Non è ancora una certezza, ma sembra che con il decreto Ristori quater si vada verso una ulteriore proroga delle scadenze fiscali. La data del 30 novembre per il versamento del primo acconto Irpef, Ires e Irap potrebbe infatti slittare con il quarto decreto ristori, permettendo così alle imprese di guadagnare tempo prezioso per mettersi in pari.

Entro la data di lunedì 30 novembre, partite Iva e professionisti dovrebbero versare il primo acconto delle tasse congelate coi precedenti decreti, ma si spera che entro la giornata di oggi si giunga all’approvazione di una ulteriore proroga che dovrebbe essere contenuta nel quarto decreto Ristori.

E nello stesso decreto dovrebbero essere inserite anche misure a sostegno delle famiglie tra cui spicca il bonus Natale, del quale l’INPS aveva di recente smentito l’esistenza. Il premier Giuseppe Conte però sembra aver confermato che ci sarà e sarà destinato ai nuclei familiari in difficoltà.

Cosa ci sarà nel decreto Ristori quater?

Con il quarto decreto Ristori l’esecutivo intende introdurre nuovi aiuti per le partite Iva e per le imprese con fatturato fino a 50 milioni di euro. Per poter accedere alle misure del nuovo decreto Ristori però è necessario che sussista la condizione di aver subito perdite rilevanti a causa delle misure restrittive imposte coi vari DPCM.

In che modo si va quindi ad intervenire a sostegno di imprese e partite Iva? La strada imboccata è ancora una volta quella del congelamento delle scadenze fiscali sull’Irpef, Irap e Ires. Si tratta già di somme tutt’altro che trascurabili, visto che per il solo mese di novembre il Fisco dovrebbe incassare qualcosa come 1,7 miliardi di euro di acconti.

Se la proroga dovesse essere confermata nel testo definitivo del decreto Ristori quater, per le casse centrali e per quelle degli enti locali ci sarà un ammanco notevole, ma nonostante questo si pensa anche ad introdurre misure a sostegno delle famiglie, come il bonus una tantum per Natale, che Giuseppe Conte ha proposto per i lavoratori che sono in cassa integrazione.

Con il decreto Ristori quater stop alle tasse, ecco per chi

Con il quarto decreto Ristori potrebbero essere stanziate nel mese di dicembre risorse pari a un terzo dell’intero intervento che dovrebbe assorbire tra le altre cose l’ulteriore scostamento di bilancio del valore di 8 miliardi di euro.

Sullo scostamento di bilancio le forze che compongono la maggioranza dovrebbero poter contare sull’appoggio anche di una parte dell’opposizione, quindi salvo imprevisti ci dovrebbero essere tutte le premesse per poter procedere senza grossi ostacoli.

Nel frattempo c’è grande attesa per conoscere quali saranno le nuove date delle scadenze di dicembre. Il sito dell’Agenzia delle Entrate infatti non riporta ancora la lista delle scadenze del prossimo mese, proprio perché si attende che il governo sciolga varie riserve, e chiarisca su quali tasse intende intervenire e per quali soggetti sarà prevista la sospensione.

Da quel che è trapelato nelle ultime ore si dovrebbe trattare di un intervento piuttosto importante con risorse per 3,1 miliardi di euro destinate alle imprese e alle partite Iva con fatturato fino a 50 milioni di euro che abbiano registrato un calo delle entrate nel mese di novembre 2020.

Il rapporto per stabilire la presenza di questo requisito verrà fatto con ogni probabilità con lo stesso periodo dell’anno 2019, e si sta attualmente dibattendo su quale possa essere il margine di variazione ammesso. Ad esempio nel terzo decreto Ristori il margine di scostamento ammesso per i vari interventi era del 33% e forse con il nuovo decreto sarà aumentato al 50%.

Ricordiamo che a dicembre 2019 cadevano le scadenze per il versamento delle imposte sui redditi, la rata di rottamazione e saldo e stralcio delle carelle, e quello dell’invio della dichiarazione Irpef, Ires e Irap, nonché le comunicazioni Iva. Alla data del 27 dicembre 2019 si faceva riferimento invece per il versamento dell’acconto IVA.

Confermata la cancellazione del saldo IMU

Tra le prossime scadenze troviamo quella del 16 dicembre, che segna la data del versamento del saldo dell’IMU, la cui seconda rata era stata però cancellata già con il primo decreto Ristori per tutte quelle attività commerciali che sono state inserite in zona rossa.

