Pagare le tasse non piace a nessuno, ma rappresentano la contropartita per beni e servizi offerti alla collettività, sebbene in Italia spesso la percezione sia quella che in cambio di imposte e tributi lo Stato non offra al cittadino quanto dovuto.
Ebbene in Italia le voci di spesa del cittadino che riguardano quanto dovuto allo Stato sotto forma di tasse, imposte e tributi vari non sono poche, ma facciamo un breve elenco e vediamo per quali di queste il decreto Rilancio ha introdotto un interessante sconto del 20% sull’importo da pagare.
Abbiamo anzitutto la tassazione dello stipendio attraverso le ritenute Irpef, ed a seconda dello scaglione Irpef in cui rientra il lavoratore, varia l’importo da corrispondere al Fisco sotto forma di imponibile e trattenuta Irpef. L’imponibile come sappiamo determina in quale fascia si ricade, con percentuali che vanno dalla più bassa fissata al 27% alla più alta che è del 43%.
Poi con il modello 730, il cittadino tra luglio e settembre paga quanto dovuto per il conguaglio Irpef, e qui si può essere a debito, il che significa che si deve pagare, o a credito e in questo secondo caso si riceve un rimborso.
Non dimentichiamo poi il pagamento dell’IVA che è il consumatore all’atto dell’acquisto a versare, e questa può essere al 4 al 10 o al 22% sul prezzo del bene o del servizio per il quale si paga. Inoltre c’è l’Iva che i professionisti pagano alle imprese attraverso versamenti periodici.
Ricordiamo a tal proposito che quando l’esecutivo era al lavoro sulla manovra economica 2020, quindi prima dell’emergenza Coronavirus, si parlava della sterilizzazione delle clausole di salvaguardia che imponevano un aumento progressivo dell’IVA, poi scongiurato ed ora vista la drammatica situazione economica, messo definitivamente da parte.
Tra le tasse che il cittadino è tenuto a pagare troviamo poi le varie accise sui carburanti, che corrispondono a circa metà dell’importo da pagare per litro di benzina/diesel. Infatti al momento siamo intorno agli 0,73 euro per litro di benzina e 0,62 euro per litro di diesel.
Tra le varie tasse che paghiamo troviamo anche i ticket sanitari, che sono anch’essi una forma di tributo corrisposta nell’ambito della spesa sanitaria. In ogni caso parliamo ancora una volta di denaro che il cittadino versa allo Stato in cambio di beni e servizi, e che in questo caso paga solo nel momento in cui richiede una prestazione sanitaria.
Abbiamo poi il bollo auto, tassa annuale che varia notevolmente in base al mezzo di trasporto per il quale viene pagata e che differisce tra una Regione e l’altra. Ed eccoci infine alle tasse locali, tra cui troviamo l’IMU e la TARI, ed è proprio su queste che è possibile ottenere uno sconto del 20% sull’importo da pagare.
Quali sono le modalità di versamento per il pagamento delle tasse?
Non tutte le tasse si pagano allo stesso modo, basti pensare all’Iva o alle accise sui carburanti, che paghiamo senza nemmeno rendercene conto in quanto parte del corrispettivo in denaro necessario per accedere al bene in questione.
L’Irpef per esempio la paghiamo ad ogni fine mese o in ogni caso con l’accredito dello stipendio, in quanto viene detratta direttamente dall’importo presente in busta paga.
Per pagare i tributi locali invece riceviamo una cartella per posta oppure via email. Per quanto riguarda le modalità di pagamento però alcune cose sono cambiate di recente, e se fino a qualche mese fa si potevano utilizzare metodi diversi, utilizzando il modello F24, ora non funziona più così.
Prima si poteva pagare via internet direttamente dal sito dell’ente locale usando la carta di credito, o in alternativa si poteva pagare attraverso la banca o l’ufficio postale, sia dallo sportello fisico che da quello online, o ancora per pagare ci si poteva recare presso le ricevitorie aderenti al circuito dei pagamenti della Pubblica Amministrazione come Sisal per esempio.
Per pagare il bollo auto invece ci si deve rivolgere agli sportelli dell’ACI, a quelli fisici delle agenzie o in alternativa si può pagare attraverso il loro portale online. Ma si può anche pagare presso i punti Sisalpay oppure con un bonifico direttamente dal proprio conto corrente postale o bancario.
L’obbligo di pagare la tasse solo con PagoPA
Ed ecco quali sono le novità che riguardano le modalità di pagamento delle tasse. Per tutti gli importi dovuti dal contribuente a favore dalla Pubblica Amministrazione da febbraio 2021 in poi si userà necessariamente il sistema nazionale PagoPA.
PagoPA, il portale che si userà quindi per tutti i pagamenti effettuati da cittadini e imprese verso qualsiasi tipologia di Ente pubblico, si sta gradualmente conformando a determinati standard e regole che sono stati definiti dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID).
Pagare con PagoPA sarà obbligatorio a partire dal 28 febbraio 2021 per tutti i pagamenti di tutte le PA. Il termine p stato prorogato con il decreto Semplificazioni, mentre la data inizialmente era fissata al 30 giugno 2020, e prima ancora al 31 dicembre 2019 che a sua volta è la proroga sulla data iniziale del dicembre 2018.
