A riconoscere ai professionisti delle prestazioni assistenziali di carattere straordinario si sono mosse le Casse, che hanno garantito degli aiuti economici alle partite Iva anche nel caso in cui i soggetti risultino titolari di pensioni.

L’aiuto è destinato a quegli iscritti che per via del Covid-19 sono stati ricoverati in strutture sanitarie nel periodo compreso tra il 1° febbraio 2020 e il 31 dicembre 2020. Non solo, perché il bonus è anche riservato a quei soggetti, titolari di partita Iva, che sono stati posti in isolamento sanitario obbligatorio e quindi hanno dovuto lasciare il lavoro per tutto il periodo della durata della quarantena prevista per il Coronavirus.

Gli aiuti sono destinati al titolare di partita Iva anche nel caso in cui non sia egli stesso in prima persona a risultare positivo al tampone, ma sia comunque sottoposto ad obbligo di isolamento domiciliare per via di contatti stretti con persone che sono risultate positive al Covid-19.

Inoltre il bonus è destinato anche nel caso di decesso del coniuge del titolare di partita Iva a patto che questi risulti regolarmente iscritto alla Cassa di previdenza, oppure in caso di decesso dei figli conviventi classificato come decesso per Covid-19.

La Cassa forense proroga i rimborsi fino al 31 dicembre 2020

I rimborsi relativi al periodo che va dal mese di febbraio al mese di dicembre 2020 sono stati prorogati dalla Cassa forense in seguito alla riunione che si è svolta il 15 ottobre scorso.

Si tratta come accennato di aiuti destinati si soggetti titolari di partita Iva che risultano regolarmente registrati, e ai pensionati. Più nello specifico, il Consiglio di Amministrazione della Cassa Forense ha disposto la proroga al 31 dicembre 2020 per la remunerazione dei bonus istituiti per le prestazioni assistenziali straordinarie nell’ambito dell’emergenza sanitaria Covid-19.

Gli aiuti sono destinati sia ai soggetti titolari di partita Iva iscritti alla Cassa, sia ai familiari superstiti in caso di decesso. Le risorse messe in campo dalla Cassa Forense a copertura dei bonus assistenziali erano inizialmente di 1,5 milioni di euro, ma in seguito sono state stanziate ulteriori risorse per altri 1,5 milioni.

Chi può ricevere i bonus della Cassa previdenziale

Per capire quali sono i potenziali beneficiari dei bonus della Cassa previdenziale ci basiamo su quanto si legge nel comunicato della Cassa Forense. Si specifica infatti che possono richiedere i contributi i soggetti regolarmente iscritti, come:

  • Avvocati: nel caso di ricovero in struttura sanitaria o di isolamento domiciliare predisposto per contagio del soggetto o per contatto diretto con persone risultate positive al tampone
  • Superstiti: in caso di decesso del coniuge del professionista iscritto, oppure di figli conviventi per via del Covid-19 nel periodo di tempo compreso tra il 1° febbraio e il 31 dicembre 2020.

Bonus di 1.000 euro in caso di quarantena obbligatoria

A quei titolari di partita Iva che sono stati sottoposti al regime di isolamento domiciliare nell’ambito dell’emergenza sanitaria Coronavirus è destinato un bonus del valore di 1.000 euro. La remunerazione è destinata alle partite Iva per le istanze pervenute dopo la data del 15 ottobre 2020 nei casi in cui non siano risultati positivi al tampone per il Covid-19.

Non ci sono novità invece per quel che riguarda i contributi previsti per i casi di ricovero in una struttura sanitaria, così come non cambia niente per i casi di isolamento sanitario obbligatorio per i contagiati da Covid-19.

Non cambiano nemmeno i contributi a favore dei superstiti nel caso di decesso del coniuge del titolare di partita Iva o dei figli conviventi con il suddetto titolare, che siano deceduti dopo aver contratto il virus nel periodo di tempo compreso tra il 1° febbraio e il 31 dicembre 2020.

