La possibilità di ottenere il riscatto agevolato della laurea è stata introdotta con il decreto legge 4/2019, successivamente convertito dalla legge 26/2019, e permette un recupero meno oneroso degli anni dell’università, col risultato di aumentare l’importo dell’assegno e “avvicinando” al tempo stesso la pensione.
Una possibilità che, come si legge su IlSole24Ore “vale per tutti gli anni di studio, anche quelli precedenti il 1996”. Per poter ricorrere al riscatto agevolato della laurea nell’ottica di un pensionamento “anticipato”, bisogna però rispettare alcune condizioni.
Le condizioni per il riscatto agevolato
Per il riscatto agevolato è necessario possedere alcuni requisiti. Prima di tutto bisogna tener conto del fatto che è possibile “valorizzare” solo: il diploma universitario (2-3 anni di durata), la laurea triennale, quella quadriennale e quella a ciclo unico, nonché il diploma di specializzazione post-laurea e il dottorato di ricerca, ma solo a patto che siano stati versati i contributi alla gestione separata Inps.
È anche prevista la possibilità di richiedere il riscatto per periodi parziali, che risultano quindi più brevi della durata legale del proprio corso di studi. Infine una brutta notizia per chi ha conseguito la laurea con qualche anno fuoricorso, perché gli anni fuoricorso non possono essere riscattati.
Tra i requisiti di cui il lavoratore deve essere in possesso per poter accedere al riscatto agevolato, quello di risultare iscritto, con almeno un contributo versato a una delle gestioni Inps. Non può accedere all’agevolazione quindi chi risulta unicamente iscritto ad una cassa professionale.
Inoltre, come spiega IlSole24Ore “la gestione in cui viene richiesto il riscatto dovrà risultare già esistente nel periodo del corso legale di studi”. E non è tutto, perché in ogni caso il riscatto non potrà coprire periodi che sono già sottoposti a contribuzione, un paletto che quindi esclude gli anni trascorsi da studente-lavoratore.
Arriviamo quindi al requisito probabilmente più importante per quel che riguarda il riscatto agevolato. Secondo quanto stabilito dal decreto, il periodo di studi deve collocarsi in periodi che devono essere valutati con il sistema contributivo, vale a dire dal 1° gennaio 1996.
A tal proposito però si deve tener conto della circolare n.6 del 22 gennaio 2020 con la quale l’Inps ha precisato che un lavoratore che ha meno di 18 anni di contributi versati alla fine del 1995 può comunque esercitare l’opzione per il metodo contributivo come stabilito dall’articolo 1, comma 3, legge 335/1995 ed applicare quindi alla sua intera vita lavorativa il metodo che fu introdotto dall’allora Riforma Dini.
Il risultato è che così facendo si sbloccano di fatto, nell’ottica del riscatto agevolato, anche gli anni di studio precedenti il 1996. In questo modo però, è bene sottolinearlo, l’importo della pensione ne risulterà ridimensionato, proprio perché ricalcolato in base al metodo contributivo, che in tal senso è meno conveniente per il pensionato.
Ma quanto costa riscattare un anno di laurea? Esattamente 5.260 euro, a patto che la richiesta venga presentata nel 2020. In ogni caso la somma così esborsata è integralmente deducibile ai fini fiscali.
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