È finalmente pronto il testo definitivo del decreto Rilancio, che prima si chiamava decreto aprile, ma visto l’enorme ritardo con cui ci perviene ha inevitabilmente dovuto subire un cambio di nome.

Tra le norme in esso contenute ci sono risorse per lavoratori e aziende, viene confermata e quindi prorogata la Cassa Integrazione, che peraltro in molti non hanno ancora ricevuto, e si è compiuto questo grande passo in avanti nell’ambito del lavoro nero con la regolarizzazione di circa 600 mila immigrati irregolari, fortemente voluta da una ministra Bellanova visibilmente commossa dal traguardo raggiunto.

“Abbiamo fatto un lavoro incredibile” dice il premier Giuseppe Conte “abbiamo approvato un decreto imponente con cui sosteniamo imprese, lavoratori e sistema sanitario ma gettiamo anche la base per il futuro, per la ripartenza”.

“Vale 55 miliardi” ha spiegato ancora il presidente del Consiglio “introduciamo misure di rilancio e sostegno alle imprese per orientare l’economia ad una pronta ripartenza” e ha aggiunto che nel decreto “c’è anche il reddito di emergenza per le fasce che hanno bisogno di una maggiore protezione”. Si tratta di “un testo complesso” dice Conte, che evidenzia essere “pari a due leggi di Bilancio”.

Al termine del Consiglio dei ministri viene esposto in conferenza stampa il piano del Governo, che con i 55 miliardi di euro del Decreto Rilancio, punta a far ripartire il Paese, cercando di dare l’immagine di un esecutivo che ha reagito, ha risposto alle esigenze dell’Italia, trovando alla fine un accordo che ha unito tutti producendo questo risultato.

Ma qual è il risultato? Il contenuto del Decreto Rilancio è stato illustrato in conferenza stampa dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, dal ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, dal ministro dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, e dal ministro della Sanità, Roberto Speranza.

Stop alla rata Irap fino a 250 milioni di fatturato

Per tutte le imprese che fatturano fino ad un massimo di 250 milioni di euro, il decreto Rilancio prevede la cancellazione della rata di giugno dell’Irap (saldo e acconto). La stessa misure si applica anche a tutti i lavoratori autonomi con un corrispondente volume di compensi.

Nella prima versione della norma erano previsti dei vincoli che limitavano il beneficio alle imprese con fatturato compreso tra i 5 e i 250 milioni di euro ma che avessero subito una perdita di almeno il 33% del fatturato nel mese di aprile 2020, rispetto al fatturato di aprile 2019.

Questo limite è stato quindi soppresso nel testo definitivo del decreto Rilancio, e la norma, così come si presenta ora, dovrebbe produrre uno sconto intorno ai 4 miliardi di euro per 2 milioni di imprese.

Attraverso questa misura si va ad esentare imprese e lavoratori dal versamento del saldo Irap dovuto per il 2019 e di quello relativo alla prima rata, pari al 40%, dell’acconto Irap dovuto per il 2020. Resta però in vigore l’obbligo di versamento degli acconti per il periodo di imposta 2019.

Blocco dei licenziamenti per 5 mesi e Cassa Integrazione

Ai datori di lavoro viene permesso di fruire della cassa integrazione per l’emergenza Covid-19 per un periodo massimo di 18 settimane, 14 delle quali sono relative al periodo compreso tra il 23 febbraio ed il 31 agosto 2020, Altre 4 settimane sono relative al periodo che va dal primo settembre al 31 ottobre 2020.

Al contempo viene snellita la procedura per accedere alla Cassa in deroga. Con le novità contenute nel decreto Rilancio si permette al datore di lavoro di rivolgersi direttamente all’Inps, superando il doppio canale Inps-Regioni e i relativi rallentamenti.

Si accorciano notevolmente i tempi quindi, visto che l’Inps dovrebbe essere in grado di erogare un anticipo dell’assegno del 40% in 15 giorni dall’arrivo dell’istanza. Infine, per quel che riguarda i licenziamenti, questi vengono sospesi per 5 mesi, ma naturalmente in tal senso nessuno impedisce al datore di lavoro che tiene i dipendenti a nero, di lasciarli a casa, e purtroppo a lavorare a nero non sono solo gli immigrati irregolari.

Bonus da 600 euro per partite Iva e lavoratori autonomi

Non viene aumentato, contrariamente a quanto si era detto in un primo momento, il bonus da 600 euro destinato a lavoratori autonomi e partite Iva. Ma vediamo esattamente cosa prevede in tal senso il Decreto Rilancio.

