È stato confermato proprio nei giorni scorsi il taglio delle pensioni che prevede una decurtazione dell’assegno che oscilla tra il 15% ed il 40% del suo importo. Il taglio però non interesserà tutti i pensionati indistintamente, ma solo alcuni di essi, come stabilito dalla legge n. 145 del 30 dicembre 2018 entrata in vigore a partire dal 1° gennaio 2019.
Sarà infatti il terzo anno consecutivo a vedere applicato il taglio tra il 15% ed il 40% di alcuni assegni pensionistici. Per la maggior parte dei pensionati italiani però non ci sarà nessuna novità in tal senso, ma vediamo esattamente cosa succederà con le pensioni del 2021.
Quali pensioni saranno tagliate nel 2021?
L’Inps ha emesso nei giorni scorsi una circolare con la quale chiarisce quali sono i pensionati che si vedranno ritoccato l’assegno della pensione nel 2021. Per la stragrande maggioranza dei pensionati italiani le variazioni sull’importo saranno minime, ma per alcuni il taglio passerà tutt’altro che inosservato.
Come l’Inps ha spiegato nella circolare n. 148 del 18 dicembre 2020, la maggior parte delle pensioni non subiranno un vero e proprio taglio, infatti l’importo sarà praticamente lo stesso dell’anno precedente.
A subire un taglio anche consistente saranno solo le cosiddette pensioni d’oro, cioè quelle pensioni il cui importo è superiore a 100 mila euro lordi l’anno.
Con la Legge di Bilancio 2019 infatti il primo governo Conte ha introdotto due norme il cui obiettivo era quello di ridurre o almeno contenere la spesa previdenziale dell’INPS.
La prima norma riguardava il meccanismo di riduzione progressiva della rivalutazione automatica delle pensioni di importo superiore a tre volte la pensione minima con riferimento al triennio 2019-2021.
La seconda norma prevede invece che a partire dal 1° gennaio 2019, cioè dalla data in cui è entrata in vigore la legge n. 145 del 30 dicembre 2018 cui accennavamo in apertura “i trattamenti pensionistici diretti complessivamente eccedenti l’importo di 100.000 euro lordi su base annua sono ridotti di un’aliquota percentuale in proporzione agli importi dei trattamenti pensionistici”.
La circolare dell’Inps n. 148 del 18 dicembre 2020 spiega infatti che “il comma 262 dell’articolo 1 della legge n. 145/2018 stabilisce che gli importi di pensione da considerare ai fini della riduzione siano annualmente rivalutati secondo il meccanismo di cui all’articolo 34, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448”.
Per il 2021 confermato il taglio delle pensioni d’oro
Il taglio delle pensioni per i 12 mesi del 2021 che interesserà gli importi lordi annui superiori a 100.200 euro verrà applicato in misura diversa, con una decurtazione che va dal 15% al 40% dell’importo, in base ai 5 scaglioni individuati dall’Inps.
Non saranno invece interessati dal taglio delle pensioni coloro che percepiscono un trattamento pensionistico di importo annuo lordo inferiore ai 100.200 euro, mentre nel 2020 la soglia era fissata a 100.160 euro.
Il taglio dell’importo della pensione del 15% interesserà la parte eccedente delle pensioni da 100.200,01 euro fino a 130.260 euro. Il taglio del 25% invece riguarderà il secondo scaglione, che è quello con importi annui lordi da 130.260,01 euro a 200.400 euro. I pensionati che rientrano nel terzo scaglione subiranno invece un taglio del 30% sull’importo delle pensioni per la parte eccedente tra 200.400,01 e 350.700 euro.
Si arriva quindi al taglio delle pensioni del 35% per la parte eccedente tra 350.700,01 e 501.000 euro lordi annui, per poi giungere con il quinto scaglione al taglio dell’assegno pensionistico del 40% per la parte eccedente importi annui lordi superiori a 501.000 euro.
La Legge di Bilancio 2019 aveva previsto che questo cosiddetto contributo di solidarietà sarebbe stato versato per un totale di 5 anni, quindi dal 2019 al 2023, ma questo solo fino alla recente pronuncia della Corte Costituzionale che ha poi anticipato la scadenza al 31 dicembre 2021, portando il totale a 3 anni.
La Legge di Bilancio 2021 recepisce quindi il nuovo termine confermando quindi quanto stabilito con la sentenza della Corte Costituzionale del 22 ottobre scorso.
La sentenza della Corte Costituzionale di fatto approva solo una parte della misura introdotta dal primo governo Conte con la Legge di Bilancio 2019. Infatti se definisce legittimo il taglio delle pensioni d’oro da una parte, dall’altra contesta la durata temporale inizialmente stabilita dall’esecutivo.
Secondo la Corte Costituzionale infatti la durata temporale non deve essere “eccessiva rispetto all’ordinaria proiezione triennale del bilancio di previsione dello Stato”. Ecco quindi che il taglio delle pensioni, che continuerà ad interessare anche per il 2021 solo le cosiddette pensioni d’oro, sarà applicato per ulteriori 12 mesi, dopodiché sarà abrogato e non verrà applicato né per il 2022 né per il 2023.
Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento.
Non offriamo alcun tipo di consulenza finanziaria. L’articolo ha uno scopo soltanto informativo e alcuni contenuti sono Comunicati Stampa
scritti direttamente dai nostri Clienti.
I lettori sono tenuti pertanto a effettuare le proprie ricerche per verificare l’aggiornamento dei dati.
Questo sito NON è responsabile, direttamente o indirettamente, per qualsivoglia danno o perdita, reale o presunta,
causata dall'utilizzo di qualunque contenuto o servizio menzionato sul sito https://www.borsainside.com.
Migliori Piattaforme di Trading
Il vostro capitale è a rischio. Considera la perdita di denaro dal 51% (eToro) fino all’89% (altri fornitori) con il trading CFD.