L’economia si sta evolvendo in una chiave sempre più digitale e, in fondo, è evidente come in buona parte sia dipeso dall’improvviso abbattersi della pandemia da coronavirus, che ha ribaltato i vecchi paradigmi del sistema economico per poter riproporre la necessità di ripensare alle modalità di lavoro, di fruizione dei servizi, di consumo.

Naturalmente, le sfide di cui sopra hanno rappresentato in buona parte delle opportunità per gli operatori, con beneficio per le società che forniscono infrastrutture necessarie all’economia online. Ne ha parlato, in un’interessante nota, Alan Tu, gestore del fondo T. Rowe Price Global Technology Equity, di T. Rowe Price.

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La digitalizzazione dell’economia

Secondo l’eserto, anche se è probabile che il passaggio verso un’economia online si inverta man mano che riapriranno tutte le attività tradizionali (si pensi ai centri commerciali, ai cinema, e così via), molti dei cambiamenti avvenuti in queste settimane saranno permanenti.

Dalla spesa online alle riunioni in videoconferenza, è lecito pensare che sempre più operatori si possano finalmente rendere conto dell’importanza di digitalizzare i propri processi e il rapporto con i clienti, beneficiandone in termini di risparmio dei costi e di maggiori efficienze.

Per l’esperto, in un mondo sempre più digitalizzato, le dimensioni sono sempre più fondamentali per un’azienda: chi raggiunge dimensioni adeguate può infatti imparare più rapidamente, raccogliere più dati e migliorare i propri prodotti, attirando nuovi clienti, migliorando i rendimenti e investendo di più, con attivazione di un circolo virtuoso.

Ecco perché, in questo contesto, ad avere una marcia in più sono le c.d. platform company, come Facebook, Alphabet (Google), Apple, Amazon, Alibaba, Tencent. Società che in questo periodo hanno offerto un valore tanto più grande quanto più è aumentato il numero di utenti.

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L’effetto network

In questo ambito un cenno separato è stato attribuito al settore dei media, evolutosi ancora più rapidamente per offrire un’esperienza migliore ai consumatori. Un riferimento chiave in questo contesto è attribuibile a Netflix, che grazie all’enorme numero di utenti e all’esperienza maturata nella gestione dei dati, è stata in grado di anticipare i trend creando contenuti ad hoc.

Nello scenario, l’esperto sottolinea poi come il mercato dello streaming sia stato invaso da nuovi concorrenti, e che solamente gli operatori più grandi riusciranno a sopravvivere, come Apple, Amazon Prime e Walt Disney.

La fiducia in Netflix da parte del gestore di T. Rowe Price è tuttavia talmente grande da ritenere che anche questi big potrebbero essere considerati da molti utenti come “aggiuntivi” o “opzionali” rispetto all’account Netflix.

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