Per quei lavoratori che hanno perso il lavoro involontariamente, lo Stato prevede una forma di indennità che viene comunemente chiamata disoccupazione, e che più specificamente si chiama Naspi, acronimo che sta per Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego.
Ma come si fa per richiedere la Naspi, quando esattamente si ha diritto a ricevere la disoccupazione e quando invece no? Qui di seguito vedremo di approfondire il discorso, toccando un po’ tutti i punti più importanti che riguardano questa misura molto importante per chi perde il lavoro.
Avremo modo di vedere a quanto ammonta la Naspi, a chi spetta, per quanto tempo, quali sono i requisiti per aver diritto alla Naspi, e come fare per farne richiesta.
Le condizioni per aver diritto alla disoccupazione sono anzitutto il licenziamento involontario, ma anche le dimissioni per giusta causa, le dimissioni durante la maternità, la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, il licenziamento con l’offerta di conciliazione ed il licenziamento disciplinare.
Per ottenere la disoccupazione Naspi è necessario, oltre ad aver perso il lavoro, anche essere in possesso di alcuni requisiti che sono specificati dalla normativa vigente. Inoltre è necessario seguire un preciso iter per presentare la domanda di disoccupazione, e la richiesta che viene recapitata all’Inps dal lavoratore che perde il suo impiego deve essere correlata da tutta la documentazione necessaria.
Bisogna anche rispettare le tempistiche stabilite dalla legge, che sono quelle di 68 giorni dopo la data del licenziamento o delle dimissioni. Infatti si può richiedere la disoccupazione Naspi solo dopo che sono trascorsi almeno 68 giorni dalla data in cui si interrompe il rapporto di lavoro. Infine, ed è bene sottolinearlo, la disoccupazione Naspi è compatibile con il Reddito di Cittadinanza.
A chi spetta la disoccupazione Naspi?
Hanno diritto a ricevere la disoccupazione Naspi tutti quei lavoratori che perdono il proprio impiego per una delle seguenti ragioni:
- Licenziamento: che sia collettivo o individuale non fa alcuna differenza
- Dimissioni: devono essere rassegnate per giusta causa
- Maternità: spetta la Naspi a coloro che rassegnano le dimissioni per maternità
- Risoluzione consensuale: quando il lavoratore rifiuta di trasferirsi presso altra sede dell’azienda per cui lavora, in quanto questa si trova ad una distanza superiore ai 50 km dalla sua residenza, o risulta raggiungibile con i mezzi pubblici in un tempo pari o superiore agli 80 minuti
- Accettazione dell’offerta di conciliazione: se il licenziamento avviene con accettazione dell’offerta di conciliazione, il lavoratore che perde il lavoro ha diritto alla disoccupazione NASPI
- Licenziamento disciplinare: anche in questo caso il lavoratore che perde il suo impiego ha diritto alla disoccupazione
I requisiti per poter richiedere la disoccupazione
Vediamo ora quali sono i requisiti che il lavoratore che perde l’impiego deve possedere per poter fare richiesta di disoccupazione. In sintesi il neo-disoccupato deve soddisfare tre requisiti.
1.Stato di disoccupato involontario
È il requisito di cui deve essere in possesso il lavoratore che perde il posto involontariamente o per una delle cause descritte nel capitolo precedente. Il richiedente deve quindi presentare tramite il portale nazionale delle politiche del lavoro, ANPAL, la cosiddetta DID, ossia la Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro e allo svolgimento di attività lavorativa e alla partecipazione alle misure di politica attiva del lavoro concordate con il Centro per l’Impiego.
È anche possibile adempiere a questo obbligo presentando la domanda di disoccupazione Naspi all’Inps. Al lavoratore, a seguito della presentazione della richiesta, è fatto obbligo di presentarsi entro i 15 giorni successivi presso il Centro per l’Impiego per stipulare il patto di servizio personalizzato.
2.Contributi versati
Per aver diritto alla Naspi è necessario che il lavoratore che perde l’impiego sia in grado di soddisfare il requisito dei contributi versati. Il lavoratore deve aver versato almeno 3 settimane di contributi nei 4 anni che precedono l’interruzione del rapporto di lavoro.
