Sono molte le novità per il 2021 che verranno introdotte con la nuova manovra economica cui sta lavorando l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte. Tra pensioni, assegni familiari e aiuti destinati al mondo del lavoro, il disegno di legge si compone di 228 articoli che al momento stanno attraversando l’iter parlamentare dal quale emergerà il testo definitivo della Legge di Bilancio 2021.

Il percorso parlamentare naturalmente potrà apportare delle modifiche anche piuttosto rilevanti all’attuale disegno di legge, attraverso i vari emendamenti che verranno presentati. Al momento il Cdm ha posto l’autorizzazione a procedere sulla base di alcuni principi cardine sui quali la manovra economica attualmente si basa.

Vediamo quindi quali sono i provvedimenti principali che saranno introdotti con la Legge di Bilancio 2021, con particolare attenzione per: assegno familiare unico, reddito di cittadinanza, taglio del cuneo fiscale, investimenti per il Sud, piano crescita per le imprese che assumono persone di età inferiore ai 35 anni, proroga della Cassa integrazione per Covid-19, blocco dei licenziamenti, congedo parentale, riforma delle pensioni, Quota 100, Ape sociale e opzione Donna.

Pensioni: confermata Opzione Donna e Ape Sociale, Quota 100 fino a scadenza nel 2022

Con la proroga di Opzione Donna, le donne che lavorano come dipendenti dal 1962 e le lavoratrici autonome dal 1961 potranno accedere alla misura con i requisiti maturati entro la data del 31 dicembre 2020.

Ricordiamo che i requisiti anagrafici e contributivi che permettono alle lavoratrici di accedere anticipatamente al trattamento pensionistico rimangono stabili. Con Opzione Donna potranno andare in pensione a 58 anni di età le lavoratrici dipendenti e a 59 anni di età le lavoratrici autonome, con una anzianità contributiva di 35 anni che dovranno risultare maturati entro il 31 dicembre 2020.

Per quanto riguarda l’Ape sociale, anche questa misura sembra essere confermata nella Legge di Bilancio, con validità fino al 31 dicembre 2021. Nel dettaglio ricordiamo che per accedere all’Ape Sociale è necessario essere in possesso di requisiti contributivi e anagrafici.

I lavoratori devono aver raggiunto l’età anagrafica di 63 anni ed un’anzianità contributiva di 30 anni. Se la mansione rientra nei cosiddetti lavori gravosi il requisito contributivo si sposta a 36 anni. Non abbiamo ancora però la definizione per intero dell’ampliamento delle categorie di lavoratori che possono beneficiare dell’Ape sociale.

Non cambia sostanzialmente nulla per Quota 100, che resta in vigore come previsto fino al 31 dicembre 2021. Per andare in pensione con Quota 100 sono necessari requisiti contributivi e anagrafici, quindi 38 anni di contributi e 62 anni di età.

Allo scadere di Quota 100, quindi a partire dal 1° gennaio 2022, se non subentra la riforma delle pensioni per la quale non abbiamo ancora riferimenti legislativi, ci si troverà davanti al cosiddetto scalone con il passaggio a requisiti molto distanti da quelli previsti dalla misura sperimentale voluta dalla Lega.

L’esecutivo continua a puntare su misure attive nel welfare

È abbastanza evidente che l’attuale esecutivo intende continuare a spingere sul welfare, anche con l’introduzione dell’assegno familiare unico che è stato inserito nella Legge di Bilancio 2021, e che sarà disponibile per le famiglie che possiedono i requisiti a partire dal 1° luglio 2021.

Con l’introduzione dell’assegno familiare unico si andranno ad esaurire le altre forme assistenziali previste fino ad oggi. L’assegno universale raggiunge infatti un’ampia platea di beneficiari, tra incapienti, lavoratori dipendenti e autonomi.

A poter accedere a questa misura saranno circa 10 milioni di cittadini cui spetterà un assegno il cui importo dovrebbe aggirarsi intorno ai 250 euro calcolato per ogni figlio a carico a partire dal 7° mese di gravidanza e fino al raggiungimento dei 21 anni di età.

