L’indennità di disoccupazione Naspi che spetta ad alcune categorie di lavoratori che hanno perso il proprio impiego, viene accreditata ogni mese direttamente sul conto del beneficiario, ma non esiste una data precisa prestabilita e questo determina spesso dubbi circa possibili ritardi nel pagamento.

Il pagamento arriva direttamente dall’INPS e viene accreditato per il mese di gennaio 2021 nel corso del mese di febbraio, ma quand’è che arrivano i soldi? Come accennato non esiste una data precisa per il pagamento della Naspi (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) quindi per capire quali sono le tempistiche dobbiamo fare un po’ più di attenzione.

Per quanto riguarda la Naspi tra l’altro i pagamenti non vengono erogati verso tutti i beneficiari lo stesso giorno, infatti la data del pagamento può variare in base a diversi fattori, tra i quali anche la data in cui è stata presentata la domanda di disoccupazione all’INPS. In particolare poi è difficile stabilire quale sia la data dell’accredito per coloro che devono ricevere il primo pagamento.

Per avere un’idea di quale dovrebbe essere la data per il pagamento della disoccupazione Naspi relativa alla mensilità di gennaio possiamo prima di tutto tener conto della data del pagamento dell’anno scorso, che è stata quella dell’11 febbraio.

Inoltre, stando ad alcune indiscrezioni e alle recenti dichiarazioni della ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, e del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, il decreto Ristori Quinquies andrà ad intervenire sulla Naspi con una proroga per ulteriori due mesi che potrebbe però interessare solo alcune specifiche categorie di beneficiari del sussidio.

Pagamento disoccupazione Naspi, perché non c’è una data precisa?

Abbiamo spiegato poco fa che per quanto riguarda l’indennità di disoccupazione Naspi non esiste una data prestabilita per il pagamento, che invece tende a variare in base a diversi fattori.

Ma come mai non c’è una data precisa? In parte dipende dal fatto che ad influire sulla data del pagamento concorre anche la data di presentazione della domanda, così come incide anche il periodo in cui è stata presentata la domanda, ad esempio tendono a subire dei ritardi le domande presentate in periodi particolarmente ‘caldi’ dal punto di vista della quantità di istanze presentate all’INPS.

In questo senso le domande presentate a inizio mese per esempio hanno più tempo per essere elaborate rispetto a quelle presentate a fine mese. Ci sono poi delle regole precise che determinano tempistiche diverse, e sono spiegate nella normativa stessa della Naspi.

“Se la domanda viene presentata entro l’ottavo giorno, la Naspi decorre dall’ottavo giorno successivo alla data di cessazione del rapporto di lavoro; nel caso di periodo di maternità, di malattia o infortunio sul lavoro, la Naspi decorre dall’ottavo giorno successivo al termine dell’evento se la domanda viene presentata entro l’ottavo giorno; per i licenziamenti con giusta causa invece dal trentottesimo giorno successivo al licenziamento, se la domanda viene presentata entro il trentottesimo giorno”.

Per chi ha già presentato la domanda e attende l’erogazione della mensilità per il mese di febbraio, è anche possibile consultare lo stato di avanzamento della pratica direttamente dal sito ufficiale dell’INPS nella sezione dedicata allo stato dei pagamenti Naspi.

Per accedere al portale si deve essere in possesso del PIN o dello SPID, e andare poi a cliccare sulla voce “fascicolo previdenziale del cittadino”, quindi su “prestazioni” e infine su “pagamenti”.

Pagamento Naspi febbraio: quali sono le possibili date

L’anno scorso il pagamento della Naspi di gennaio, che viene accreditato nel mese successivo, è stato effettuato a partire dall’11 del mese, mentre il pagamento di dicembre, effettuato quindi a gennaio, è partito dal 10 del mese.

È molto probabile quindi per quanto riguarda il pagamento Naspi di febbraio 2021 che gli accrediti dall’INPS partiranno dall’11 febbraio fino al 17 febbraio, a meno di rallentamenti imprevisti. Queste però, va sottolineato, sono solo previsioni, mentre per avere la certezza è meglio aspettare conferme sul sito dell’Inps controllando lo stato dei pagamenti.

Quanto agli importi della Naspi, questi variano in base a numerosi fattori. Sappiamo che l’indennità parte dal 75% della retribuzione media mensile sulla quale siano stati versati i contributi nel corso degli ultimi 4 anni.

L’importo poi si riduce del 3% al mese a partire dal quarto mese fino ad estinguersi allo scadere del periodo per il quale si ha diritto al beneficio. Per calcolare il numero totale di settimane per le quali il disoccupato ha diritto alla Naspi si deve prendere il totale delle settimane lavorate negli ultimi 4 anni e dividere per 2.

La Naspi spetta infatti per un numero di settimane che è pari alla metà delle settimane lavorate nei 4 anni di riferimento. Per quanto riguarda quest’anno, con la circolare n. 7 del 21 gennaio 2021, l’INPS ha fatto sapere che la retribuzione da prendere come riferimento per calcolare l’importo della Naspi è pari a 1.227,55 euro.

Nella circolare l’Istituto ricorda inoltre che l’importo mensile massimo della disoccupazione Naspi non può eccedere in ogni caso la soglia dei 1.335,40 euro.