Si possono conteggiare al fine del raggiungimento di questo requisito i seguenti contributi versati:
- Contributi previdenziali che sono stati versati nel corso di un rapporto di lavoro subordinato
- Contributi figurativi che sono stati versati per maternità obbligatoria o per congedo parentale, purchè siano stati indennizzati in costanza di rapporto di lavoro
- I contributi relativi a periodi di lavoro svolto all’estero purché si trattasse di Paesi comunitari o convenzionati
- I contributi versati durante periodi di astensione dal lavoro per malattia dei figli di età non superiore a 8 anni, e per un periodo massimo di 5 giorni lavorativi nel corso di un anno
Non si possono invece conteggiare, al fine del raggiungimento di questo requisito, i seguenti contributi figurativi:
- I contributi versati per malattia o infortunio sul posto di lavoro, nel caso in cui non vi sia l’integrazione della retribuzione da parte del datore di lavoro
- I contributi relativi alla CIGS e CIG ordinaria con sospensione dell’attività a zero ore
- I contributi relativi all’assenza per permessi prevista dalla legge 104
- I contributi derivanti da contratti di solidarietà utilizzati a zero ore
- I contributi versati per lavoro svolto all’estero in Paesi coi quali l’Italia non ha stretto accordi bilaterali circa l’assicurazione contro la disoccupazione
- I contributi relativi all’aspettativa non retribuita per funzioni pubbliche elettive o cariche sindacali
3.Giorni di lavoro effettivo
Per aver diritto alla disoccupazione Naspi, il lavoratore che ha perso l’impiego deve aver lavorato almeno 30 giorni negli ultimi 12 mesi che precedono l’interruzione del rapporto di lavoro.
Come fare domanda per ricevere la disoccupazione Naspi?
Vediamo ora come si fa per richiedere la disoccupazione. La procedura da seguire può sembrare complessa ma esiste anche la possibilità di rivolgersi al Caf, e questo naturalmente facilita un po’ l’intera gestione della domanda di disoccupazione.
La Naspi è una prestazione a sostegno del reddito che lo Stato italiano riconosce a quei lavoratori che hanno perso il lavoro involontariamente, ad esempio per licenziamento collettivo o individuale, e a quei lavoratori che si sono dimessi per giusta causa o per maternità, nonché a quelli che hanno perso il posto di lavoro per risoluzione consensuale del rapporto, per licenziamento con accettazione dell’offerta di conciliazione o per il licenziamenti disciplinare.
La disoccupazione quindi spetta a chi si ritrova privato della sua primaria fonte di guadagno, ed è un sostegno economico concesso dall’INPS solo in presenza di determinati requisiti che devono essere certificati, allegando alla domanda di disoccupazione tutta la documentazione richiesta.
Il lavoratore che intende fare richiesta di disoccupazione Naspi deve presentare domanda all’Inps per via telematica compilando il modello SR156 Inps disoccupazione servendosi di tre possibili canali:
- Attraverso il sito web dell’Inps
Il richiedente dovrà essere in possesso del PIN INPS per poter accedere alla propria area personale e procedere con la richiesta direttamente da sito dell’INPS - Attraverso il patronato
Come anticipato, per presentare domanda di disoccupazione il lavoratore può affidarsi al patronato, che curerà la domanda per suo conto - Attraverso il contact center INPS INAIL
Si può anche usufruire del servizio del contact center INPS INAIL telefonando al numero verde INPS
Come fare la domanda di disoccupazione dal sito dell’Inps
Se il lavoratore decide di gestire personalmente la domanda di disoccupazione, avrà bisogno del PIN Inps col quale accedere all’area personale. Il PIN Inps è importante anche perché permette di controllare lo stato della richiesta, lo stato dei pagamenti una volta che la disoccupazione inizia ad essere erogata, quindi il numero di mensilità godute, e anche il totale di mensilità spettanti.
È quindi consigliabile procurarsi il PIN Inps anche nel caso in cui si decida di affidarsi al patronato per inoltrare la domanda di disoccupazione, in quanto permette di avere accesso in modo facile e veloce, ma soprattutto comodo, direttamente da casa, a tutti i dati che riguardano lo stato della richiesta e dei pagamenti.
Per richiedere la disoccupazione Naspi attraverso il sito dell’Inps, una volta effettuato l’accesso con il proprio PIN Inps bisogna:
- Selezionare la voce “Invio di domande di prestazioni a sostegno del reddito”
- Selezionare la dicitura: “Naspi – indennità Naspi” e poi cliccare su Invio domanda
- Aver cura di verificare che i dati inseriti siano completi e corretti prima di inviare la domanda, onde evitare spiacevoli ritardi
Quando presentare la domanda di disoccupazione Naspi
Ci sono delle tempistiche ben precise da rispettare quando si presenta la domanda di disoccupazione Naspi. Infatti non è possibile fare domanda subito dopo aver perso il posto di lavoro, pur sussistendo tutti i requisiti stabiliti per legge, ma bisogna attendere che siano trascorsi almeno 68 giorni.
Per poter presentare la domanda di disoccupazione quindi bisogna attendere 68 giorni a partire dal giorno in cui si interrompe il rapporto di lavoro, ma con alcune doverose precisazioni. La domanda di disoccupazione si può quindi presentare:
- Entro 68 giorni dalla data di cessazione del rapporto di lavoro a meno che nel corso di quei 68 giorni subentri una maternità indennizzabile. In questo caso infatti il conteggio dei giorni si interrompe per un periodo di giorni pari alla durata della maternità indeninzzabile, e riprende al termine di quel periodo.
