Le Fintech sono una fucina di idee e di soluzioni ma… sono tutt’altro che un colosso inscalfibile dalle difficoltà, anche quando si tratta di un territorio che è tra i “traini” europei del comparto, come quello britannico.
Di fatti, pochi giorni fa, una ricerca condotta da Innovate Finance ha scattato una fotografia piuttosto delicata sull’industria fintech britannica nel post COVID-19, evidenziando i problemi che le imprese più piccole potrebbero incontrare di qui a breve.
Charlotte Croswell, CEO di Innovate Finance, si è in particolar modo soffermato sul fatto che sia evidente che il settore Fintech si trova ad affrontare un significativo deficit di finanziamento come risultato diretto della pandemia, e che sia il caso di agire in fretta prima che sia troppo tardi, poiché il rischio è quello di perdere molte aziende del settore in rapida crescita.
La ricerca (che ha coinvolto 126 aziende, il 61 per cento delle quali di piccole dimensioni, con 25 o meno dipendenti) ha rilevato che alcune Fintech più piccole nel Regno Unito hanno liquidità sufficiente per sei mesi o meno, mentre oltre il 75 per cento delle Fintech più piccole sono preoccupate per i prossimi round di finanziamenti. Oltre il 70% di tutti gli intervistati afferma altresì di non aver ricevuto alcun finanziamento privato dall’inizio della crisi. È interessante notare che oltre il 75% delle piccole Fintech si sia rivolto al sostegno del governo per poter rimanere in piedi.
Un ulteriore risultato della ricerca è che il 60% delle Fintech sta cercando di adattare la propria strategia per sopravvivere alla crisi, mentre il 32% sta valutando la possibilità di diversificare i propri ricavi, il 30% sta valutando la possibilità di far ruotare la propria attività, e l’11% sta valutando la possibilità di chiudere o mettere in pausa il proprio business.
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