus Irpef che spetta ad alcune categorie di lavoratori dipendenti a patto che soddisfino determinati requisiti reddituali. Il bonus, come abbiamo visto in un altro articolo, spetta anche a chi percepisce l’indennità di disoccupazione Naspi.
La nuova manovra economica varata dal governo Conte bis ha confermato il bonus Irpef da 100 euro in busta paga per tutto il 2021, ma l’importo del bonus in realtà non è sempre lo stesso, e questo perché esso varia in base al reddito del beneficiario.
Bonus Irpef 2021: 100 euro al mese fino a 1.200 euro ma per chi?
Cerchiamo quindi di capire a chi spetta il bonus Irpef 2021 derivante dal taglio del cuneo fiscale che è stato confermato nella legge finanziaria varata dal governo guidato da Giuseppe Conte.
Il bonus viene accreditato in maniera automatica sulla busta paga di chi ne ha diritto, il che significa prima di tutto che non è necessario presentare alcuna richiesta per ricevere il bonus da 100 euro.
L’Inps accredita il bonus automaticamente sulle buste paga di alcune categorie di lavoratori dipendenti a patto che risultino soddisfatti alcuni requisiti reddituali, cioè un reddito compreso tra gli 8.150 ed i 28.000 euro annui. Vediamo ora quali sono le categorie che possono ricevere il bonus da 100 euro.
- Lavoratori dipendenti sia pubblici che privati
- Lavoratori che si trovano in cassa integrazione
- Disoccupati che percepiscono l’indennità di disoccupazione Naspi
- Sacerdoti
- Soci delle cooperative
- Cittadini che percepiscono l’Ape Sociale
- Lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co)
- Lavoratori socialmente utili
- Titolari di stage, borse di studio o formazione professionale
Tutte queste categorie accedono automaticamente al bonus Irpef da 100 euro al mese, a patto che vengano soddisfatti i requisiti di reddito che abbiamo sopra brevemente esposto.
Se un potenziale beneficiario del bonus da 100 euro ritiene di non raggiungere nel corso dell’anno la soglia degli 8.150 euro mensili, o ritiene di superare il tetto dei 28.000 euro, può presentare domanda per la rinuncia al bonus direttamente tramite l’INPS. In questo modo non si troverà nella situazione di dover restituire il bonus in unica soluzione quando verrà fatto il conguaglio.
Nel 2020 con il bonus Irpef 600 euro in più in busta paga
Il bonus Irpef è stato introdotto con il decreto Legge n. 3/2020, poi convertito nella legge numero 21 del 2 aprile 2020. In questo modo si sono gettate le basi per l’erogazione del bonus direttamente in busta paga, bonus che sostituirà a tutti gli effetti il bonus Renzi da 80 euro, ampliandone sia la platea dei beneficiari che l’importo.
Nel 2021 con il bonus Irpef i beneficiari potranno ricevere in tutto 1.200 euro in più in busta paga, ma nel corso del 2020 il, bonus è stato da 600 euro in quanto è stato erogato a partire dal mese di luglio.
A ricevere il bonus nel 2020 sono stati circa 16 milioni di lavoratori dipendenti. Alcuni di questi non hanno ricevuto il bonus diluito nell’arco dei sei mesi, ma è stato accreditato in unica soluzione quando è stato fatto il conguaglio fiscale, e così si sono visti accreditare 600 euro in unico pagamento.
Ma come si fa a sapere se il bonus Irpef da 100 euro al mese è già stato accreditato oppure no? Bisogna guardare la busta paga e controllare se risulta presente la voce: Tratt. Int. Redd. D.L. 3/2020 al quale corrisponde poi l’importo da 100 euro.
Non dimentichiamo però che la somma di 100 euro riguarda solo i lavoratori che non superano il reddito annuo di 28.000 euro, mentre per quelli con un reddito compreso tra i 28.000 ed i 35.000 euro il bonus verrà erogato come detrazione fiscale e sarà di 80 euro. Infine per quei lavoratori con reddito superiore a 35.000 euro il bonus viene riconosciuto sempre come detrazione fiscale e si riduce fino a 0 al raggiungimento dei 40.000 euro di reddito.
Come si calcola il bonus Irpef per i lavoratori con reddito superiore a 28.000 euro? Si avrà in questo caso una detrazione fiscale pari a 80 euro mensili, aumentata del prodotto tra 240 euro e l’importo corrispondente al rapporto tra 35.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e 7.000 euro, se la somma del reddito complessivo è superiore a 28.000 euro ma non a 35.000 euro.
Nel caso invece di reddito complessivo superiore a 35.000 euro ma non ai 40.000 euro ci sarà una detrazione fiscale di 80 euro mensili. La detrazione spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l’importo di 40.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e l’importo di 5.000 euro.
Quando viene accreditato il bonus Irpef da 100 euro?
Il bonus Irpef da 100 euro al mese fino a 1.200 euro per tutto il 2021 viene accreditato in busta paga per tutti quei lavoratori che risultano in possesso dei requisiti reddituali stabiliti dalla normativa in vigore. Questo significa che il bonus viene accreditato insieme allo stipendio, infatti possiamo verificare l’accredito del bonus controllando il dettaglio degli accrediti della busta paga come illustrato nel paragrafo precedente.
Diverso il discorso invece per quei beneficiari che ricevono il bonus Irpef da 100 euro in quanto percettori dell’indennità di disoccupazione Naspi (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego). In questo caso infatti, come per il bonus Renzi da 80 euro, la data dell’accredito risulta generalmente diversa da quella in cui viene accreditato il resto delle spettanze.
È importante ricordare che per ricevere il bonus Irpef derivante dal taglio del cuneo fiscale non si deve fare nessuna domanda. Sarà direttamente l’Inps a riconoscere il trattamento a chi risulta in possesso dei requisiti previsti e quindi ad erogarlo.
Se non è possibile fare domanda per il bonus Irpef è però possibile presentare la rinuncia per i casi in cui il titolare del beneficio ritiene di non raggiungere i requisiti reddituali che verrebbero in ogni caso verificati con il conguaglio fiscale. In questo modo potrà evitare di dover restituire il bonus erroneamente accreditato.
Ricordiamo infine che il bonus Irpef da 100 euro al mese non costituisce fonte di reddito e che non rappresenta un costo per il datore di lavoro in quanto viene erogato appunto dall’Inps per tutto il corso dell’anno.
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