Quando si fa riferimento allo stato di salute di un’economia si tira in ballo il Prodotto Interno Lordo di quel paese. Poichè spesso si sente parlare di crescita del PIL o calo del PIL o ancora PIL negativo è consigliabile avere le idee ben chiaro su cosa esprima questo indicatore. Questa breve guida nasce proprio per questo motivo. In questo post si proverà a dare una risposta a tutta una serie di domande partendo proprio dalla definizione di PIL. In particolare risponderemo alle seguenti domande:
>>> Cosa è il PIL
>>> Come si calcola il PIL
>>> Da cosa è composto il PIL
>>> Cosa indica il rapporto debito PIL
PIL definizione
Il Prodotto Interno Lordo (PIL), in inglese Gross Domestic Product (GDP), esprime il valore complessivo dei beni e servizi finali prodotti all’interno di una nazione in un certo arco di tempo, solitamente un anno.
Questo dato, quindi, non prende in considerazione la produzione di beni intermedi destinati ai consumi industriali, ossia di quei prodotti scambiati tra le imprese, poiché il valore di questi ultimi è già incorporato nel valore dei beni finali. Pertanto, se si considerassero nel PIL anche le vendite dei beni intermedi, si avrebbero delle inutili duplicazioni.
PIL cosa calcola
Il calcolo del PIL è effettuato esclusivamente sulla produzione del Paese, con esclusione di quanto è prodotto all’estero da aziende nazionali, ma considerando quanto prodotto nel Paese da aziende straniere.
Escludendo dal PIL il valore del contributo produttivo dei lavoratori stranieri o di quello delle imprese la cui proprietà appartiene a cittadini non della nazione ed includendo simmetricamente il valore della produzione che cittadini ed imprese del Paese effettuano all’estero, otteniamo il Prodotto nazionale lordo o Reddito nazionale lordo (in inglese Gross National Product, o GNP).
Vale la pena sottolineare, inoltre, che il PIL tiene conto solo delle transazioni legali avvenute in denaro, escludendo quindi quelle a titolo gratuito (no-profit ed intra-familiari) e quelle illecite, e che come indicatore non misura il miglioramento della qualità della vita. La criminalità, l’inquinamento e gli incidenti stradali, ad esempio, tendono ad incrementare il PIL, pur essendo chiaramente eventi di carattere negativo che penalizzano il progresso di una nazione.
PIL cosa è
Il PIL è un indicatore economico molto importante in quanto misura la ricchezza prodotta in un Paese, ossia la sua crescita reale. Il PIL può essere calcolato in termini reali ed in termini nominali. Solitamente viene preso maggiormente in considerazione il valore reale del PIL, ossia quello calcolato a prezzi costanti, in modo da eliminare l’effetto distorsivo dell’aumento dei prezzi, che lo farebbe aumentare solo nominalmente per via dell’inflazione.
Dividendo il PIL reale per la popolazione si ottiene il reddito pro-capite, ossia il valore medio della ricchezza prodotta da ogni singolo individuo. Rapportando invece il PIL nominale con il PIL reale si ha il deflatore del PIL. Quest’ultimo è un indicatore dell’inflazione e segnala il cambiamento dei prezzi relativi al totale della produzione nazionale. A differenza dell’indice dei prezzi al consumo, il deflatore del PIL non è calcolato su un paniere fisso di beni e servizi e quindi riflette anche le variazioni di prezzo di nuovi beni e servizi.
Il PIL è dato dalla somma dei seguenti elementi: consumi (C), investimenti (I), spesa pubblica (G) e saldo netto della bilancia commerciale (NX). Riassumendo: PIL = C + I + G + NX. La prima voce, ossia quella dei consumi (C), è anche la più rilevante e rappresenta l’ammontare speso dalle famiglie per l’acquisto di beni e servizi finali. Le famiglie consumano in base al reddito disponibile, ossia al reddito che resta loro dopo aver pagato le tasse. Tendenzialmente più cresce il reddito disponibile più aumentano i consumi e viceversa. Gli investimenti (I) sono le spese delle imprese in capitale fisso (macchinari, attrezzature, etc.) e gli investimenti anche personali a carattere immobiliare. La spesa pubblica (G) rappresenta, invece, il valore speso dalle pubbliche amministrazioni per l’acquisto di beni e servizi finali. La differenza positiva tra entrate (tasse ed imposte) ed uscite dello Stato misura il risparmio pubblico o avanzo di bilancio mentre quella negativa il disavanzo. A tal proposito introduciamo un indicatore chiamato rapporto deficit/PIL, che viene utilizzato per calcolare l’ammontare del deficit delle amministrazioni pubbliche in rapporto al PIL.
Tale valore, espresso in percentuale, è un indicatore della stabilità finanziaria del Paese. Secondo i parametri di stabilità europei di Maastricht, il rapporto non dovrebbe superare, se non temporaneamente, il 3%, per evitare la formazione di deficit pubblici eccessivi da parte degli Stati Membri. Un altro indicatore molto importante è il rapporto debito pubblico/PIL, in quanto rappresenta la condizione strutturale delle finanze pubbliche. Per debito pubblico si intende il debito dello Stato nei confronti di altri soggetti, imprese, banche o soggetti stranieri, che hanno sottoscritto obbligazioni per coprire il fabbisogno finanziario statale.
Per questo indice l’Unione europea ha indicato come soglia massima il 60%. Il saldo della bilancia commerciale (NX) è dato dalla differenza tra esportazioni ed importazioni. Se le esportazioni eccedono le importazioni, il paese registra un avanzo commerciale, viceversa quando il saldo è negativo si avrà un disavanzo commerciale. In un’economia chiusa agli scambi con il resto del mondo, quindi, il Prodotto Interno Lordo (PIL) ed il Reddito Nazionale Lordo (RNL) coincidono.
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