Arriva la nuova Imu, con l’entrata in campo per il 16 giugno prossimo, data del pagamento della prima rata. Tra le novità che riguardano la nuova Imu, l’accorpamento con la Tasi, infatti il tributo per i servizi indivisibili è stato abolito.

Ma dal punto di vista del costo, cosa cambia per il contribuente? In realtà non dovrebbe esserci una grande differenza, se da una parte la Tasi non si paga più a partire dal 16 giugno, dall’altra l’Imu subirà un aumento dell’aliquota di base di un punto, proprio per via del fatto che assorbe la Tasi.

Anche le scadenze restano le stesse di prima, con l’acconto che dovrà essere corrisposto entro il 16 giugno, mentre il saldo (e conguaglio) ha la scadenza fissata al 16 dicembre.

Intanto il Governo ha deciso di istituire il cosiddetto Fondo Salva Comuni, che consiste di una dotazione dell’importo di 74,90 milioni di euro per il 2020.

E per tutti i proprietari di appartamenti che vengono dati in locazione stagionalmente, una buona notizia: non vi è a loro carico alcun obbligo di versare l’acconto.

Come funziona la nuova Imu?

Per quel che riguarda la prima casa non cambia sostanzialmente nulla, perché il contribuente continuerà ad essere esentato dal pagamento per l’immobile in cui abita e vi risulta anagraficamente residente. Inoltre non verrà conteggiato il numero delle case possedute ma se ne considera solo l’uso diretto. Nel caso dell’acquisto di un nuovo immobile, il proprietario dovrà pagare l’Imu per lo stesso fino a che non vi abiterà, rendendola di fatto la sua prima casa.

Saranno considerate ‘prima casa’ anche le abitazioni dei membri delle Forze armate, anche nel caso in cui non vi siano residenti. Discorso che vale allo stesso modo anche per gli anziani che vivono nelle case di cura, purché l’abitazione di proprietà dell’anziano non venga data in affitto a terzi.

Della nuova Imu si parla anche nel decreto Rilancio, dove si specifica che i titolari di strutture turistiche, case vacanze, bed & breakfast o altri immobili che vengono destinati a locazioni stagionali, non sono tenuti al pagamento della rata di acconto dell’Imu. C’è però una condizione, vale a dire che ad occuparsi dell’immobile sia lo stesso proprietario. Niente acconto Imu poi per chi gestisce campeggi.

Chi paga l’Imu a dicembre?

La scadenza Imu del 16 giugno 2020 prevede il pagamento di una rata pari a metà di quanto versato nel 2019 tra Imu e Tasi. Per chi si trova a pagare la nuova Imu su un immobile che ha acquistato di recente, per il quale quindi non aveva mai pagato né Imu né Tasi, risulta difficile al momento calcolare l’importo da pagare.

In questo caso è previsto che venga pagato l’intero importo alla scadenza del 16 dicembre 2020. Stesso discorso anche per chi il nuovo immobile lo abbiano ereditato nel corso dell’anno corrente. In caso di eredità comunque, l’Imu non è mai dovuta se si tratta dell’ex casa di famiglia abitata dal coniuge superstite.

In questo caso specifico infatti è previsto il diritto di abitazione sull’immobile, indipendentemente dal fatto che possano esserci anche altri eredi in vita.

Complessivamente si calcola che i contribuenti si troveranno a versare, alla data del 16 giugno, una cifra pari a 11 miliardi di euro circa, mentre gli altri 11 miliardi previsti per la nuova Imu 2020 arriveranno alla data del 16 dicembre.

Il problema è che l’Imu è una tassa sul patrimonio immobiliare, ed in questo periodo di crisi economica, con le attività commerciali spesso in difficoltà con il pagamento degli affitti, ed in generale con gli enormi ostacoli di natura economica che le famiglie si trovano a dover superare, l’appuntamento con la prima rata dell’Imu può rappresentare un grosso problema per molti contribuenti.

L’Imu, essendo una imposta patrimoniale, può essere pagata sostanzialmente in due soli modi:

  1. Con i proventi derivanti ad esempio dalla locazione del bene sul quale si andrà a pagare l’Imu
  2. Col denaro che deriva da redditi di altra natura, come ad esempio il reddito derivante dal proprio lavoro

Si tratta di entrate che sono state profondamente messe alla prova su tutto il territorio nazionale per via delle misure restrittive imposte durante il lockdown, ed è per questo che la Cgil ha depositato in Parlamento una memoria nella quale si legge: “grande attenzione è stata posta in questi giorni sulla scadenza della prima rata Imu”.

“La data del 16 giugno non è stata modificata né prorogata” si legge ancora nella nota della Cgil “questo potrebbe creare problemi nei pagamenti ad alcuni contribuenti particolarmente colpiti dalla crisi”.

La Corte dei Conti sul pagamento dell’Imu

Sul pagamento dell’Imu si è espressa anche la Corte dei Conti, affermando nel Rapporto 2020 sul coordinamento della finanza pubblica che: “con l’esenzione dell’abitazione principale, la principale imposta comunale finisce per colpire numerosi soggetti per i quali il virtuoso circuito tra tassazione e rappresentanza politica si interrompe”.

Secondo la Corte dei Conti tra l’altro la tassazione delle amministrazioni locali dovrebbe essere riorganizzata e semplificata. In questo senso la Corte si era già espressa nel 2011, facendo notare che i Comuni percepiscono almeno quattro tributi principali per un valore complessivo di 15 miliardi di euro, mentre gli altri tributi minori garantirebbero un introito di 1 miliardo.

Tramite questo sistema si collega di fatto la tassazione del bene con l’effettiva fruizione dei servizi garantiti dal Comune, ma con l’introduzione dell’esenzione dell’Imu sulla prima casa si comprometterebbe quel rapporto, ed in tal senso verrebbe meno il nesso tra appartenenza territoriale e fruizione dei servizi locali, con conseguente distorsione del meccanismo contributivo.

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