Dopo questa sequela di proroghe però sembra che la fatidica data stia per arrivare alla fine. Infatti stando agli ultimi dati comunicati dal dipartimento per l’Innovazione e le tecnologie presso la presidenza del Consiglio, al 31 dicembre le PA aderenti e PagoPA erano 18 mila, una quota pari all’80% del target da raggiungere. Quelle effettivamente attive però, quindi con almeno un pagamento effettuato, sono solo 4 mila.
Come fare per avere lo sconto del 20% su IMU e Tari?
Con il decreto Rilancio si decide di premiare chi per pagare le tasse locali sceglie come modalità di pagamento la domiciliazione bancaria. I contribuenti che pagano IMU e TARI con addebito su conto corrente bancario o postale infatti possono ricevere uno sconto del 20% sull’importo complessivo.
La possibilità di ricevere lo sconto riguarda solo IMU, TARI, Cosap e altre imposte locali, ma dal momento che si tratta appunto di tributi locali, l’esecutivo ha deciso di lasciare ai Comuni la scelta se offrire ai contribuenti la possibilità di accedere allo sconto del 20% o meno.
Questo vuol dire che lo sconto non è garantito per tutti, dipende dalla decisione presa dai singoli enti locali. Poi è subentrato l’obbligo di pagare attraverso PagoPA, che ha stroncato la possibilità di accedere allo sconto del 20% sul pagamento delle tasse locali, quantomeno a partire dall’entrata in vigore del nuovo obbligo.
Si può ancora avere lo sconto del 20% sulle tasse locali?
Con il decreto Rilancio si stabilisce che le pubbliche amministrazioni possano prevedere altri metodi di pagamento da parte dei cittadini, che quindi non sarebbero tenuti ad usare necessariamente PagoPA, e tra questi metodi alternativi troviamo naturalmente la domiciliazione bancaria.
Con addebito diretto su conto corrente bancario o postale quindi il contribuente può pagare l’IMU o la Tari. Ed è lo stesso decreto Rilancio a stabilire che gli enti locali possono anche premiare i contribuenti che decidono di pagare con domiciliazione bancaria, ai quali spetta uno sconto del 20% sull’aliquota.
Senza contare che l’obbligo di effettuare i pagamenti attraverso il portale PagoPA, come fa notare l’Antitrust, è prorogato al 28 febbraio 2021. L’Antitrust ha infatti evidenziato che modifiche, deroghe e proroghe sulla disciplina delle modalità di pagamento alle amministrazioni pubbliche hanno creato incertezza e condotto alcune amministrazioni a restringere le modalità ammesse per i versamenti.
Lo spazio di manovra per accedere allo sconto del 20% sulle tasse locali tra l’altro non si limita alla proroga di cui sopra, ma comprende anche una precisazione che arriva dalle stesse Linee Guida del Codice dell’Amministrazione Digitale, il quale prevede sì un obbligo generalizzato di utilizzo esclusivo della piattaforma PagoPA, ma al contempo non esclude la possibilità di servirsi di altri metodi di pagamento tra cui appunto la domiciliazione bancaria.
L’Autorità ha però fatto notare che nonostante quanto sopra esposto alcune Amministrazioni Pubbliche, anche di una certa importanza dal punto di vista demografico, hanno deciso di restringere al solo sistema PagoPA le modalità ammesse per i pagamenti, escludendo ad esempio la domiciliazione bancaria per il pagamento di IMU e TARI.
Come fare per ottenere lo sconto del 20% sul pagamento di IMU e TARI
Una volta accertato che l’ente locale verso il quale si effettua il pagamento delle imposte dovute preveda la possibilità per il contribuente di usufruire dello sconto del 20% sull’IMU e sulla TARI, non si deve far altro che procedere con la modifica del metodo di pagamento.
In pratica quindi si deve solo adottare la domiciliazione bancaria per l’addebito delle tasse locali quali IMU e TARI appunto, che verranno poi addebitate direttamente sul conto corrente bancario o postale.
Ricorrendo al modello RID quindi il contribuente si assicura lo sconto del 20% sull’importo totale da pagare per le tasse locali. Inoltre non bisogna sottovalutare l’aspetto della comodità, dal momento che il cittadino non dovrà più preoccuparsi di recarsi personalmente in posta per pagare tramite il modello F24.
Sul pagamento dell’IMU agevolazioni per anziani e disabili
Qualora il contribuente tenuto al versamento dell’IMU sia un anziano o un disabile che si trova ricoverato in via permanente presso una struttura di lunga degenza, vi è l’esenzione dal pagamento di questa tassa locale.
Sono quindi esentati dal pagamento dell’IMU quei cittadini anziani che hanno ormai la propria residenza in centri di cura a patto naturalmente che l’immobile di proprietà dell’anziano non risulti dato in locazione.
Anche in questo caso però l’ultima parola spetta ai Comuni, che possono decidere se applicare l’esenzione prevista dalla Legge di Bilancio 2020 oppure no.
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