Chi si ricorda di LimeWire, il defunto sito di file-sharing? Chiuso nel 2010 dopo una lunga battaglia legale con la Recording Industry Association of America sulle accuse di pirateria musicale, LimeWire vanta una storia piuttosto contrastata. Al suo apice, LimeWire era uno dei più popolari siti di file-sharing peer-to-peer, permettendo agli utenti di scaricare musica e altri contenuti online gratuitamente. LimeWire, BitTorrent e Napster sono tuttavia gradualmente stati sostituiti da servizi di streaming basati su abbonamento, come Spotify e Netflix.
Ebbene, più di un decennio dopo la sua chiusura, LimeWire sta facendo il suo ritorno, ma con una svolta non certo marginale.
Il servizio sarà infatti rilanciato a maggio come marketplace per lo scambio di token non fungibili, o NFT, beni digitali che mantengono un record di proprietà per gli oggetti virtuali sulla blockchain. I fratelli austriaci Julian e Paul Zehetmayr hanno infatti annunciato di aver acquistato la proprietà intellettuale di LimeWire e altri asset lo scorso anno, con l’intensione di riportare la piattaforma in auge. Il nuovo LimeWire si concentrerà sulla musica, permettendo agli utenti di comprare e scambiare oggetti rari come edizioni limitate, demo inediti e merchandise digitale.
“Il problema del mercato degli NFT è che la maggior parte delle piattaforme sono decentralizzate“, ha detto Julian Zehetmayr alla CNBC. “Se si guarda al bitcoin, tutti gli scambi stanno rendendo davvero facile comprare, scambiare e vendere bitcoin. Non c’è nessuno che stia facendo lo stesso nello spazio NFT. “Abbiamo ovviamente questo grande marchio mainstream di cui tutti hanno nostalgia“, ha aggiunto. “Abbiamo pensato che avevamo bisogno di costruire anche una vera esperienza utente mainstream”.
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