Da domani niente più Superticket, abolito per tutti in tutta Italia dopo 9 anni dalla sua introduzione. Il superticket è una tassa aggiuntiva da 10 euro che il contribuente è tenuto a corrispondere, fino ad oggi, per le prestazioni specialistiche e diagnostiche, e dal 1° settembre non sarà più in vigore.

C’erano già delle differenze tra le varie regioni italiane quanto alla gestione dell’entità dell’importo, che in alcuni casi era stato persino azzerato. Ora però, con la legge di Bilancio 2020, il superticket viene abolito in tutta Italia, uniformando la normativa di tutto il territorio nazionale.

Addio al superticket, un passo avanti per la Sanità pubblica

Il diritto alla cura è garantito dalla Costituzione italiana, ed ogni volta che una persona si trova costretta a rinunciare a questo diritto per via di ragioni economiche, per la sanità e per il Paese è una sconfitta.

Tuttavia nei nuclei familiari che vivono in ristrettezze economiche una delle rinunce che vengono operate per tirare avanti la baracca riguarda proprio la cura della propria salute. Con la legge di Bilancio 2020 si va ad intervenire affinché si inizi a ridurre questo fenomeno, cominciando proprio dall’abolizione del Superticket a partire dal 1° settembre 2020.

“Ogni volta che una persona non si cura come dovrebbe per motivi economici siamo dinanzi a una sconfitta per tutti noi e a una violazione della Costituzione” ha dichiarato a tal proposito il ministro della Salute, Roberto Speranza “per questo a dicembre abbiamo approvato la norma che entra in vigore dal 1° settembre. Il Superticket è abolito e nessuno lo pagherà più”.

Una norma, quella che imponeva il pagamento del Superticket, cui il ministro Speranza si era più volte opposto anche in passato. Norma che ha penalizzato fortemente soprattutto i soggetti con un reddito basso.

Il Superticket fu introdotto dal governo Prodi nel 2007, e consiste di una tassa da 10 euro per le visite mediche specialistiche e per gli esami clinici ma non entrò in vigore subito. Fu con la finanziaria del 2011 del terzo governo Berlusconi che l’allora ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, rese operativa la misura.

Diverse organizzazioni civiche si sono mosse con petizioni che chiedevano l’abolizione del Superticket, ritenuto una tassa che negli anni ha avuto l’effetto di allontanare i cittadini dalla sanità pubblica.

Un’affermazione che trova dimostrazione pratica nel dato degli anni seguenti, che ha visto una costante migrazione dei pazienti verso le cure offerte dalla sanità privata, che nel frattempo ha provveduto a rendere le proprie tariffe sempre più concorrenziali.

Il Superticket fino al 31 agosto 2020

A partire da domani il Superticket non si paga più, ma fino ad oggi come funzionava? Si pagava per tutte le richieste specialistiche e diagnostiche dei cittadini di età compresa tra i 6 ed i 65 anni che vivevano in famiglie con reddito annuo superiore ai 36.151,98 euro.

Non pagavano quindi il superticket gli esenti ticket per patologie importanti, i cittadini di età inferiore ai 6 anni e quelli di età superiore ai 65 anni. Inoltre non pagavano il superticket i componenti di nuclei familiari con reddito inferiore ai 36 mila euro.

Queste erano le norme generali che disciplinavano l’applicazione del superticket su tutto il territorio nazionale, ma in alcune regioni le cose funzionavano in maniera diversa, e spesso l’importo veniva rimodulato in base al reddito familiare, in alcuni casi invece il superticket è stato abolito alzando l’asticella del reddito o per determinate categorie.

A muoversi in questo senso per prima è stata l’Emilia Romagna, che ha abolito il Superticket per tutti i nuclei familiari con reddito annuo inferiore ai 100 mila euro lordi. Sulla sua scia si è mossa poi la regione Lombardia, ma solo a partire dal 1° marzo 2020 e subito dopo anche la Toscana, che ha deciso di eliminare il superticket per alcune categorie di persone.

In altre regioni invece il superticket è rimasto valido per tutti i cittadini, ma il suo importo è stato rimoduato sulla base del reddito familiare. Tra le regioni che hanno operato questo tipo di modifica troviamo le Marche, il Veneto e l’Umbria. Invece il Piemonte e il Friuli hanno deciso di rapportare l’importo del superticket al valore della ricetta cui è riferito.

Non sono state fatte modifiche di alcun tipo invece nelle regioni: Liguria, Lazio, Campania, Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria e Sicilia.

