Restano solo due settimane per aggiornare l’Isee 2020, un appuntamento di importanza fondamentale per chi percepisce il Reddito di Cittadinanza, che in caso di mancata adempienza di questo obbligo rischia di essere sospeso.
La scadenza per l’aggiornamento dell’Isee 2020 è infatti fissata al 31 gennaio, altrimenti sarà la mensilità di febbraio del reddito di cittadinanza a saltare. Stessa situazione anche per coloro che percepiscono la pensione di cittadinanza.
Dichiarazione sostitutiva precompilata e controlli su conti correnti e giacenze
È fondamentale eseguire l’aggiornamento dell’Isee 2020 per non rischiare che il reddito di cittadinanza venga sospeso. Per coloro che optano per la dichiarazione sostitutiva precompilata è importante essere certi di aver inserito dati corretti e veritieri, anche perché l’Inps eseguirà dei controlli che riguarderanno non solo i conti correnti e il numero di rapporti finanziari aperti in banca o in Posta, ma anche le giacenze, proprio come viene indicato sul sito GDS.it.
Reddito di cittadinanza e controlli incrociati con banca dati Agenzia delle Entrate
I controlli che verranno eseguiti dall’INPS scatteranno in maniera automatica e permetteranno all’ente di verificare la sussistenza dei requisiti per aver diritto al reddito di cittadinanza o alla pensione di cittadinanza.
I dati della Dichiarazione Sostitutiva Unica, che viene inviata all’INPS da parte del richiedente, ai fini di continuare a percepire il reddito di cittadinanza, saranno oggetto di un controllo incrociato, e verranno quindi confrontati con i dati degli archivi dell’Agenzia delle Entrate.
L’Inps comunica anche che i controlli sul patrimonio immobiliare del richiedente riguarderanno anche la DSU non precompilata.
Il sussidio del mese di febbraio, qualora i dati relativi alle giacenze dei conti correnti non dovessero risultare corretti, potrebbe risultare di importo superiore o inferiore a quanto dovuto. Ma soprattutto è necessario che il richiedente presti particolare attenzione alla compilazione del modello della DSU in quanto “chiunque presenti dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, oppure ometta informazioni dovute, è punito con la reclusione da due a sei anni” come riportato dal sito internet ufficiale del Rdc.
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