Era stata annunciata da tempo, la stretta sulle auto aziendali, e non erano mancate polemiche politiche e critiche anche da parte degli operatori del settore, che nel frattempo si preparavano a fare i costi con una nuova imposta. L’impatto della tassa sulle auto aziendali avrebbe colpito i lavoratori dipendenti che utilizzano l’auto aziendale per uso privato, ma il testo definitivo è risultato più morbido di quanto inizialmente previsto.

Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha reso noto che nel testo della Legge di Bilancio 2020 la stretta sulle auto aziendali è stata allentata. In un primo momento si era valutato nell’ordine dei 500 milioni di euro il peso della nuova tassa, ma alla fine gli operatori del settore potreanno tirare un respiro di sollievo, se non altro quelli che non usano auto ritenute altamente inquinanti.

Il valore tassabile dell’uso privato del mezzo aziendale sarebbe stato portato, secondo quanto previsto inizialmente, dal 30% al 100% del costo chilometrico calcolato dall’Aci nelle sue tabelle ufficiali su una percorrenza annua di 15 mila chilometri.

Ora invece il testo inserito nella Legge di Bilancio 2020 prevede comunque un aumento dell’imposta sulle auto aziendali, ma rimodulato per la maggior parte dei dipendenti. Sono state definite tre fasce di modelli, e la tassa viene quindi calcolata in base alla fascia in cui un determinato veicolo si colloca.

Prima fascia

Saranno solo le auto ritenute “superinquinanti” a subire un incremento notevole della base tassabile, che passerà dal 30% al 100%. Verranno penalizzati quindi tutti i modelli meno recenti, i quali non rispettano ancora gli standard emissivi Euro 6.

Inserendo poi all’interno di questa categoria anche i modelli che hanno elevate emissioni di Co2, ad essere penalizzati saranno anche modelli molto recenti, specie quelli con alti consumi.

Seconda fascia

La stragrande maggioranza delle auto aziendali rientrerà in questa seconda fascia. Qui si vanno a collocare tutti i gli altri modelli, ad eccezione di quelli che si collocano nella prima fascia in quanto altamente inquinanti, e di quelli ritenuti non inquinanti come le auto elettriche e le ibride, che invece si collocano nella terza fascia.

Per quel che riguarda la misura della tassa sulle auto aziendali, per i possessori di veicoli che rientrano nella seconda fascia, la quota di percorrenza per uso privato tassabile viene raddoppiata, passando dal 30% attuale al 60%.

Terza fascia: auto elettriche e ibride

Non verrà applicato alcun aggravio invece per le auto aziendali che rientrano in questa terza fascia, che comprende tutte le auto elettriche e le auto ibride.

Vi dovrebbero rientrare, almeno in teoria, anche le recentissime mild e micro hybrid, che sulla carta di circolazione vengono ufficialmente classificate come ibride, che però all’atto pratico non hanno emissioni così diverse da quelle dei tradizionali moderni motori a benzina.

Per i dipendenti la cui auto aziendale rientra in questa terza fascia, la tassazione resta esattamente com’è, vale a dire al 30%.

Tassa sulle auto aziendali, eccezioni e prospettive

Faranno eccezione, in base a quanto precisato dallo stesso ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, i veicoli che vengono “utilizzati a fini commerciali” che non sono mai stati usati per fini privati, per i quali non ci sarà alcun aumento della tassa.

Dal momento che la stragrande maggioranza delle auto aziendali rientra nella seconda fascia, l’aumento dell’imposta riguarderà la quasi totalità del parco macchine, per il quale ci sarà un aggravio consistente in un raddoppio dell’imposta da pagare.

Questa constatazione ha anche indotto le aziende a ritenere possa essere più conveniente dismettere le flotte aziendali per passare ad una soluzione diversa, quella del rimborso dei viaggi fatti dal dipendente con mezzi propri.

Non sono positivi i pareri espressi dalle associazioni di case automobilistiche, concessionarie, noleggiatori e di società di leasing. In un comunicato congiunto emanato da Anfia, Assilea, Federauto e Unrae si legge a proposito dell’aumento della tassazione sulle auto aziendali che si tratterebbe di un “salto indietro di decenni che ci allontana ulteriormente dagli standard europei” che finisce, secondo le associazioni, per incentivare l’utilizzo di mezzi più vecchi, quindi più inquinanti e meno sicuri.

Il giro di vite sulle auto aziendali colpirebbe, sempre secondo le suddette associazioni, un canale fondamentale del mercato, che per il 72% è composto “dai segmenti più bassi non certo da supercar”, andando ad agire “in modo negativo anche sul mercato delle vetture a zero o basse emissioni, la cui diffusione è alla base dell’ecobonus introdotto lo scorso anno, contraddicendo la volontà del Governo di dare vita a un ‘Green New Deal’“.

Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento. Non offriamo alcun tipo di consulenza finanziaria. L’articolo ha uno scopo soltanto informativo e alcuni contenuti sono Comunicati Stampa scritti direttamente dai nostri Clienti.
I lettori sono tenuti pertanto a effettuare le proprie ricerche per verificare l’aggiornamento dei dati. Questo sito NON è responsabile, direttamente o indirettamente, per qualsivoglia danno o perdita, reale o presunta, causata dall'utilizzo di qualunque contenuto o servizio menzionato sul sito https://www.borsainside.com.

Migliori Piattaforme di Trading

Broker del mese
Deposito minimo 100 AUD
0.0 Spread in pip
Piattaforme di trading avanzate
Prezzi DMA su IRESS
Deposito minimo 100$
Sicurezza Gruppo Bancario Svizzero
Leva fino a 1:30
Protezione da Saldo Negativo
Deposito minimo ZERO
N.1 in Italia
Regime Fiscale Amministrato
0% CANONE MENSILE DI GESTIONE
SCOPRI DI PIÙ Fineco recensioni » * Avviso di rischio
Deposito minimo 100$
ETF - CRYPTO - CFD
Licenza: CySEC - FCA - ASIC
Copia i migliori trader del mondo

Il vostro capitale è a rischio. Considera la perdita di denaro dal 51% (eToro) fino all’89% (altri fornitori) con il trading CFD.