Per quel che riguarda il mese di aprile, il bonus da 600 euro è destinato a professionisti non iscritti agli ordini, co.co.co. in gestione separata, artigiani, commercianti, coltivatori diretti, stagionali dei settori del turismo e degli stabilimenti termali, lavoratori del settore spettacolo e lavoratori agricoli.

Per quel che riguarda invece il mese di maggio, il bonus sarà di 1.000 euro per i titolari di partita Iva e per i liberi professionisti, ma solo se hanno perso almeno il 33% del reddito nel secondo bimestre 2020 rispetto al secondo bimestre 2019; e per i Co.Co.Co che hanno cessato il rapporto di lavoro.

Vediamo meglio come viene strutturato il bonus con il decreto Rilancio

  • I liberi professionisti ed i Co.Co.Co. (Collaboratori Coordinati Continuativi) che nel mese di marzo hanno beneficiato del bonus da 600 euro, anche per il mese di aprile riceveranno una indennità dello stesso importo
  • I liberi professionisti che risultano iscritti alla gestione separata Inps, che non sono titolari di pensione e non sono iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, riceveranno per il mese di aprile 2020 (erogata a maggio) una indennità di 1.000 euro, ma solo se hanno subito una riduzione del 33% almeno del reddito del secondo bimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019.
  • I lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali che per il mese di marzo hanno ricevuto l’indennità di 600 euro, riceveranno anche per il mese di aprile una indennità del medesimo importo.
  • I lavoratori del settore agricolo che per il mese di marzo 2020 hanno ricevuto una indennità di 600 euro, riceveranno per il mese di aprile una indennità di importo inferiore, pari a 500 euro.
  • Sia per il mese di aprile che per il mese di maggio, a quei lavoratori dipendenti e autonomi che in conseguenza dell’emergenza coronavirus hanno cessato, oppure ridotto o sospeso la propria attività o il rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, diverso dal contratto intermittente e non siano titolari di pensione, viene riconosciuto un bonus di 600 euro per ciascun mese.
  • Ai lavoratori che risultano iscritti al Fondo dello spettacolo, se in possesso di determinati requisiti, viene riconosciuta una indennità dell’importo di 600 euro per ciascuno dei mesi di aprile e maggio 2020, a meno che risultino titolari di un rapporto di lavoro dipendente o di pensione alla data di entrata in vigore della norma.
  • Per i lavoratori professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria è infine previsto il bonus di 600 euro sia per il mese di aprile che per il mese di maggio 2020.

Arriva il reddito di Emergenza in due tranche

Con il decreto Rilancio viene introdotta anche la misura del Reddito di Emergenza che in realtà è più un contributo una tantum in quanto sarà di sole due rate. Si tratta di un nuovo strumento che ha la funzione di tutelare circa 1 milione di nuclei familiari che si trovano in difficoltà economiche per via dell’emergenza coronavirus e non sono toccati dalle altre misure di sostegno finora introdotte.

Il Reddito di Emergenza potrà andare da 400 a 800 euro a seconda del nucleo familiare, e viene erogato in due tranche, come accennato. Si possono iniziare a presentare le domande all’Inps a partire dal mese di giugno.

Tra i requisiti per poter beneficiare del reddito di emergenza ci sono, stando a quanto riportato da IlSole24Ore “residenza in Italia, reddito familiare inferiore al Rem spettante, patrimonio mobiliare familiare 2019 inferiore a 10 mila (massimo fino a 20 mila euro) e Isee inferiore a 15 mila euro”.

Regolarizzazione di immigrati ed emersione del lavoro nero

La proposta del ministro dell’Agricoltura di Italia Viva, Teresa Bellanova, ha innescato un dibattito molto acceso all’interno della stessa maggioranza. L’idea di fondo sembrerebbe essere quella di regolarizzare i lavoratori a nero impiegati nei campi e nel lavoro domestico.

Si procederebbe quindi garantendo l’immunità al datore di lavoro che presenta l’istanza, ma lo scudo non si potrà applicare a chi negli ultimi cinque anni sia stato condannato anche in via non definitiva, per i reati di caporalato, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, tratta e sfruttamento della prostituzione, reclutamento di minori, droga.

La misura prevede anche il rilascio di permessi di soggiorno temporanei, che stando a quanto riportato da IlSole24Ore verrebbero concessi per la ricerca di lavoro. Si tratterebbe di permessi di soggiorno “della durata di sei mesi” destinati “a chi ne abbia uno scaduto entro il 31 ottobre 2019, se l’Ispettorato del lavoro accerta che abbia già prestato attività in agricoltura o come badante o colf”.

