La nuova manovra economica varata dal governo giallo rosso ha prorogato anche per il 2021 l’opzione sperimentale per il pensionamento anticipato Opzione Donna, così come ha prorogato, come abbiamo visto, anche Quota 100, che giungerà a scadenza a dicembre 2021 come inizialmente previsto.
Per quanto riguarda Opzione Donna, la misura non ha subito grandi modifiche nel corso degli anni dalla sua introduzione, ma è stata sostanzialmente rinnovata così com’è a partire dal decreto legge n. 4/2019, poi dalla Legge di Bilancio 2020 ed ora anche dalla Legge di Bilancio 2021.
Con Opzione Donna di fatto si offre alle lavoratrici in possesso dei requisiti stabiliti dalla normativa, di andare in pensione in anticipo. Una parte delle lavoratrici vicine al raggiungimento dei requisiti previsti per il pensionamento con Opzione Donna speravano non solo nella proroga della misura per il 2021, ma anche nell’introduzione di alcune novità.
Diciamo anzitutto che si tratta di una misura sperimentale, proprio come Quota 100, ed in quanto tale destinata a giungere a scadenza. La misura è stata pensata per andare incontro alle donne, madri di famiglia che lavorano e al tempo stesso hanno la necessità anche di occuparsi di casa e famiglia, che si sono trovate penalizzate dalla Legge Fornero.
Con Opzione Donna viene data la possibilità sia alle lavoratrici dipendenti che alle lavoratrici autonome, di accedere in anticipo al trattamento pensionistico, per l’esattezza al raggiungimento dei 58 anni di età per lavoratrici dipendenti e 59 anni di età per le lavoratrici autonome. In entrambi i casi l’anzianità contributiva deve essere di almeno 35 anni.
I requisiti per andare in pensione con Opzione Donna devono necessariamente essere stati maturati entro il 31 dicembre 2020. Tra l’altro per accedere alla pensione con Opzione Donna le lavoratrici dovranno sfruttare delle finestre mobili che variano a seconda del settore in cui sono impiegate.
Quella di Opzione Donna può assumere un’importanza di un certo rilievo poi in particolare oggi, in uno scenario economico disastroso dovuto alle misure restrittive imposte dall’esecutivo nel tentativo di contenere la diffusione del Covid-19.
Per le lavoratrici infatti Opzione Donna può rappresentare uno scivolo individuale che porta al pensionamento anticipato, attraverso il raggiungimento di requisiti meno stringenti rispetto a quelli previsti per la pensione di vecchiaia, oppure per accedere alla pensione anticipata.
Chi può andare in pensione con Opzione Donna?
Opzione Donna offre indubbiamente una opzione interessante per alcune lavoratrici, ma va detto subito che non presenta solo vantaggi. Chi decide di andare in pensione con Opzione Donna infatti si trova comunque a dover rinunciare ad una parte dell’assegno mensile della pensione.
Il meccanismo di Opzione Donna infatti prevede che le lavoratrici, sia dipendenti che autonome, possano andare in pensione in anticipo a patto che accettino che l’assegno della pensione venga calcolato interamente attraverso il sistema contributivo invece che con quello retributivo.
Possono sfruttare Opzione Donna per andare in pensione sia le lavoratrici del comparto pubblico che del comparto privato a patto che risultino in possesso dei requisiti stabiliti dalla normativa, a cominciare da una anzianità contributiva al 31 dicembre 1995. Opzione Donna prevede anche l’inclusione presso l’Assicurazione Generale Obbligatoria (A.G.O.) e fondi sostitutivi.
Ci sono però alcune categorie di lavoratrici che non possono fruire di Opzione Donna, tra le quali troviamo ad esempio le lavoratrici che risultano iscritte alla Gestione Separata INPS. Inoltre non possono richiedere l’uscita anticipata attraverso Opzione Donna le lavoratrici che hanno già maturato i requisiti necessari per accedere al trattamento previsto dalla pensione di vecchiaia, o da quello per la pensione anticipata.
Sono altresì escluse da Opzione Donna le lavoratrici interessate dalle salvaguardie a garanzia dei lavoratori esodati.
Quali sono i requisiti per andare in pensione con Opzione Donna?
Per uscire in anticipo dal lavoro con Opzione Donna è necessario come accennato aver maturato alcuni requisiti ben precisi che elenchiamo brevemente di seguito.
- Possono fruire di Opzione Donna le lavoratrici del comparto pubblico o privato con una età anagrafica di 58 anni se dipendenti, mentre per le lavoratrici autonome l’età anagrafica dovrà essere di 59 anni
- Possono fruire di Opzione Donna le lavoratrici del comparto pubblico, privato e le lavoratrici autonome che abbiano raggiunto una anzianità contributiva di almeno 35 anni.
Possono presentare domanda per uscire dal lavoro con Opzione Donna tutte le lavoratrici che abbiano maturato i suddetti requisiti entro la data del 31 dicembre 2020.