Abolito il Superticket dal 1° settembre, come funziona?

La legge di Bilancio 2020 abolisce il Superticket, quindi non verrà più applicata la tassa aggiuntiva da 10 euro fino ad oggi prevista per esami diagnostici e visite specialistiche per tutti i cittadini.

Con l’abolizione del superticket si provvede per forza di cose anche ad uniformare le normative delle varie regioni, che hanno introdotto differenze nell’applicazione della tassa in base al reddito, per alcune classi di contribuenti e variandone l’importo.

L’abolizione del superticket non comporterà automaticamente l’abolizione del ticket, che continuerà a gravare con importi compresi tra i 30 ed i 35 euro in base alla tipologia di prestazione richiesta per tutti quei cittadini che non sono esenti dal pagamento.

Con un valore di circa 185 milioni per i restanti mesi del 2020 a partire dal 1° settembre, e di 554 milioni l’anno a partire dal 2021, l’abolizione del superticket attinge risorse che sono extra Fondo Sanitario Nazionale.

Le regioni, con l’abolizione del Superticket, riceveranno importi sufficienti a ripianare le spese sostenute per attenuare l’entità della tassa aggiuntiva. Il denaro sarà assegnato con le suddivisioni previste per la quota di accesso al fondo sanitario nazionale, sulla base della popolazione regionale e della sua età. Per esempio la Lombardia riceverà 92 milioni di euro, il Lazio 53, la Campania 51 e così via.

Come mai fu introdotto il Superticket

Il Super ticket fu introdotto per appianare i debiti dei bilanci sanitari, ma questo obiettivo non fu mai di fatto raggiunto. L’importo del super ticket ha invece indotto sempre più Italiani a rinunciare ad esami clinici necessari, o ad effettuarli presso laboratori privati, e di conseguenza il maggiore income derivante dai 10 euro extra era ampiamente azzerata dal minor numero di utenti.

Secondo alcune stime infatti sono circa 4 milioni gli Italiani che dal momento in cui è stata introdotto il superTicket hanno preferito rimandare a oltranza controlli clinici ed esami. Così all’atto pratico l’introduzione del superticket ha solo fatto aumentare i clienti della sanità privata.

Tra gli esami che sono stati fatti presso laboratori privati invece che rivolgendosi alla sanità pubblica possiamo annoverare diversi esempi. I laboratori privati si sono dimostrati infatti in grado di offrire a costi inferiori anche del 30-40% esami come semplici radiografie, adenocromo, analisi delle urine.

E le stime relative all’anno successivo a quello in cui fu introdotto il superticket indicano una riduzione del 17,2% degli esami diagnostici erogati dal servizio sanitario pubblico.

Una tassa, quella del superticket, vista come iniqua perché costringe un cittadino a rinunciare alle cure di cui necessita, e nella migliore delle ipotesi si rivela invece controproducente rispetto all’obiettivo che si prefigge, visto che il cittadino che può permettersi le cure preferisce a quel punto rivolgersi a laboratori privati con il conseguente mancato incasso per la sanità pubblica.

L’abolizione del super ticket è stata accolta con grande soddisfazione dalle associazioni dei cittadini, che dalla sua introduzione hanno sempre visto il superticket come una tassa inadeguata o peggio iniqua.

Per Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva, con l’eliminazione del superticket si va a cancellare “un balzello che faceva perdere soldi alla sanità pubblica invece che guadagnarli, perché portava sempre più persone a rivolgersi alla sanità privata”.

Fu lo stesso Gaudioso con la sua associazione a raccogliere attraverso il sito change.org 35 mila firme per l’abolizione del Superticket.

Ora che il superticket è stato eliminato, come annunciato dallo stesso ministro della Salute, Roberto Speranza, secondo Gaudioso è stato compiuto un “passaggio importante che aspettavamo da anni, ed è il frutto anche delle battaglie portate avanti da tante organizzazioni civiche nei confronti di questa tassa che aveva effetti pesanti sui cittadini”.

Soddisfazione per l’eliminazione del superticket è stata espressa anche dal Codacons, che ne chiedeva la cancellazione da anni, così come grande soddisfazione è stata espressa anche dalla Federazione Nazionale Ordini dei Medici (FNOMCeO).

Il presidente della federazione, Filippo Anelli, infatti sostiene che con il superticket siano state create “molte diseguaglianze nel Paese perché c’erano Regioini che ancora lo avevano, altre che lo avevano tolto. Si tratta di un passo avanti nella direzione dell’equità”.

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