Non resta molto tempo per presentare la domanda per i contributi a fondo perduto stanziati dal Governo a sostegno di imprese e lavoratori autonomi, infatti manca meno di un mese alla scadenza che è fissata attualmente al 13 agosto 2020.
Ma a chi sono destinati esattamente i contributi a fondo perduto? Con il decreto Rilancio sono stati messi a disposizione 5 miliardi di euro per sostenere alcune categorie di lavoratori tra le più colpite dalla crisi determinata dalle misure restrittive adottate durante il lockdown per contenere la diffusione del coronavirus.
Attualmente circa l’80% delle risorse stanziate sono già state erogate, vale a dire 4,2 miliardi di euro in contributi a fondo perduto già pagati dall’Agenzia delle Entrate. Restano circa 800 milioni di euro ancora da erogare, ma la domanda dovrà essere effettuata entro il 13 agosto, oppure entro il 22 agosto per chi ha ereditato l’attività.
Chi può richiedere i contributi a fondo perduto? Ecco cosa dice la circolare
In questi giorni, quando manca ormai meno di un mese alla scadenza ultima per l’invio delle domande per i contributi a fondo perduto, l’Agenzia delle Entrate ha emesso una circolare con la quale fornisce ulteriori dettagli in merito a quali sono i potenziali beneficiari di questa misura inserita nel decreto Rilancio.
A poter richiedere il contributo a fondo perduto, come è noto, sono solo i titolari dipartita Iva che esercitano attività d’impresa e di lavoro autonomo, a patto che i ricavi e i compensi non superino la soglia dei 5 milioni di euro annui, nonché i titolari di reddito agrario.
La circolare diffusa dall’Agenzia delle Entrate però fornisce ulteriori informazioni utili per definire quali sono i potenziali beneficiari.
Nel documento si legge anzitutto che non possono beneficiare dei contributi a fondo perduto previsti dal decreto Rilancio, le società in liquidazione, anche volontaria, in quanto l’attività ordinaria risulta interrotta in ragione di eventi che non sono collegati all’emergenza Covid-19.
Sempre in linea con la ratio della norma però, come spiega l’Agenzia delle Entrate all’interno della circolare, possono richiedere i contributi a fondo perduto quei soggetti la cui fase di liquidazione è stata avviata dopo il 31 gennaio 2020. In questo caso però occorrerà fare riferimento al periodo d’imposta 2019 per stabilire l’entità della riduzione del fatturato subita.
Inoltre, se l’attività è stata avviata dall’1 gennaio 2019 in poi, possono accedere al beneficio previsto dal decreto Rilancio solo i soggetti per i quali la data di apertura della partita Iva coincide oppure è successiva a tale data, indipendentemente dalla data in cui l’attività è stata effettivamente avviata.
Invece per quelle nuove attività avviate in un diverso settore dopo l’1 gennaio 2019, bisogna tenere conto di tutte le attività esercitate ai fini della determinazione dei requisiti di accesso ai contributi a fondo perduto previsti dal decreto.
Possono accedere ai contributi le associazioni di promozione sociale
Tra i potenziali beneficiari dei contributi a fondo perduto, stando a quanto riportato nella circolare dell’Agenzia delle Entrate, ci sono anche le associazioni di promozione sociale.
Sono infatti ammessi quegli enti non commerciali che esercitano in via non prevalente o esclusiva un’attività in regime d’impresa. Si collocano in questo gruppo anche gli enti del terzo settore e quelli religiosi che sono riconosciuti civilmente.
Possono richiedere il beneficio anche i soggetti ammessi alla tenuta della contabilità semplificata, e le associazioni o le società sportive dilettantistiche, nonché le società senza scopo di lucro.
Invece le associazioni di promozione sociale possono accedere al beneficio, ma per la sola parte relativa all’attività commerciale, purché venga rispettato il limite massimo dei ricavi il cui tetto è fissato a 5 milioni di euro, e a condizione che si sia verificata una riduzione del fatturato o dei corrispettivi del mese di aprile 2020 superiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi di aprile 2019.
Infine, possono richiedere il contributo a fondo perduto le piccole e le microimprese che risultavano in difficoltà già prima dell’emergenza coronavirus, alla data del 31 dicembre 2019. L’unica condizione in questo caso è che le imprese in oggetto non siano soggette a procedure concorsuali per insolvenza ai sensi del diritto nazionale e non abbiano ricevuto per il salvataggio o per la ristrutturazione altri aiuti dallo Stato.
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