La pensione con Opzione Donna tuttavia non viene riconosciuta in maniera automatica al raggiungimento dei requisiti sopra descritti entro la data che abbiamo appena indicato. Infatti per accedere al trattamento previsto dal meccanismo di Opzione Donna sono previste alcune finestre mobili distinte tra lavoratrici dipendenti e lavoratrici autonome.
In pratica le lavoratrici che intendno andare in pensione con Opzione Donna dovranno aspettare l’intervallo di tempo che intercorre tra il perfezionamento del diritto di collocazione al riposo, cioè della pensione e il pagamento del primo assegno previsto dal trattamento.
Individuiamo quindi due finestre di uscita:
- Una finestra mobile di 12 mesi per le lavoratrici del comparto pubblico o privato
- Una finestra mobile di 18 mesi per le lavoratrici autonome
Opzione Donna prevede la decurtazione dell’assegno, ma di quanto?
È certamente vero che Opzione Donna permette alle lavoratrici di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro, garantendo loro in tal senso un vantaggio, ma al contempo esse si troveranno a dover rinunciare ad una parte dell’assegno pensionistico.
Il beneficio che permette alle lavoratrici di anticipare la collocazione a riposo infatti non viene erogato a titolo gratuito. Bisogna invece sottolineare che a fronte dell’uscita anticipata dal lavoro le lavoratrici subiscono un ricalcolo dell’assegno attraverso il sistema contributivo, rinunciando quindi alla possibilità di avere una pensione calcolata con il sistema retributivo o quantomeno con il sistema misto.
Inoltre è bene ricordare che la percentuale del taglio dell’assegno pensionistico prevista per Opzione Donna non è necessariamente la stessa per tutte le lavoratrici. Il taglio dell’assegno può essere effettuato in una misura che va dal 20% al 30%, con variazioni che si notano in particolare se il calcolo dell’assegno viene rapportato al sistema misto.
Quali sono i contributi che rientrano nei 35 anni richiesti da Opzione Donna?
Opzione Donna prevede tra i requisiti per accedere al pensionamento anticipato il requisito contributivo di almeno 35 anni di contributi versati. Ma in tale registro contributivo, nel limite delle 52 settimane (sequenza annuale) rientrano diversi tipi di accrediti contributivi, tra cui volontari, figurativi, di ricongiunzione e riscatto.
Per le lavoratrici connesse all’Assicurazione Generale Obbligatoria, i contributi che si riferiscono all’intervallo di tempo della malattia, infortunio o disoccupazione indennizzati, sono esclusi dalla valutazione.
E ancora vediamo che non è previsto il cumulo o la totalizzazione dei contributi in casse diverse, mentre invece è ammessa la ricongiunzione e la totalizzazione dei contributi esteri, vale a dire di quei contributi che sono stati accreditati nell’ambito di un lavoro svolto in un Paese membro dell’Ue, oppure in quei Paesi che hanno stipolato una convenzione con l’Italia.
Con Opzione Donna si può richiedere il riscatto della laurea agevolato?
Uno dei vantaggi che Opzione Donna garantisce alle lavoratrici che decidono di fruire di questa misura che come abbiamo detto resta valida anche per tutto il 2021 in quanto confermata nella nuova manovra economica, è legato alla possibilità di ottenere il riscato della laurea in forma agevolata.
La domanda di riscatto della laurea deve essere inoltrata però simultaneamente alla richiesta di aderire ad Opzione Donna.
Come abbiamo accennato, per uscire dal lavoro in anticipo con Opzione Donna è necessario presentare specifica domanda, ma quali sono le procedure da seguire? Le lavoratrici che intendono fruire della misura possono inoltrare domanda attraverso i canali telematici dell’INPS, se sono in possesso delle credenziali di accesso.
In alternativa, per presentare domanda per il pensionamento con Opzione Donna, è anche possibile utilizzare i canali tradizionali, e cioè:
- Contact Center: contattando il numero verde gratuito 803 164 da rete fissa, o 06 164164 da rete mobile
- Caf e patronato: recandosi personalmente al centro di assistenza fiscale più vicino.
Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento.
Non offriamo alcun tipo di consulenza finanziaria. L’articolo ha uno scopo soltanto informativo e alcuni contenuti sono Comunicati Stampa
scritti direttamente dai nostri Clienti.
I lettori sono tenuti pertanto a effettuare le proprie ricerche per verificare l’aggiornamento dei dati.
Questo sito NON è responsabile, direttamente o indirettamente, per qualsivoglia danno o perdita, reale o presunta,
causata dall'utilizzo di qualunque contenuto o servizio menzionato sul sito https://www.borsainside.com.
Piattaforme consigliate per fare trading sulle azioni Meta
Il vostro capitale è a rischio. Considera la perdita di denaro dal 51% (eToro) fino all’89% (altri fornitori) con il trading CFD.