Cosa fare se il pagamento della Naspi risulta in ritardo?

A volte capita che i pagamenti della disoccupazione Naspi non arrivino in modo puntuale, e a volte possono anche verificarsi degli errori che nel caso il beneficiario farà bene a comunicare all’Inps.

Il disoccupato che ha diritto al sussidio quindi dovrebbe controllare sempre che i pagamenti avvengano in maniera puntuale, e che vengano erogati tutti i pagamenti che spettano a norma di legge, diversamente potrà contattare l’Inps anche telefonicamente e comunicare eventuali problematiche ed incongruenze rilevate.

Per aver diritto all’indennità di disoccupazione Naspi è necessario aver lavorato per almeno 13 settimane negli ultimi 4 anni, ed aver perso il lavoro in modo involontario. Il richiedente inoltre deve avere almeno 30 giorni lavorativi effettivi nei dodici mesi che precedono la data di inizio della disoccupazione.

L’Inps comunica l’esito della domanda entro un periodo di tempo compreso generalmente tra i 30 ed i 60 giorni, e lo fa inviando comunicazione cartacea via posta al disoccupato, nonchè attraverso comunicazione online sul portale dell’INPS.

I ritardi nel pagamento della Naspi si riscontrano in genere soprattutto quando si tratta del primo accredito. A tal proposito è bene anzitutto sottolineare un paio di concetti. L’indennità di disoccupazione non decorre subito e se la domanda è stata presentata negli ultimi giorni del mese il primo pagamento terrà conto solo di quei giorni e non dell’intero mese.

Se invece la domanda è stata presentata nei primi giorni del mese, il primo pagamento della Naspi potrebbe anche non essere erogato per intero. Non avremmo quindi l’intera mensilità ma l’accredito di alcune settimane soltanto, dopodiché i pagamenti successivi si regolarizzeranno e saranno riferiti all’intero mese precedente.

Se il ritardo nel ricevere l’accredito dell’indennità di disoccupazione invece viene riscontrato nei pagamenti successivi, è bene controllare prima di tutto se non siano già stati corrisposti tutti i pagamenti spettanti.

A volte però può capitare che il pagamento venga sospeso, e talvolta può trattarsi anche di un errore. I motivi della sospensione possono essere legati ad esempio ad una nuova assunzione dell’avente diritto con contratto di lavoro subordinato della durata non superiore ai sei mesi, oppure per una nuova occupazione in un altro Paese dell’Ue.

Se invece il pagamento della Naspi non viene effettuato per via della decadenza, ci sono ragioni differenti, infatti questo può avvenire “in conseguenza alla perdita dello stato di disoccupato; con l’inizio di un’attività di lavoro subordinato di durata superiore ai sei mesi o con contratto a tempo indeterminato; per la mancata comunicazione del reddito annuo che si presume di trarre da uno o più rapporti di lavoro subordinato part-time in essere al momento della presentazione della domanda; mancata comunicazione di reddito annuo presunto da attività lavorativa autonoma preesistente alla presentazione della domanda; raggiungimento dei requisiti per il pensionamento di vecchiaia anticipato”.

Ma come accennato, non è da escludere che l’INPS sospenda per errore il pagamento della Naspi nonostante questa spetti ancora al disoccupato, e in questo caso conviene contattare l’Inps attraverso il Contact Center e richiedere una verifica. Se la sospensione dipende da un errore dell’Istituto, questo in genere viene risolto nel giro di due settimane o un mese al massimo, dopodiché l’erogazione dell’indennità riprende regolarmente.

Nel decreto Ristori 5 inserita la proroga della Naspi

Se inizialmente si trattava solo di una ipotesi, adesso pare si possa affermare con un maggior grado di certezza, che il decreto Ristori 5 conterrà tra le altre misure anche la proroga della disoccupazione Naspi.

Ne ha parlato la stessa ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, nonché il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che hanno confermato l’ulteriore proroga per la Naspi, che dall’inizio dell’emergenza Coronavirus ne ha già avute altre due.

La prima proroga era di due mesi ed arrivò con il decreto Rilancio, e riguardava le indennità scadute tra il 1 marzo e il 30 aprile 2020, mentre la seconda proroga è stata stabilita con il decreto Agosto e fu di altri 2 mesi per le Naspi in scadfenza dal 1° maggio al 30 giugno 2020.

Stando alle recenti dichiarazioni dei ministri di Lavoro ed Economia, ed alle indiscrezioni trapelate, il decreto Ristori 5 dovrebbe prorogare le indennità di disoccupazione scadute tra dicembre e gennaio per ulteriori due mesi.

Tuttavia non vi sono ancora delle conferme che ci permettano di affermare con assoluta certezza che questa proroga sia confermata. Inoltre è possibile che la proroga della Naspi che potrebbe essere inserita nel decreto Ristori 5 sia destinata solo a coloro che hanno già beneficiato delle proroghe precedenti.

A complicare ulteriormente il quadro c’è la crisi di governo provocata da Matteo Renzi, con tutti i rallentamenti che ciò comporta, e l’inevitabile moltiplicarsi degli interrogativi circa le scelte che verranno effettivamente operate nei prossimi giorni, compresa la possibile proroga della Naspi nel decreto Ristori Quinquies.

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