Ci sono alcuni interessanti cambiamenti in arrivo con la Legge di Bilancio 2021, con la quale si andranno a gettare le basi per quella riforma del Fisco di cui molto si è dibattuto all’interno della maggioranza.

La vera notizia però riguarda il bonus in busta paga da 100 euro, che con la manovra economica cui sta lavorando l’esecutivo sarà confermato anche per il 2021 e senza scadenza almeno per alcune fasce di reddito.

Riforma fiscale, ecco in che direzione si sta andando

Sembra proprio che in ballo ci siano dei cambiamenti non da poco, una parte dei quali inizieranno a concretizzarsi a partire dal 2021, mentre per tutte le altre novità inerenti la riforma del fisco, tra cui una rivisitazione degli scaglioni, si dovrà attenere il 2022.

Tra le misure su cui il Governo giallo-rosso sta lavorando troviamo nell’ambito della riforma fiscale il taglio dell’Irpef previsto per il 2022, ma anche l’assegno unico per i figli che dovrebbe invece partire già dal 2021. Inoltre si procede con il taglio del cuneo fiscale, confermato anche per il 2021 per i redditi fino a 28.000 euro.

Per i lavoratori i punti di maggior interesse sono rappresentati chiaramente dal bonus da 100 euro in busta paga con il taglio del cuneo fiscale appunto, e la revisione degli incentivi per le famiglie, andando anch’essi ad incidere direttamente sull’importo dello stipendio.

Il governo starebbe lavorando poi per la riforma delle aliquote Irpef, che però prima del 2022 non produrrà nessun cambiamento tangibile.

Cosa cambia per la busta paga?

In base a quanto è stato anticipato dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, se la revisione delle aliquote Irpef dovrebbe essere pronta per il 2022, nelle buste paga degli Italiani qualcosa inizierà a cambiare già dal 2021, vista la conferma del bonus da 100 euro per i lavoratori con reddito fino a 28.000 euro.

Qualcosa quindi per quel che riguarda il pagamento dell’Irpef, che per i lavoratori dipendenti avviene in automatico con una riduzione dell’importo in busta paga, cambia già a partire dal prossimo anno.

Gli scaglioni di reddito sui quali si va a calcolare l’Irpef sono attualmente cinque, con aliquote che vanno dalla più bassa fissata al 23%, fino alla più alta che raggiunge il 43%. C’è poi una sorta di no tax area che è riservata a quai contribuenti che registrano un reddito fino ad un massimo di 8.000 euro l’anno.

Con la riforma dell’Irpef, che per i lavoratori dipendenti viene trattenuta direttamente in busta paga come sappiamo, la tassazione dovrebbe diventare più proporzionale, mentre al momento risulta essere decisamente alta.

Non ci sono tuttavia delle certezze per quel che riguarda il modo in cui le aliquote Irpef verranno modificate, ma stando alle prime indiscrezioni il punto di riferimento è rappresentato dal modello progressivo tedesco, che prevede l’applicazione di aliquote che vanno dal 14% al 42%. Qualcosa cambierebbe quindi ma non si tratta esattamente di una rivoluzione.

Il percorso che porta alla riforma fiscale e alla modifica delle aliquote Irpef è irto di ostacoli, ed è l’economista Carlo Cottarelli a spiegare qual è la situazione e perché non è semplice alleggerire le tasse in busta paga.

“Il problema non è il numero delle aliquote, ma la complessità del calcolo della base imponibile per effetto di una pletora di deduzioni e detrazioni, il prodotto cumulato di decenni di governi che, per mostrarsi generosi hanno colto ogni occasione per premiare questo o quel settore, questa o quella attività” ha spiegato Cottarelli.

Stanno arrivando intanto le prime proposte su come intervenire sulla busta paga. Una di queste suggerisce di accorpare le aliquote centrali, cioè quelle che vanno dal 38% al 41% in un’aliquota unica che riguarderebbe quei redditi compresi tra i 28.000 e i 74.000 euro lordi annui.

C’è poi un’altra proposta, che proprio in questi giorni sta emergendo e che spingerebbe per una più equa tassazione del ceto medio attraverso un aumento degli scaglioni di reddito. Sarebbero interessati da una riforma in tal senso quei contribuenti che hanno un reddito compreso tra i 28.000 ed i 55.000 euro annui. L’ipotesi prevede tra le altre cose l’inserimento di una aliquota intermedia più bassa, probabilmente tra il 27 ed il 38%.

Confermato il bonus da 100 euro in busta paga

La notizia più interessante, nonché l’unica su cui sembrano esserci delle vere certezze, è quella della conferma del bonus da 100 euro in busta paga con il taglio del cuneo fiscale.

Anche per il 2021 infatti, quello che prima veniva chiamato bonus Renzi e che aveva l’importo di 80 euro, sarà erogato in busta paga per tutti quei lavoratori che hanno un reddito fino a 28.000 euro.

Potranno ricevere il bonus anche i lavoratori con reddito compreso tra i 28.000 ed i 40.000 euro, che però beneficeranno di un bonus di importo proporzionalmente inferiore in base al reddito effettivo, sotto forma di detrazione fiscale.

Il taglio del cuneo fiscale, che verrà confermato nella Legge di Bilancio 2021, diventa strutturale per i lavoratori con reddito fino a 28.000 euro. Resta invece sperimentale e quindi terminerà a fine 2021 per i lavoratori con reddito tra i 28.000 e i 40.000 euro, ma anche per queste fasce di reddito sembra che l’esecutivo abbia intenzione di prorogare il taglio del cuneo fiscale oltre il 2021.

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