Il coronavirus è stato un grande acceleratore di cambiamenti, tanto che – secondo una nota a cura di Nic Sochovsky e Dirk Hoffmann – Becking di Morgan Stanley Investment Management, sotto il profilo della trasformazione digitale in due mesi sono avvenuti i cambiamenti che di norma sarebbero avvenuti in due anni.
Dunque, una volta che – speriamo, presto – la pandemia sarà finita, il Covid-19 potrebbe essere ricordato non solamente come un evento drammatico sotto il profilo sanitario, sociale ed economico, quanto anche come un potete acceleratore che ha dato maggiore impulso a tendenze comunque già in corso. Ma quali?
Sotto il profilo fintech, come già anticipato, si è notata una trasformazione digitale rapidissima. Si pensi – a titolo di esempio – alla mole di persone che hanno iniziato a lavorare da casa, o ancora alla fruizione sempre più intensa dell’e-commerce, o ulteriormente al fatto che, spinti dal timore di un contagio, sempre più persone stiano passando dal contante alle carte. Cambiamenti che, secondo gli esperti, favoriranno probabilmente il predominio economico dei giganti oligopolisti tech, con incremento dei timori legati alla privacy e sull’incremento delle diseguaglianze.
Uno specifico focus è poi dedicato alle società operanti nel settore della tecnologia medica. La pandemia da nuovo coronavirus ha dimostrato l’importanza del settore sanitaria, ponendo in luce forze e debolezze dei sistemi sanitari. Per tali aziende “il Covid-19 sottolinea l’importanza dei dati, non solo del loro utilizzo ma anche – e soprattutto – della loro disponibilità. Riteniamo che ciò rappresenti un fattore di traino per le società che producono apparecchiature di diagnosi e test”. La consapevolezza che evitando inutili visite ospedaliere si possano eliminare dei costi non necessari per i sistemi sanitari nazionali, potrebbe dunque incentivare la diffusione di alcuni trattamenti domiciliari attraverso il monitoraggio da remoto e la telemedicina.
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