Il forte ribasso che le borse occidentali hanno registrato a seguito dell’effetto combinato tra crisi geopolitica e boom delll’inflazione (con conseguente rischio di aumento dei tassi di riferimento da parte delle banche centrali) ha riportato sulle pagine dei giornali e dei siti finanziari, un’espressione di cui non si sentiva parlare da mesi: “panic selling“. Queste due parole non hanno necessità di traduzione anche perchè non riguardano solo ed esclusivamente il mondo della finanza.
Chi opera da tempo sui mercati si sarà già imbattuto in fasi di panic selling e quindi, per i più navigati, quanto successo ultimamente in borsa non ha rappresentato una novità ma semplicemente una fase periodica. A prescindere dal livello di confidenza nei confronti del panic selling, questa guida può comunque essere di aiuto sia ai principianti che ai traders con una certa esperienza.
I primi, infatti, leggendo questo report, capiranno perchè un panic selling è da considerare un evento ricorrente (e non una calamità eccezionale al termine della quale tutto è finito) mentre i secondi potrebbero trovare degli spunti pratici su come è possibile piegare a proprio vantaggio un situazione di vendite dettate dal panico. Sia i primi che i secondi, per finire, potranno comprendere come comportarsi nei momenti di panic di selling.
Se tra i nostri lettori ci sono traders che si sono già trovati ad investire nel corso di un panic selling, chiediamo loro di lasciare un commento nel box in basso. Raccontare le esperienze può essere molto utile per aiutare chi è alle prime armi a non perdere il controllo della situazione anche nei momenti di più forte panico.
Poichè questa guida punta ad andare oltre la semplice definizione di panic selling, individiando anche delle strategie da seguire per provare a gestire la situazione di vendite da panico, mettiamo subito le mani in avanti precisando che oggi si può imparare a fare trading durante un panic selling senza rischiare soldi veri. I migliori broker Forex e CFD, infatti, mettono a disposizione la demo gratuita. Noi suggeriamo eToro poichè non solo offre il conto dimostrativo gratis ma permette di operare su tanti asset diversi da una sola piattaforma.
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Panic selling cosa è: una definizione corretta
Operando da anni nel mondo dell’informazione finanziaria, siamo perfettamente consapevoli che, spesso, espressioni come panic selling vengono abusate. Tanto per essere chiari: non basta che la borsa crolli un giorno per parlare di panic selling.
Chiarito questo aspetto, vediamo di capire quando, realmente, abbiamo a che fare con un panic selling sui mercati.
Da definizione, questa situazione si verifica nel momento in cui un numero enorme di trader inizia a vendere in modo compulsivo asset o gruppi di asset. A fare più rumore è ovviamente il caso in cui le vendite riguardano tutte le azioni di un dato indice (con conseguente crollo dei singoli prezzi e dell’intero paniere).
Nonostante la grande vittima del panic selling sia la razionalità (come detto le vendite sono compulsive) non si può affermare che situazioni di questo tipo non abbiano una motivazione. Nelle sue fasi iniziali, ogni panic selling ha una sua giustificazione da cui tutto ha origine.
Contrariamente a quello che in tanti pensano non succede che all’improvviso, come per magia, un numero alluncinante di traders inizi a vendere in modo massiccio ma succede che un evento ad alto impatto causi le prime vendite le quali poi, a causa di fattori emotivi, si estendono ad un intero indice. E’ proprio nel momento in cui la tendenza a vendere travolge tutto, che il panic selling, assume il suo classico aspetto irrazionale, e travolge tutto.
La durata di un panic selling dipende da tanti fattori. Il risultato finale però non cambia. Le bordate di vendite lasciano sangue sull’asfalto; molti traders, non in grado di gestire la situazione, si ritrovano con carta straccia in mano. Inutile nasconderlo: il panic selling genera perdite enormi nei portafogli di investimento. Parallelamente anche molte quotate si ritrovano con le ossa rotte (drastica riduzione del valore delle quotazioni). Insomma ogni panic selling fa terra bruciata ma (ed è questo che molto spesso si perde di vista) dopo il passaggio delle temposta c’è sempre una rinascita.
I primi titoli a risalire sono quelli travolti, senza motivo, dall’ondata di vendite emotive. Statisticamente le quotate solide e con buoni fondamentali tornano ad essere comprate in modo massiccio e i loro valori salgono.
Insomma un classico panic selling finisce nello stesso modo con cui era iniziato: con il ritorno della razionalità.
Cosa fare durante un panic selling: le opzioni
Passiamo adesso alla parte più operativa del post: cosa è possbile fare durante un panic selling? Anche in questo caso è inutile farsi illusioni: trattandosi di una situazione in cui il ruolo comportamentale ha impatto cruciale, il singolo trader non può pensare di far cambiare direzione alla massa.
Le sue scelte di trading, quindi, riguardano lui e solo lui. Le mosse a disposizione sono tre:
- uscire dal mercato non appena si ha percezione che stia per iniziare un panic selling (il problema è che spesso un panic selling si nasconde dietro un semplice calo e quindi si è portati ad attendere…ma spesso quell’attesa è fatale)
- attendere: se non si è dentro al mercato, si può aspettare il passaggio della temposta (il problema è che la tempesta non dovesse invece arrivare, si perde l’occasione per comprare a sconto)
- trasformare il panic selling in un’occasione: si tratta di comprare un secondo prima che il valore dell’asset cambi rotta e vendere nel momento in cui il titolo ha recuperato il valore perso nel corso del crollo
Tra le tre opzioni quella più complicata è la terza ma è anche l’unica attiva e non passiva. Trasformare il panic selling in un’occasione richiede esperienza ed esercizio. L’allenamento è fondamentale e può essere fatto utilizzando il conto demo gratuito che broker autorizzati come eToro mettono sempre a disposizione.
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