Le Olimpiadi Tokyo, che si sarebbero dovute svolgere proprio in queste settimane, sono state rinviate al prossimo anno causa Covid-19. Tuttavia, nemmeno sulla prossima data calendarizzata c’è certezza: l’evoluzione della pandemia non sta seguendo un ordine preciso, e il rischio che il prossimo autunno / inverno si candidi ad essere un periodo particolarmente complesso, non solo sotto il profilo sanitario, è piuttosto alto.
Ad ogni modo, per il momento val la pena mantenere come scenario centrale l’effettivo programmato svolgimento dei Giochi Olimpici giapponesi, nei quali potrebbero fare la loro comparsa gli eSports. Insomma, accanto agli sport tradizionali, e ai nuovi ingressi in tabellone, tra non molto anche gli sport elettronici potrebbero essere considerati come giochi olimpici, con l’intento di catturare l’appeal dei giovani under 20, coloro che sono maggiormente attratti da questa evoluzione sportiva digitale.
Non sfugge (e tanto meno in Giappone) come negli ultimi 5 anni il settore degli eSports abbia vissuto un vero e proprio boom, passando da mercato di nicchia difficilmente qualificabile oltre il confine videoludico, a vero e proprio fenomeno professionistico, con giri d’affari sempre più importanti. Si tenga conto che, ad esempio, già nel 2016 la finale del gioco League of Legends (uno dei più noti nel comparto degli eSports) aveva già raccolto più spettatori delle finals dell’NBA.
Si tenga altresì in considerazione come nel corso degli anni molti grandi operatori si siano affacciato con entusiasmo e convinzione in tale contesto: da Amazon a Apple, da Netflix a EA, tutti vogliono far parte di un mercato che secondo le ultime stime vale circa 1,1 miliardi di dollari, ma il cui business è destinato a lievitare nei prossimi anni.
Un recente dossier di Goldman Sachs, ad esempio, ipotizzava che il mercato degli sport elettronici fosse in grado di percorrere una strada del raddoppio di tale valore entro i prossimi tre anni, arrivando pertanto a valere oltre 2,2 miliardi di dollari a livello globale. A beneficiarne non sono solamente le aziende tecnologiche, ma anche tutti coloro che parteciperanno a vario livello al comparto, come gli sponsor più affezionati (Nike in primis).
Da tutto ciò potrebbe arrivare un ottimo impulso sul fronte degli investimenti finanziari. Attualmente il principale fondo azionario (per rendimento) che invece sulla digitalizzazione è il BGF World Technology Fund Classe E2, con un rendimento che nell’ultimo anno è stato del 40%. Il fondo è gestito dalla Blackrock e può essere partecipato da tutti gli investitori, con un impegno minimo iniziale di soli 2.000 euro. Rendimenti superiori al 30% su base annua anche per Polar Capital Funds PLC – Polar Capital Global Technology Fund Income, Franklin Technology Fund A (acc), Janus Henderson Horizon Fund – Global Technology Fund e Jpm Us Technology D (acc).
Insomma, non sappiamo se e quando gli eSports verranno inseriti o meno tra i Giochi Olimpici. È tuttavia certo che non occorre aspettare granché per poter partecipare ai loro extra rendimenti…
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