Bonus da 1.500 a 7.500 euro per i titolari di partita Iva

Ai professionisti titolari di partita Iva, la Cassa Forense riconosce contributi da 1.500 a 7.500 euro in base ad alcuni fattori che elenchiamo di seguito.

  • 5.000 euro in caso di ricovero presso una struttura ospedaliera
  • 3.000 euro in caso di quarantena obbligatoria per aver contratto il Coronavirus
  • 1.500 euro in caso di isolamento domiciliare per essere entrato in stretto contatto con un soggetto risultato positivo al tampone per il Covid-19
  • 7.500 euro in caso di quarantena obbligatoria, ma solo se è subentrato il decesso del coniuge
  • 5.000 euro per i familiari superstiti del professionista deceduto e classificato come decesso Covid-19.

Professionisti esclusi dai bonus, il parere dell’Inarsind

Nei mesi scorsi il governo ha provveduto a riconoscere alle Partite Iva professionisti l’accesso a bonus da 600 euro per marzo e aprile, bonus che poi sono stati portati a 1.000 euro a maggio.

In seguito però le misure introdotte a sostegno di queste categorie da parte dell’esecutivo non sono state ritenute sufficienti, ed è per questo che le Casse di previdenza private sono intervenute con degli aiuti che hanno la funzione di colmare le mancanze del governo.

L’esecutivo guidato da Giuseppe Conte ha emanato varie misure a sostegno delle partite Iva, tra cui contrivuti a fondo perduto e indennizzi, tuttavia sono necessari interventi più estesi per via della sempre più ampia portata ‘distruttiva’ del progressivo aumento delle restrizioni in tutta Italia con l’istituzione delle tre fasce di rischio.

Limitazioni che, come spiegato dal sindacato Nazionale di Architetti ed Ingegneri liberi professionisti Inarsind, producono i propri effetti nefasti sull’economia non solo nelle Regioni in zona Rossa, ma anche nelle altre Regioni, coinvolgento su vari livelli un indotto tutt’altro che circoscritto in una sorta di effetto domino.

A pagare le conseguenza della chiusura, a volte temporanea ma spesso definitiva, delle attività commerciali, sono quindi anche i professionisti che con queste attività hanno un rapporto di lavoro. Sono molte infatti le consulenza annullate o rimandate viste le situazioni di incertezza e di difficoltà economiche in cui le attività ed i privati cittadini continuano a trovarsi sempre con maggior frequenza.

Roberto Rezzola, presidente dell’Inarsind ha spiegato che il governo è intervenuto immettendo liquidità immediata per le partite Iva, ma nel pacchetto non sono previsti bonus per i professionisti.

Tra l’altro nel breve termine non si intravedono svolte positive, e questo non può che indurre a temere il peggio, e con una liquidità compromessa potrebbero venir meno gli impegni programmati, ed a rischio ci sarebbero anche gli stipendi di collaboratori e dipendenti. 

Come fare domanda per i bonus

Come accennato, la seconda ondata del Coronavirus, ma soprattutto la seconda ondata di misure restrittive introdotte, stanno causando una lunga serie di drammatiche ripercussioni su un elenco sempre più lungo di attività commerciali e di professionisti.

La chiusura di molte attività commerciali, a cominciare da quelle che operano nel settore della ristorazione, non si ripercuote solo sugli esercizi la cui chiusura viene decretata con i vari Dpcm firmati da Conte, ma anche su quei professionisti che con queste attività hanno in essere rapporti di lavoro che vengono inevitabilmente ad essere sospesi fino a data da destinarsi.

Per questo non sono i soli codici Ateco previsti nel decreto Ristori ad aver diritto a bonus e indennizzi, ma anche le partite Iva.

I professionisti con partita Iva possono invece fare affidamento sui bonus previsti dalle Casse private. Per accedere a questi aiuti è necessario presentare regolare istanza entro il 31 dicembre 2020. La domanda deve essere inviata alla Cassa Forense tramite PEC, oppure con raccomandata A/R.

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