- Entro 68 giorni a partire dalla data della cessazione del rapporto di lavoro, ma si interrompe il conteggio dei giorni anche nel caso in cui subentri una malattia o un infortunio sul lavoro/malattia professionale indennizzabile dall’INAIL. Al termine dell’evento il conteggio dei 68 giorni riprende.
- Dalla data di cessazione del periodo di maternità indennizzato, nel caso in cui la maternità abbia avuto inizio durante il rapporto di lavoro successivamente terminato
- Dalla data di cessazione del periodo di malattia indennizzato, o di infortunio/malattia professionale allo stesso modo sorti nel corso dell’attività lavorativa poi cessata
- A partire dalla data di definizione della vertenza sindacale o della notifica della sentenza giudiziaria
- A partire dalla data in cui termina il periodo di indennità riconosciuta per il mancato preavviso
- A partire dal 30° giorno successivo alla data in cui termina il rapporto di lavoro se il rapporto si interrompe per licenziamento per giusta causa.
Qual è la documentazione da allegare alla domanda di disoccupazione
Per presentare la domanda di disoccupazione Naspi si deve allegare alla richiesta la seguente documentazione:
- Un documento di identità valido
- Il modulo SR156 da compilare per la domanda Naspi
- Il modulo SR163 Inps per comunicare all’Inps l’Iban sul quale verrà accreditata la disoccupazione
- Le ultime due buste paga
- La comunicazione con la quale viene interrotto il rapporto di lavoro (es. lettera di licenziamento)
Inoltre è necessario eseguire l’iscrizione al Centro per l’Impiego, e per coloro che percepiscono gli Assegni al Nucleo Familiare (ANF) è necessario allegare alla richiesta anche l’ultima Certificazione Unica, il 730, oppure il modello Redditi, ex modello Unico.
Quando arriva la disoccupazione?
Una volta che la domanda di disoccupazione è stata accolta, quando avviene il primo accredito? Non ci sono dei tempi precisi entro i quali si riceve il primo accredito della Naspi, ma generalmente non trascorrono più di 30 giorni.
Infatti non appena l’INPS riceve la domanda di disoccupazione viene avviato il processo di verifica dei dati inseriti e dei requisiti necessari, dopodiché emana il provvedimento per il pagamento dell’indennità.
Purtroppo però in alcuni casi possono esserci dei ritardi dovuti a vari fattori. Possono dipendere ad esempio dal periodo in cui viene presentata la domanda, che se coincide con quello in cui vengono presentate le domande di disoccupazione Naspi stagionale, può subire dei rallentamenti dovuti all’elevato numero di domande da smaltire.
Il ritardo dell’accredito della Naspi può anche essere di qualche mese, e a volte dipende anche dal tipo di disoccupazione richiesta e in linea generale da quante domande l’Inps deve smaltire in quel determinato periodo.
A quanto ammonta la disoccupazione?
Ma a quanto ammonta la Naspi? L’importo varia in base a diversi fattori, come la durata del rapporto di lavoro, e naturalmente lo stipendio percepito. Ma vediamo esattamente come si determina l’importo della disoccupazione.
Vengono presi in considerazione tutti i lavori svolti negli ultimi 4 anni che precedono l’interruzione del rapporto di lavoro a seguito della quale si fa richiesta della Naspi. Viene quindi calcolato lo stipendio medio percepito e la durata in settimane del contratto o dei contratti di lavoro negli ultimi 4 anni.
L’importo della disoccupazione sarà pari al 75% della retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali così calcolata, per i primi 3 mesi. A partire dal quarto mese si riduce del 3% al mese fino all’ultimo accredito. Il numero di mensilità per le quali verrà accreditata la Naspi sarà invece pari alla metà delle settimane contributive presenti negli ultimi 4 anni, per un massimo quindi di 2 anni.
In ogni caso l’importo della disoccupazione NASPI non può superare un importo mensile massimo che viene rivalutato annualmente sulla base della variazione dell’indice ISTAT e reso noto ogni anno dall’INPS con circolare pubblicata sul sito ufficiale.
Nel 2017 la Naspi non poteva superare i 1.300 euro mensili, che sono diventati 1.314,30 euro nel 2018 e 1.328,76 euro nel 2019.
Inoltre, se il disoccupato avente diritto alla Naspi ha intenzione di avviare una attività commerciale in proprio, può fare specifica richeista di ricevere in liquidazione anticipata il totale spettante pari alla somma di tutte le mensilità della disoccupazione in unica soluzione.
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