Il decreto Ristori bis e il decreto Ristori ter hanno poi rafforzato questa misura estendendola ad una platea più ampia.

Con il decreto Ristori quater inoltre si va a cancellare la seconda rata dell’IMU per tutte le imprese e le partite IVA con un fatturato fino a 50 milioni di euro che abbiano registrato una riduzione del fatturato di novembre 2020 del 50% rispetto a quello di novembre 2019. Un provvedimento che però non è ancora stato ufficialmente confermato.

Conte conferma il Bonus Natale da 500 euro

Oltre allo stop alle tasse per le imprese e per i soggetti con partita Iva, nel decreto Ristori quater sono contenute delle misure a sostegno delle famiglie, come ad esempio il bonus Natale che proprio qualche giorno fa l’Inps aveva smentito.

Il premier Conte ha infatti confermato l’esistenza di questo bonus una tantum per Natale che dovrebbe essere destinato a quei lavoratori che si sono trovati o si trovano in cassa integrazione da almeno 8 settimane. Si tratta di aiuti economici che dovrebbero sostenere le famiglie in difficoltà in occasione dell’arrivo delle festività natalizie.

La misura però costa 1,6 miliardi di euro allo Stato, pari alla cifra che serve per la sospensione delle scadenze fiscali di novembre. Non tutti infatti sembrano convinti che le casse pubbliche siano in grado di sostenere anche questo pacchetto di aiuti.

E tuttavia vi sono anche altre misure da introdurre, ne hanno parlato i vari ministri. Il ministro della Cultura, Dario Franceschini ha proposto un aiuto per il settore del cinema che dovrebbe prevedere l’istituzione di un fondo da 600 milioni di euro. Stefano Fassina di LeU invece chiede una moratoria sugli affitti per chi ha difficoltà a far fronte a questa spesa.

Per il settore giochi stop alle tasse

Quello dei giochi a premi è uno dei settori che hanno risentito maggiormente delle misure restrittive imposte dall’esecutivo coi vari DPCM firmati da Giuseppe Conte. Molti punti gioco e scommesse, gli angoli slot dei bar e gli altri esercizi autorizzati sono praticamente fermi da mesi.

L’imposta che i concessionari dei giochi a premi sono tenuti a pagare è il prelievo unico erariale, e si basa proprio sulla raccolta, cioè sugli importi giocati. Il prelievo fiscale avviene ogni bimestre sulle basi della raccolta del bimestre precedente, ma ora, con la chiusura dei punti gioco i concessionari che dovrebbero pagare il PREU non hanno la disponibilità economica per adempiere ai propri obblighi.

Uno stop obbligato quindi quello che dovrebbe interessare la riscossione delle tasse da parte dei concessionari del gioco d’azzardo legale, visto che adempiere è praticamente impossibile visto lo stop imposto coi vari Dpcm.

Tra l’altro il PREU vale il 23,85% sulla raccolta per le slot a moneta, mentre per le videolottery si scende all’8,5%. A partire dal gennaio 2021 poi gli importi salgono rispettivamente al 24% e all’8,6%. Dal mancato incasso del Preu per le casse dello Stato si parla di una perdita di gettito di circa 600 milioni di euro.

Il quinto decreto Ristori a gennaio 2021

Il decreto Ristori quater non sarà l’ultimo evidentemente, infatti mentre ancora vengono definiti i dettagli di questo decreto, emerge la necessità di un nuovo decreto Ristori che dovrebbe essere emanato a gennaio.

Il quinto decreto Ristori dovrà intervenire sull’intero territorio nazionale, ed avrà la funzione di sostenere tutte le parti sociali, imprenditoriali e famigliari, indipendentemente dalla classificazione di rischio finora in vigore per le varie Regioni.

Tra le possibilità sembra che la più gettonata al momento sia quella di procedere con contributi, aiuti e bonus a fondo perduto a quelle categorie che hanno subito i più pesanti danni economici per via delle misure restrittive, con particolare riferimento alle restrizioni imposte coi Dpcm del 24 ottobre e del 3 novembre.

Per quanto riguarda questo ulteriore intervento si prevede che sia di tipo perequativo, raggiungendo i beneficiari con aiuti diretti sotto forma di bonifici.

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