Il Governo sta lavorando in questi giorni alla riforma complessiva del sistema fiscale, che come riportato da Il Messaggero, comprenderà sia la tassazione diretta che quella indiretta, prefiggendosi anche l’obiettivo di “semplificare una normativa che si è stratificata negli anni”.
I principali beneficiari della riforma del fisco saranno, sempre stando a quanto riportato dal noto quotidiano, i lavoratori dipendenti, i ceti medi e le famiglie con figli. La bozza che l’esecutivo sta provvedendo a stendere in queste contiene il Programma Nazionale di Riforma o Pnr, che dovrà poi essere approvato dal Consiglio dei Ministri.
È probabile che la bozza del Pnr venga analizzata in occasione del Cdm di stasera nel corso del quale verrà messo sul tavolo anche il decreto Semplificazioni. Nel testo del Pnr il ministro Roberto Gualtieri ha confermato l’impostazione del riassetto fiscale che dovrebbe iniziare a prendere forma concreta con la prossima legge di Bilancio.
Cos’è il programma nazionale di riforma o Pnr?
Si tratta di un documento previsto dal regolamento europeo, che normalmente accompagna il Documento di economia e finanza. Quest’ultimo di solito viene inviato a Bruxelles nel mese di aprile.
Il contenuto del Pnr riguarda le riforme strutturali che l’esecutivo intende mettere in atto nel corso degli anni a seguire, riforme che peraltro sono generalmente in linea con le disposizioni che arrivano dalla stessa Unione europea. Il Pnr quindi integra con informazioni a grandi linee sulle riforme strutturali, l’esposizione degli obiettivi macroeconomici contenuta nel Def.
Per le sue caratteristiche, non ci si aspetta che il Pnr esponga in maniera dettagliata quelli che sono gli interventi in programma, rispetto ad altri documenti economici, ma quest’anno è diverso.
Per il 2020 infatti il Pnr acquista un’importanza particolare perché rappresenta un primo nucleo del Recovery Plan, attraverso il quale, previa approvazione da parte dei 27 Paesi membri, si deciderà in che modo verranno spesi trasferimenti e prestiti che sono stati assegnati all’Italia dall’Unione europea.
Su Il Messaggero leggiamo che si dà molta enfasi non solo all’aspetto del fisco, ma anche a quello degli “investimenti che il nostro Paese intende rafforzare sia in un contesto di ripensamento green dell’economia, sia che di modernizzazione digitale”.
Nel Pnr riduzione dell’Iva e taglio del cuneo fiscale
Per quel che riguarda poi l’aspetto strettamente tributario ci sono indicazioni generiche. Nel Pnr si accenna ad una riforma complessiva del sistema che comprenderà anche la tassazione indiretta, e ci sarà un intervento sull’Iva per spingere i consumi.
Una mossa questa che segna in qualche modo la misura del cambiamento, visto che prima dell’emergenza coronavirus, quindi prima che il Patto di Stabilità fosse sospeso, questo fissava gli step per l’aumento dell’Iva. Ora aumentare l’Iva è chiaramente fuori discussione, anzi si punta a ridurla almeno temporaneamente e almeno su alcuni prodotti, come alcuni Paesi dell’Ue hanno già fatto peraltro, come la Francia e Cipro.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte spinge per la riduzione dell’Iva in chiave di spinta ai consumi, ma viste le perplessità del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, potrebbe trattarsi alla fine di una riduzione temporanea appunto, diretta ai soli settori che sono stati maggiormente danneggiati dalle misure restrittive adottate nel periodo di lockdown.
Si parla anche della possibilità di ridurre le aliquote concentrandosi su “poche voci da spostare ‘chirurgicamente’ a livelli di prelievo più bassi” come leggiamo si Il Messaggero.
Quanto all’Irpef l’esecutivo pare aver già deciso di rendere strutturale il “taglio del ‘cuneo fiscale’ per i lavoratori dipendenti, con l’idea di iniziare anche a limare l’attuale aliquota del 38% che scatta a 28 mila euro di reddito imponibile”.
La questione della lotta all’evasione fiscale
Nell’ambito della lotta all’evasione fiscale, questione dalla quale il governo presieduto da Giuseppe Conte sembra essere letteralmente ossessionato, si investe molto sulla fatturazione elettronica, attraverso la quale si potranno programmare controlli sempre più mirati, anche attraverso l’utilizzo delle informazioni contenute nelle varie banche dati.
Nella bozza del Pnr troviamo infatti il paragrafo dedicato all'”efficacia della riscossione” nel quale è stata aggiunta una frase specifica con la quale si esclude la possibiltià che l’esecutivo decida di ricorrere ad ulteriori condoni in quanto “generando aspettative circa la loro reiterazione, riducono l’efficacia della riscossione delle imposte”.
Piano investimenti: trasporti, internet e istruzione
Nel Pnr si parla anche degli investimenti, tema sul quale il ministro dell’Economia ha fornito alcune spiegazioni in merito agli obiettivi che il Governo si prefigge. L’intenzione è quella di sfruttare i sostegni europei per riportare il livello complessivo degli investimenti sopra la soglia del 3% del Pil, mentre negli ultimi anni questa si aggirava intorno al 2%.
Si parla anche della questione dei trasporti, nel quale ambito è previsto un sostanziale potenziamento. Su Il Messaggero leggiamo a tal proposito che “a Roma si dovrà arrivare da tutta Italia in massimo 4 ore e mezza” e poi si accenna alla questione della connessione internet a banda ultra-larga.
All’istruzione e alla ricerca nei prossimi 3 anni dovrebbero arrivare circa 7 miliardi di euro in più, mentre per la scuola sono previsti 3 miliardi da destinare all’edilizia. E restando nell’ambito della scuola si punta a portare la fibra ottica in tutti gli istituti entro i prossimi due anni.
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