Come dimenticare le cassandre di chi, fino a pochi anni fa, affermava che il mercato fintech fosse destinato ad esaurirsi nel giro di pochi anni. Ebbene la storia ha mostrato che il fintech (abbreviazione di “financial technology” ovvero tecnologia finanziaria), è nato per restare (per la serie con lo sviluppo indietro non si torna) e le previsioni per i prossimi anni testimoniamo come il settore sia destinato ad una crescita dirompente.
Ad affermarlo è il recente studio BCG, Global Fintech 2023: Reimagining the Future of Finance realizzato in collaborazione con la società di venture capital QED Investors.
Ebbene le proiezioni sull’espansione del fintech sono impressionanti: nel 2030 il fatturato globale di settore dovrebbe raggiungere i 22mila miliardi di dollari mentre i ricavi annuali del comparto cresceranno cresceranno di sei volte raggiungendo un valore di 1.500 miliardi di dollari entro la fine dell’anno.
Numeri impressionanti se si pensa che tutto il settore fintech è anagraficamente molto giovane. Di Fintech, infatti, si parla da appena un quarto di secolo eppure, tra banche e assicurazioni, oramai non c’è un solo players che non abbia inglobato lo sviluppo fintech nel suo DNA.
Il fintech oggi
Attualmente il fintech include una vastissima gamma di applicazioni e servizi finanziari che vanno dalla gestione degli investimenti, ai pagamenti digitali, al crowdfunding, ai prestiti peer-to-peer, all’insurtech (assicurazioni tecnologiche) e tanto altro. A prescindere dal settore l’obiettivo fondamentale del fintech è è quello di pervenire ad una semplificazione e a un miglioramento dell’esperienza finanziaria degli individui e delle imprese, fornendo soluzioni innovative che si basano sull’uso di dati, algoritmi, intelligenza artificiale e piattaforme digitali.
Nell’attuale mercato, le aziende fintech operano in collaborazione con istituti finanziari tradizionali oppure in aperta sfida a questi ultimi offrendo servizi più agili, accessibili e personalizzati. Grazie all’evoluzione del fintech c’è stata una maggiore digitalizzazione del settore finanziario, con servizi che possono essere accessibili tramite applicazioni mobili, siti web o piattaforme online.
Come rilevato dall’indagine che è stata condotta, il boom del settore c’è stato soprattutto nel 2021, anno in cui, e non è stato un caso, il mondo è stato alle prese con l’emergenza pandemia e tutto quello che da essa è scaturito.
Nel 2022 la performance del fintech non è stata positiva ma lo studio ha considerato come fisiologico il rallentamento degli ultimi 12 mesi. La forte crescita dell’anno precedente, per forza di cose, doveva subire un assestamento e così è stato.
Detto questo nel 2022 le valutazioni del fintech hanno registrato un crollo con i nuovi finanziamenti diminuiti del 43 per cento. Numeri pesanti, eppure nonostante il ritracciamento anche lo scorso anno la crescita dei ricavi complessivi, sia pure ad un ritmo più contenuto, è proseguita.
Attualmente l’industria è la più redditizia a livello globale con 12 triliardi di dollari di fatturato all’anno. In realtà ci sarebbe ancora un buon margine di crescita. Secondo le rilevazioni del Progetto di inclusione finanziaria della Banca Mondiale, infatti, ci sono ben 1,5 miliardi di adulti nel mondo che non hanno un con conto corrente bancario mentre i soggetti nella situazione di underbanked, ossia i titolari di un conto corrente bancario che utilizzano anche i servizi finanziari alternativi sarebbero 2,8 miliardi di cui 54 milioni in Europa. Praticamente il potenziale mercato del fintech ingloba metà della popolazione mondiale. Nei prossimi anni questa quota consistente di umanità verrà via via inglobata nel fintech ed è appunto per questo motivo che le previsioni sulla crescita del settore sono così rosee.
Fintech previsioni per area geografica
Secondo lo studio della BCG le aziende fintech cresceranno soprattutto grazie al contributo del settore Asia Pacific. Quest’area geografica, grazie ad un tasso di cresciuta del 27 per cento diventerà nel 2030 il più importante punto di riferimento del fintech superando anche gli Stati Uniti. La parte del leone la faranno i paesi cosiddetti Apac (Cina, India e Indonesia) che sono favoriti dal maggior numero di player (quindi maggiore concorrenza) e della presenza di un’ampia popolazione unbanked che è il mercato di riferimento del fintech.
Ma anche l’Europa non sarà da meno con una crescita del CAGR del 21 per cento fino al 2030.
Rispetto al passato, però, ci sarà una svolta: mentre nel decennio precedente il fintech è stato dominato dal settore dei pagamenti, a sostenere la crescita da qui al 2023 saranno l’embedded finance, il B2B e il B2B2X grazie anche al boom dell’open banking e delle tecnologie di intelligenza artificiale generativa.
In questo contesto, il Regno Unito e l’Unione Europea sono il terzo mercato finanziario più grande al mondo e da qui al 2023 registreranno una crescita pari a ben cinque volte quella messa a segno fino al 2021 che era stata appunto guidata dai pagamenti.
E visto che stiamo parlando di previsioni fintech, quale è la situazione in Italia?
Purtroppo nel nostro paese il settore continua ad essere caratterizzato da una piccola quantità di operatori di grandi dimensioni. C’è però una certa vitalità visto che sono nate molte iniziative innovative che nel lungo termine potranno crescere.
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