L’erogazione dell’assegno familiare da parte dell’Inps tiene conto di diversi fattori, tra i quali il reddito ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente).

Per finanziare questa misura sono stati stanziati per l’anno 2021 circa 3 miliardi di euro, ed è previsto che per il 2022 lo stanziamento salga fino a 6 miliardi.

Infine, sempre nell’ambito delle misure a sostegno della famiglia ricordiamo che con la Legge di Bilancio dovrebbe essere anche previsto un congedo parentale per i padri, che permetterebbe loro di ottenere fino a 7 giorni dal lavoro in occasione della nascita di un figlio.

Nella Legge di Bilancio 2021 sgravi fiscali, credito d’imposta e taglio dei contributi

Con la manovra economica l’esecutivo giallo rosso prova ad introdurre ulteriori sgravi per il Sud, con un regime fiscale ancora più vantaggioso per le imprese meridionali. In questo campo sono stati stanziati in tutto circa 14,4 miliardi di euro a copertura del triennio 2021/2023.

Per il 2021 è stato anche previsto il differimento del credito d’imposta, inoltre si va a rafforzare il piano delle assunzioni con uno stanziamento di 5 miliardi di euro, attraverso un taglio dei contributi del 30% a favore delle imprese che assumono.

Le aziende che assumono con contratto a tempo indeterminato potranno fruire di un esonero contributivo fino al limite di 8.069 euro annui. Grazie ai nuovi incentivi si mira ad agevolare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, infatti le aziende che assumono persone di età compresa tra i 16 ed i 25 anni potranno ottenere un esonero totale dei contributi.

Una misura che fu introdotta con il decreto Legge n. 104/2020 e che sarebbe in scadenza al 31 dicembre 2020, ma che viene rinnovata per il 2021 con la manovra finanziaria.

Confermato anche il taglio del cuneo fiscale con bonus in busta paga di 100 euro per lavoratori dipendenti con reddito fino a 28.000 euro, e con detrazioni fiscali per i redditi compresi tra 28.000 e 40.000 euro lordi.

Per le aziende che assumono lavoratori under 35 è inoltre previsto l’esonero contributivo totale per tre anni. Questo provvedimento tra l’altro è riservato all’intero territorio nazionale.

Infine si introducono sostegni per le donne che permetteranno una decontribuzione valida per due anni fino ad un tetto massimo di 6.000 euro.

Misure di sostegno nell’ambito dell’emergenza Covid-19

L’esecutivo ha messo in campo una lunga serie di misure a sostegno del reddito che dovrebbero aiutare le famiglie ed i lavoratori italiani ad uscire fuori in qualche modo dalla crisi economica dovuta alle misure restrittive imposte coi vari Dpcm.

Uno dei provvedimenti più importanti adottato dal Governo è quello della Cassa Integrazione per Covid-19 che è stata differita fino al mese di marzo 2021. Questo vuol dire che le aziende che si trovano in cattive acque per via delle misure restrittive e della crisi economica da esse causata, potranno beneficiare per un minimo di 12 settimane di Cassa integrazione ordinaria per il periodo che va dal 1° gennaio 2021 al 31 marzo 2021.

Invece per quel che riguarda la cassa integrazione in deroga le settimane sono distribuite nel periodo di tempo compreso tra il 1° gennaio 2021 e il 30 giugno 2021. Al tempo stesso l’esecutivo provvede, con la manovra economica 2021 a differire lo stop ai licenziamenti fino al 31 marzo 2021.

Quanto al comparto sanitario il governo ha stanziato un miliardo di euro per coprire il Fondo Sanitario Nazionale. Si prevede un incremento del personale per il 2021 con l’assunzione a tempo determinato di 30 mila medici e infermieri. Si introduce inoltre un aiuto sotto forma di indennità contrattuale e si stanzia un fondo ad hoc per le spese relative al vaccino per il Coronavirus.

Infine il Reddito di Cittadinanza, che nonostante alcune polemiche anche all’interno della stessa maggioranza, viene confermato per il 2021 con lo stanziamento delle risorse necessarie a coprire le spese della misura che viene tra l’altro confermata fino al 2029.

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