I contribuenti italiani che dichiarano un reddito compreso tra i 28 mila e i 55 mila euro sono soggetti, per quel che concerne il pagamento delle tasse, ad un’aliquota marginale Irpef pari al 38%, ma che poi in termini di pressione fiscale raggiunge e solitamente supera il 40% quando si vanno a considerare anche le addizionali.
È questo il punto fatto dal presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili stando a quanto riportato da IlGiornale.it. “A questi livelli siamo in presenza di una attività espropriativa del ceto medio” ha dichiarato a tal proposito.
Il Governo giallo-rosso tuttavia sta dando il via ad una riforma fiscale che prevede proprio un riordino dell’Irpef, ed è nell’ambito di questa riforma che il Cndcec che auspica che l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte tenga conto di quelle che per il ceto medio rischiano di essere pesanti “bastonate” che arriveranno nel momento in cui il fisco presenterà il conto.
Troppe tasse insomma per il ceto medio, tanto che secondo il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili ci sono persino dei dubbi sulla costituzionalità dell’aliquota Irpef al 38%, che potrebbe non rispettare in effetti il principio di progressività.
Come sarà la nuova Irpef?
Quanto agli scenari che possiamo aspettarci per quel che riguarda la riforma fiscale che il Governo a trazione M5s-Pd sta mettendo in cantiere, ancora di certezze ce ne sono ben poche.
Come potrebbe essere la nuova Irpef quindi? Per ora possiamo solo fare delle ipotesi, e queste si basano perlopiù su indiscrezioni di stampa, secondo le quali tra le opzioni contemplate dalla maggioranza di Governo ci sarebbe quella delle tre scaglioni Irpef.
Secondo quanto riportato sul sito Laleggepertutti.it la nuova Irpef potrebbe effettivamente essere ridotta a tre aliquote, ma a fronte di una profonda revisione delle detrazioni fiscali, che si presume venga realizzata attraverso operazioni di riordino e di cancellazione.
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