Con il decreto cura Italia, il Governo ha provveduto ad introdurre una serie di misure a sostegno del reddito, in particolare parliamo in questo caso del bonus da 600 euro destinato a lavoratori autonomi, sia parasubordinati che subordinati, che abbiano subito a causa dell’emergenza coronavirus, una drastica riduzione della propria attività lavorativa o una totale cessazione della stessa.
Quello che viene comunemente chiamato “Bonus da 600 euro” è in realtà l’indennità Covid-19 inserita appunto nel decreto cura Italia, ma l’erogazione del bonus non è andata esattamente come avrebbe dovuto, e a lanciare l’allarme in tal senso è la presidente del CoLAP, Emiliana Alessandrucci.
“A più di un mese dall’inizio dell’emergenza ancora neanche un euro è finito nelle tasche di professionisti e imprese” ha fatto notare Alessandrucci “È necessario definire interventi più immediati, perché già a marzo l’82% dei nostri associati aveva dichiarato una importante riduzione del fatturato. Ciò che è successo con il sito Inps non è accettabile”.
“Bisognava organizzare meglio il lavoro per evitare la corsa alla richiesta, come già avevamo denunciato da tempo” spiega ancora la presidente del CoLAP “il decreto ‘Cura Italia’ interveniva in una situazione di emergenza. Ci aspettiamo, però, che nel decreto aprile vengano adottate misure strutturali“.
A chi spetta il bonus da 600 euro
Ma chi può ottenere il bonus da 600 euro esattamente? Lo spiega la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, che descrive i tratti salienti per ottenere il bonus. I destinatari di questa misura sono le partite IVA, a patto che siano state aperte prima del 23 febbraio 2020, i lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co).
Ci sono poi tutti i lavoratori autonomi iscritti alla Gestione speciale dell’AGO, i lavoratori del turismo e degli stabilimenti termali, i lavoratori agricoli che operano a tempo determinato. A questi si aggiungono tutti i lavoratori nel mondo dello spettacolo che siano iscritti al relativo Fondo pensioni.
Occorre poi precisare che le indennità previste per le diverse categorie di lavoratori sopra elencate non sono tra esse cumulabili e sono esclusi da questa misura tutti coloro che percepiscono il Reddito di Cittadinanza.
Con la circolare n. 49/2020, l’INPS ha anche precisato che per accedere al bonus da 600 euro, il potenziale beneficiario non deve essere titolare di un trattamento pensionistico diretto e non deve fruire di altre forme di previdenza obbligatoria.
Come fare per richiedere il bonus da 600 euro
Le domande per ricevere il bonus da 600 euro si possono presentare già dal 1° aprile, e dal momento che le misure restrittive tuttora in vigore limitano gli spostamenti e determinano la chiusura degli uffici pubblici, si deve necessariamente eseguire la procedura online, attraverso il portale dell’Inps con il servizio denominato Indennità Covid-19.
Per presentare la domanda per il bonus attraverso il sito web dell’Inps si deve essere in possesso di Codice Fiscale e credenziali SPID o PIN Inps o CNS o Carta di Identità elettronica 3.0. Non occorre poi alcuna altra documentazione, come l’Inps stesso ha tenuto a sottolineare.
Il richiedente può scegliere la modalità di accredito del bonus, che può avvenire attraverso bonifico bancario o accredito su conto corrente postale o bancario. Dopo che la domanda è stata compilata in tutte le sue parti è consigliabile salvare l’identificativo della domanda e la data in cui viene presentata.
Nel primo giorno utile alla presentazione delle domande, il sito dell’Inps è finito offline per l’enorme mole di accessi, si parlava di circa 300 domande al secondo. Il portale ha prima iniziato a restituire una serie di errori e messaggi incoerenti, poi l’Inps ha dovuto sospendere temporaneamente il servizio.
In seguito l’accesso ai servizi telematici è stato contingentato, pertanto a partire dal 2 aprile, dalle ore 8.00 alle 16.00 i servizi sono resi disponibili solo per Consulenti del Lavoro e altri intermediari abilitati, mentre dalle 16.00 alle 8.00 per tutti gli altri utenti.
In molti hanno continuato a prendere d’assalto il sito per riuscire a presentare la domanda per il bonus il prima possibile, probabilmente nel timore di rimanere a bocca asciutta. Il risultato è stato un continuo rallentamento e caricamenti bloccati che non hanno permesso un corretto funzionamento del servizio.
Da 600 a 800 euro di bonus per partite Iva e autonomi
Il premier Conte è intervenuto per rassicurare i cittadini che la liquidazione dell’importo dovuto avverrà entro il 15 del mese, intanto si avvicina il decreto di aprile, con il quale l’esecutivo provvederà a stanziare nuove risorse a sostegno di lavoratori e famiglie.
Ed è proprio con il decreto di aprile che il Governo incrementerà di 200 euro il bonus per lavoratori autonomie e partite IVA, che passerà così da 600 euro a 800 euro. Alcune novità nel decreto di aprile riguarderanno però anche i requisiti di accesso all’indennità. È stato il viceministro dell’Economia, Antonio Misiani a far sapere che cambieranno rispetto a quanto stabilito nel decreto Cura Italia, riducendo di fatto la platea degli aventi diritto.
Il bonus da 600 euro sarà pagato tra il 15 e il 17 aprile
È quella tra il 13 e il 19 aprile la settimana decisiva per il pagamento del bonus da 600 euro per partite Iva e lavoratori autonomi, che stando a quanto ha fatto sapere l’Inps, riceveranno finalmente quanto promesso dal decreto Cura-Italia.
Le banche stanno lavorando ininterrottamente “anche durante il weekend di Pasqua, per velocizzare l’iter di attuazione delle misure” previste dal decreto, fanno sapere dall’Inps, che poi annuncia che le istanze presentate al 14 aprile sono già 4 milioni, e che ne sono state “già liquidate oltre 1 milione” con versamenti che avverranno “con valuta dal 15 al 17 aprile, anche grazie alla collaborazione del mondo bancario, con accredito in un solo giorno lavorativo”.
Dal Governo fanno sapere anche che “i 200 mila congedi parentali richiesti sono stati retribuiti per la grande maggioranza direttamente dalle aziende ai dipendenti, mentre le oltre 40 mila domande per il bonus baby sitting sono al vaglio dell’Inps per andare in pagamento (nel libretto di famiglia) il 15 aprile anch’esse”.
Ed è proprio dal 15 aprile che inizia l’erogazione delle prestazioni spettanti ad oltre 8 milioni di lavoratori autonomi e dipendenti, operazione per la quale l’Istituto ha tenuto a precisare che si continua a lavorare “con costanza e assiduità”.
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