Tutto ciò dovrebbe garantire allo Stato un gettito di circa 400 euro per ogni datore di lavoro e di 160 euro per il prolungamento dei permessi. Denaro che andrebbe a finire nelle casse dell’Inps.

Bonus colf e badanti, bonus baby sitter e congedi straordinari

Per colf e badanti con uno o più contratti di lavoro al 23 febbraio 2020, per una durata complessiva superiore a 10 ore settimanali, è previsto un bonus di 500 euro sia per il mese di aprile che per il mese di maggio 2020. Non sarà riconosciuta questa indennità invece nei casi in cui il lavoratore domestico ha già beneficiato di altre indennità introdotte con il decreto Cura Italia, oppure convive con il datore di lavoro.

Con il decreto Rilancio si prorogano poi i congedi parentali fino a 30 giorni per quei genitori lavoratori dipendenti del privato che hanno figli di età inferiore ai 12 anni, ai quali verrà riconosciuta un’indennità pari al 50% della retribuzione.

Altrimenti è possibile cumulare il bonus baby sitter da 600 euro previsto dal decreto Cura Italia, che per chi non lo ha ancora ricevuto diventa da 1.200 euro. La somma potrà essere spesa per i centri estivi e per servizi integrativi all’infanzia. Per forze di polizia e per il personale sanitario il bonus può invece essere cumulato fino a 2.000 euro.

Ecobonus e sismabonus nel decreto Rilancio

Con il decreto Rilancio si introduce il Superbonus del 110% per i lavori di riqualificazione energetica e antisismica per rilanciare l’attività edilizia. Il bonus dovrà finanziare interventi in ottica green necessari a garantire “il miglioramento di almeno due classi energetiche da dimostrare mediante l’attestato di prestazione energetica (Ape)”.

Il sistema di assegnazione del bonus sarà quello della detrazione nella misura del 110 per cento delle spese sostenute tra il 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2021 per eseguire interventi finalizzati al miglioramento della classe di efficienza energetica degli edifici (ecobonus) o la riduzione del rischio sismico (sismabonus).

La stessa detrazione si potrà applicare anche nel caso di spese sostenute per interventi connessi relativi all’installazione di impianti fotovoltaici e colonnine per la ricarica di veicoli elettrici.

In questi casi invece della detrazione il contribuente potrà scegliere un contributo sotto forma di sconto in fattura da parte del fornitore. Quest’ultimo potrà recuperare gli importi sotto forma di credito di imposta cedibile ad altri soggetti, compresi istituti di credito e intermediari finanziari, ovvero per la trasformazione in un credito d’imposta.

Rinviate a settembre le tasse di marzo, aprile e maggio

La ripresa dei versamenti delle ritenute, dell’Iva e dei contributi sospesi a marzo, aprile e maggio per le imprese che hanno subito cali di fatturato, rientrano tra le filiere maggiormente colpite o sono nelle province dichiarate zona rossa all’inizio della pandemia, scatterà a partire dal prossimo 16 settembre invece che dal 20 maggio.

Il pagamento potrà essere effettuato in unica soluzione oppure dilazionato in quattro rate di pari importo a partire dal mese di settembre.

I pignoramenti su stipendi, salari e pensioni effettuati dall’agente della riscossione vengono invece sospesi fino al 31 agosto 2020. Nel decreto Rilancio inoltre è stata inserita la sospensione dei pagamenti per avvisi bonari e avvisi di accertamento. I pagamenti con scadenza fissata tra l’8 marzo ed il giorno precedente l’entrata in vigore del decreto potranno essere effettuati entro il 16 settembre.

Il decreto Rilancio prevede poi il rinvio al 1° settembre delle notifiche di circa 22 milioni di cartelle esattoriali, mentre viene fatta slittare al 2021 la consegna di 8,5 milioni di atti di accertamento. In questo secondo caso è previsto che gli uffici dell’amministrazione potranno lavorare gli atti entro la fine del 2020. Le notifiche invece potranno essere inviate a partire dal 1° gennaio e fino al 31 dicembre 2021.

Ristorazione: bloccata la Tosap e stop all’Imu sugli alberghi

Con il decreto Rilancio viene cancellato l’acconto Imu di giugno per alberghi e stabilimenti balneari, purché il gestore e il proprietario della struttura coincidano. Nella stessa misura, che complessivamente vale circa 163,5 milioni di euro, è previsto lo stop alla quota statale dell’Imu che gli alberghi pagano come imprese e centri commerciali.

Sospesa anche la Tosap, (Tassa per l’Occupazione di Spazi e Aree Pubbliche) almeno fino al 31 ottobre, una misura necessaria anche per consentire nella aree degli esercizi di ristorazione il rispetto delle norme sul distanziamento sociale per il contenimento del contagio.

