Ci sono delle novità che riguardano l’accredito delle pensioni da parte dell’Inps, che a partire dal 10 aprile seguirà una procedura sprint, in linea con le esigenze legate alla limitazione degli spostamenti imposta dalle misure restrittive per il contenimento del coronavirus.
Si comincia con il nuovo ‘Data Base Condiviso’, grazie al quale l’accredito delle pensioni avverrà senza che sia necessario presentare il modulo cartaceo con la prestazione pensionistica richiesta. Una procedura che si estende anche all’accredito di prestazioni non pensionistiche su conto corrente, ma anche su libretto di risparmio e su carta prepagata ricaricabile.
A determinare una serie di variazioni nell’ambito delle modalità di accredito delle pensioni, la circolare dell’Inps numero 48/2020 con la quale si comunica l’adozione del nuovo sistema del ‘Data Base Condiviso’. Grazie a questo nuovo strumento l’Inps, scambia telematicamente i dati con Poste e Istituti bancari incaricati del pagamento delle prestazioni, snellendo non poco la normale procedura.
Infatti non sarà più necessario che il cittadino provveda a confermare i dati attraverso la compilazione e la presentazione di moduli cartacei. Tutto avverà in maniera telematica grazie al nuovo database.
La Circolare 48/2020 emessa dall’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale specifica nell’oggetto: “Accertamento della coerenza dei dati identificativi del titolare delle prestazioni pensionistiche e di altra natura con quelli dell’intestatario/cointestatario dello strumento di riscossione attraverso nuove procedure telematiche. Eliminazione dei modelli INPS ‘AP03’, ‘AP04’, ‘SR163I’, ‘R185’.
In questo modo si evita quindi l’utilizzo da parte del cittadino del modulo cartaceo la cui funzione era quella di verifica della coerenza dei dati. Compito che ora svolge l’Inps stesso, che provvederà all’accertamento della coerenza dei dati in via telematica con gli enti di credito.
Una novità che però non riguarda i beneficiari di prestazioni a sostegno del reddito erogate su conti correnti esteri. In tal caso infatti continuano ad essere valide le stesse indicazioni operative valide fino ad oggi.
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