Di recente abbiamo parlato delle modifiche che la Legge di Bilancio 2021 introduce riguardo l’assegno di ricollocazione, ma cosa sappiamo di questa misura il cui scopo è quello di agevolare l’ingresso nel mondo del lavoro dei disoccupati italiani?

Vediamo quindi che cos’è e come viene utilizzato l’assegno di ricollocazione, iniziando col ricordare che questo assegno viene riconosciuto in maniera automatica a coloro che percepiscono il Reddito di Cittadinanza dal momento in cui firmano il Patto per il Lavoro.

Ma come funziona l’assegno di ricollocazione? Non si tratta di una novità introdotta nel 2019, infatti nasce con il Jobs Act come misura il cui scopo è migliorare il grado di occupabilità dei disoccupati, ma i risultati fino ad oggi raggiunti nell’ambito di questo obiettivo sono stati alquanto deludenti.

Si tratta tuttavia di uno strumento importante in quanto è a tutti gli effetti un assegno, o meglio un buono, destinato a chi percepisce il Reddito di Cittadinanza. Si tratta di un’agevolazione il cui importo è compreso tra i 250 e 5.000 euro, che viene erogato in relazione all’uso di specifici servizi presso il Centro per l’Impiego o presso Agenzie per il lavoro accreditate.

A ricevere l’assegno non sarà il beneficiario del reddito di cittadinanza in prima persona, infatti l’importo è destinato sì al disoccupato, ma ne beneficia in maniera indiretta visto che l’assegno sarà erogato dall’ANPAL al soggetto che ha contribuito alla ricerca del lavoro a seguito della stipula del Patto del Lavoro presso il Centro per l’Impiego.

Cos’è e a cosa serve l’assegno di ricollocazione

Mentre l’assegno di disoccupazione o altre forme di sostegno al reddito prevedono l’erogazione in forma monetaria al diretto interessato, l’assegno di ricollocazione viene riconosciuto sulla base di specifici requisiti e paramentri e non viene erogato in forma monetaria.

L’assegno di ricollocazione infatti è una sorta di buono che si può spendere presso i Centri per l’Impiego o le Agenzie per il Lavoro private per la ricerca di un impiego. Sarà poi l’ANPAL ad erogare a titolo di corrispettivo per la prestazione offerta al disoccupato, l’importo previsto dall’assegno di ricollocazione.

Possono richiedere l’assegno di ricollocazione già da qualche anno tutti quei lavoratori che ricevono l’indennità di disoccupazione NASPI, allo stesso modo in cui fino al 2018 potevano richiederlo coloro che percepivano il ReI (Reddito di Inclusione).

A partire dal 2019 l’assegno di ricollocazione viene riconosciuto automaticamente a chi percepisce il Reddito di Cittadinanza, diventando parte integrante del progetto di politiche attive per il lavoro cui si dà il via con la stipula appunto del Patto per il Lavoro.

Ci sono regole ben precise che definiscono il funzionamento dell’Assegno di Ricollocazione. Per le generalità dei disoccupati si è sempre trattato di una prestazione non obbligatoria, ma per chi riceve il Reddito di Cittadinanza alcune cose cambiano. Infatti in questo caso l’assegno viene assegnato in maniera automatica ed è obbligatorio per il beneficiario del sussidio utilizzare i servizi offerti dai CPI o da altri soggetti accreditati.

Se non altro però per il beneficiario del Reddito di Cittadinanza queste norme non costituiscono altri obblighi se non quello di firmare il Patto per il Lavoro. Non dovrà infatti preoccuparsi di richiedere l’Assegno di ricollocazione, perché questo sarà assegnato in maniera automatica dal centro per l’Impiego entro 60 giorni dalla data in cui è stato firmato il Patto per il Lavoro.

Come funziona l’assegno di ricollocazione?

Abbiamo visto che, in linea generale, l’assegno di ricollocazione è un contributo che serve per agevolare l’ingresso nel mondo del lavoro per i disoccupati, in particolare per coloro che beneficiano dell’indennità di disoccupazione Naspi e per chi riceve il Reddito di Cittadinanza.

Lo scopo dell’Assegno di Ricollocazione quindi è quello di aiutare il disoccupato a trovare un nuovo impiego, ma il contributo come abbiamo spiegato non viene erogato direttamente al disoccupato, bensì all’ente che svolge il servizio grazie al quale il diretto interessato viene immesso nuovamente nel mondo del lavoro.

L’Assegno di Ricollocazione non viene infatti riconosciuto in forma monetaria al disoccupato, ma viene erogato sotto forma di voucher dallo Stato ai CPI (Centri per l’Impiego) o alle Agenzie per il Lavoro, e solo in seguito alla stipula del contratto di lavoro da parte del beneficiario.

L’ANPAL poi ha provveduto a fornire tutti dettagli relativi all’assegnazione dell’Assegno di Ricollocazione a seguito della stipula del Patto per il Lavoro da parte di chi beneficia del Reddito di Cittadinanza.

Ai beneficiari cui viene riconosciuto l’Assegno di Ricollocazione è fatto obbligo di scegliere entro 30 giorni il soggetto erogatore del servizio di assistenza intensiva per la ricerca di un impiego, pena la decadenza del benficio.

Il beneficiario può in questo caso scegliere sia un Centro per l’Impiego che una Agenzia per il Lavoro accreditata. Saranno questi enti alternativamente ad offrire i servizi di assistenza al beneficiario del sussido per agevolare la sua reintroduzione nel mondo del lavoro per un periodo pari a 6 mesi. Poi nel caso in cui rimanga una parte dell’importo ancora da utilizzare, l’attività di ricerca è prorogabile per ulteriori 6 mesi.

Lo scopo dell’Assegno di Ricollocazione è quello di facilitare la reintroduzione nel mondo del lavoro dei soggetti che percepiscono il Reddito di Cittadinanza. A tutti gli effetti un investimento da parte dello Stato a vantaggio del soggetto beneficiario, cui viene facilitato il compito di trovare un lavoro, e delle casse dello Stato, che risparmiano l’importo altrimenti dovuto al disoccupato per ulteriori X mesi senza lavoro.

L’importo dell’assegno di ricollocazione

Agire tempestivamente al fine di trovare prima possibile un nuovo impiego per il beneficiario del Reddito di Cittadinanza è nell’interesse del soggetto impegnato nel servizio di assistenza e tutoraggio, in quanto l’importo dell’asegno di ricollocazione dipende dal risultato occupazionale raggiunto.

L’importo dell’Assegno di ricollocazione varia infatti da un minimo di 250 euro fino ad un massimo di 5.000 euro in base a diversi fattori:

  • del valore dell’inidice di profilazione attribuito al beneficiario
  • del contratto alla base del rapporto di lavoro

Vediamo quindi quali sono gli importi minimi e massimi dell’AdR

  • Per un contratto a tempo indeterminato, comprensivo di apprendistato l’Assegno di Ricollocazione può andare da un minimo di 1.000 ad un massimo di 5.000 euro
  • In caso di contratto a termine di durata pari o superiore ai 6 mesi l’importo dell’AdR può andare da un minimo di 500 ad un massimo di 2.500 euro
  • In caso di contratto a termine di durata pari o superiore a 3 mesi e fino a 6 mesi, l’importo dell’AdR può andare da 250 a 1.250 euro.

Infine per quei casi in cui non viene raggiunto l’esito occupazionale viene riconosciuta solo una quota fissa in relazione al servizio di “assistenza intensiva alla ricollocazione” che prevede l’individuazione del tutor e la definizione del programma. Si parla in questo caso di una quota fissa chiamata Fee4Services.

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