12 miliardi per sbloccare i debiti della Pubblica Amministrazione

Su IlSole24Ore leggiamo che “la manovra anticrisi mette in moto un meccanismo sblocca-pagamenti da 12 miliardi per la liquidazione dei debiti certi, liquidi ed esigibili al 31 dicembre 2019 da parte di enti territoriali e Asl”.

6,5 miliardi di euro sono destinati ai Comuni, alle Province e alle Città metropolitane, mentre 1,5 miliardi andranno alle Regioni e 4 miliardi alle aziende sanitarie locali. Tutte queste risorse sono gestite dalla Cassa Depositi e Prestiti con anticipazioni che dovranno essere restituite in 30 anni.

Nel decreto Rilancio sono state inserite anche misure a sostegno delle imprese. Si parla di doppio livello di aiuti di Stato per le imprese che fatturano oltre 50 milioni di euro annui, che saranno supportate attraverso l’operazione “Patrimonio destinato” di Cdp.

Le imprese che fatturano da 10 a 50 milioni di euro invece verranno sostenute attraverso il cosiddetto “pari passu” in cui l’intervento statale si affianca all’azione delle ricapitalizzazioni privati con somme di pari importo di quelle dei soci. In quest’ambito è previsto lo stop a dividendi e distribuzioni di riserve.

Aiuti a fondo perduto per le piccole imprese

Per le piccole imprese fino a 5 milioni di euro di fatturato il testo definitivo del decreto Rilancio presenta delle sostanziali differenze rispetto alle prime bozze. In questo caso l’indennizzo sarà proporzionale alle perdite di fatturato subite ad aprile 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

La somma, stando al testo finale approvato dal Cdm, sarà del 20% per i fatturati che non eccedono i 400 mila euro, del 15% per quelli con un fatturato tra i 400 mila un milione di euro, e del 10% per fatturati che superano i 5 milioni di euro.

Bonus vacanze da 500 euro a famiglia ma solo se si resta in Italia

Nel tentativo di salvare il salvabile della stagione turistica, l’esecutivo ha inserito nel decreto Rilancio un bonus vacanze fino a 500 euro. Si tratta di un credito destinato alle famiglie con Isee che non superi i 40 mila euro, per i pagamenti legati alla fruizione di servizi offerti in ambito nazionale dalle imprese turistico ricettive dagli agriturismi e dai b&b.

Il credito che potrà essere speso nelle strutture ricettive italiane potrà essere usato da un solo componente per nucleo familiare e sarà di 500 euro per famiglie con almeno un figlio a carico, di 300 euro per nuclei familiari composti da due persone e 150 euro per nuclei composti da una sola persona.

Per tre mesi bollette più basse per le Pmi

Nel decreto Rilancio è stata inserita una misura per ridurre le spese relative alle utenze delle piccole e medie imprese. Per tre mesi le bollette delle Pmi saranno alleggerite attraverso un taglio che vale complessivamente 600 milioni di euro.

Per abbassare il costo delle utenze si provvederà a rimodulare le componenti fisse in bolletta, come i costi di trasporto e gestione del contatore e gli oneri generali. La misura è rivolta solo ai clienti non domestici alimentati a bassa tensione, e stando alle stime del Governo dovrebbero interessare circa 3,7 milioni di Pmi.

Taglio agli abbonamenti per il Trasporto Pubblico Locale e bonus biciclette

Si punta anche sulla mobilità alternativa con il decreto Rilancio, attraverso un bonus per l’acquisto di biciclette, anche con pedalata assistita, e di monopattini. Si prevede inoltre la riduzione del costo degli abbonamenti annuali, ordinari e integrati per il trasporto pubblico locale, che avranno decorrenza dal termine delle misure di contenimento.

Questa misura sarà finanziata da un fondo appositamente costituito per sostenere il Trasporto Pubblico Locale.

Potenziamento del sistema sanitario con 20 mila assunzioni e 8 mila posti letto

Il sistema sanitario necessita di essere riorganizzato in ottica anti-pandemia, ed in considerazione di ciò il decreto Rilancio prevede il potenziamento delle cure presso il domicilio del paziente sia per i pazienti Covid che non Covid (anziani fragili).

Vengono quindi stanziati 1,25 miliardi di euro per provvedere all’assunzione di 20 mila figure tra infermieri, medici e tecnici.

Inoltre, leggiamo ancora su IlSole24Ore, “saranno stabilizzati anche 3.500 posti letto in terapia intensiva e 4225 in sub intensiva destinati al Covid a cui si aggiungeranno 300 letti in strutture movimentabili”.

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