A chiedere a gran voce la proroga della dichiarazione dei redditi al 10 dicembre 2020 sono i commercialisti, in Audizione al Senato sul decreto Ristori. La richiesta dell’ordine di spostare la scadenza dal 30 novembre al 10 dicembre 2020 è stata dai commercialisti definita come “il minimo sindacale transitorio”.
I commercialisti inoltre, sempre per quel che riguarda le scadenze fiscali, difendono il diritto degli intermediari a sospendere la propria attività nel caso di malattia grave, senza ripercussioni per la clientela.
Infine, nell’ambito della richiesta di prorogare la scadenza del modello Redditi, il Consiglio Nazionale dei Commercialisti ha perorato la causa dei liberi professionisti chiedendo che non restino esclusi dai contributi a fondo perduto che l’esecutivo ha previsto per le imprese.
Dichiarazione dei redditi: la proroga al 10 dicembre nel decreto Ristori bis
I Consiglieri nazionali dei Commercialisti delegati al Fisco, Gilberto Gelosa e Maurizio Postal, in Audizione al Senato, hanno chiesto al governo di equiparare la scadenza della dichiarazione dei redditi a quella del modello 770, raddoppiando la proroga già prevista dal primo decreto Ristori.
Attualmente la scadenza del modello Redditi sarebbe quella del 30 novembre 2020. Considerato che la scadenza del secondo acconto è stata già rinviata per un numero alquanto rilevante di imprese e professionisti, quello di fine novembre è l’appuntamento più importante per le partite Iva.
La situazione complessiva però non tende verso un miglioramento, con difficoltà operative evidenti per via delle nuove misure restrittive introdotte con il Dpcm del 5 novembre. Pertanto si pone l’esigenza di adeguare le proroghe fiscali già concesse e provvedendo ad estendere anche alla scadenza relativa alla dichiarazione dei redditi, la proroga prevista per i sostituti d’imposta che fissa la nuova data al 10 dicembre 2020.
I commercialisti però parlano solo di “un minimo sindacale transitorio” mentre l’obiettivo è quello di arrivare ad una riforma strutturale attraverso la quale si potrebbero ottenere proroghe automatiche delle scadenze nel caso di malattia del professionista.
Da parte del CNDCEC arriva quindi un sollecito rivolto alle istituzioni alle quali si chiede di velocizzare il confronto che riguarda il diritto alla malattia degli intermediari, dando la possibilità di sospendere l’attività lavorativa nei casi di malattia grave senza arrecare danni al contribuente assistito.
Nel decreto Ristori Bis i contributi a fondo perduto anche per i professionisti
I commercialisti hanno anche lavorato su questo fronte, affiancando alla richiesta per il rinvio della scadenza della dichiarazione dei redditi anche quella di estendere i contributi a fondo perduto anche ai liberi professionisti.
Visto il protrarsi di una situazione di emergenza che sta inducendo l’esecutivo ad intervenire con continue restrizioni che penalizzano fortemente oltre alle imprese anche i liberi professionisti, i Consiglieri Gelosa e Postal evidenziano che non è possibile continuare ad escludere dal fondo perduto e in generale dagli aiuti previsti per le imprese i professionisti.
I commercialisti quindi auspicano che con il decreto Ristori Bis al quale l’esecutivo sta attualmente lavorando i contributi a fondo perduto vengano estesi anche ai liberi professionisti.
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