L’oro, il cui nome deriva dal latino aurum cioè alba scintillante, è un metallo malleabile di colore giallo, caratterizzato da un’elevata resistenza alla corrosione. Questa sua peculiarità ne ha fatto un materiale ideale per la coniazione di monete e per la produzione di gioielli. L’oro è usato anche in odontoiatria, in elettronica e per strumenti da laboratorio. Si estrae allo stato elementare o da leghe naturali e si trova sotto forma di pepite, grani e pagliuzze nelle rocce e nei depositi alluvionali. Quando è in lega con altri metalli la sua purezza è misurata in carati, ossia su una scala che considera l’oro puro a 24 carati, oppure con un valore compreso tra zero e uno a tre cifre decimali o una frazione in millesimi (18 carati = 18/24 = 0,750 = 750/1000 = 75%).

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Quest’importante metallo è conosciuto ed apprezzato dagli uomini sin dalla preistoria, specialmente a scopo ornamentale sia maschile che femminile, ma bisogna arrivare ai tempi di Cesare, ossia nel 49 a.C., per la coniazione della famosa moneta chiamata aureo. Anche il rame e l’argento venivano utilizzati dagli antichi per la realizzazione di monete, ma l’oro è stato sempre considerato più prezioso a causa della sua maggiore scarsità in natura ed anche perché richiede molto più lavoro a parità di quantità estratta. I primissimi giacimenti si trovarono circa seimila anni fa nell’Africa settentrionale, in Mesopotamia, nella valle dell’Indo e nel Mediterraneo orientale, per poi arrivare a nuove fonti con la scoperta del continente americano e dell’Australia.

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L’oro è sempre stato un simbolo di potere e di ricchezza e proprio per tale motivo molteplici sono stati i conflitti tra nazioni generati per accaparrarsi i territori maggiormente ricchi di tale minerale. Storicamente questo metallo cominciò ad essere utilizzato in modo diffuso come moneta corrente nel 1816 in Inghilterra, paese che istituì per primo il Gold Standard. Alla base di questo sistema monetario, denominato anche aureo, c’era la convertibilità tra moneta nazionale ed oro e tassi di cambio fissi fra diverse valute. Erano i governi o le Banche centrali a determinare un valore fisso tra moneta nazionale e oro, al fine di assicurare un equilibrio degli scambi internazionali. Tale sistema cessò di esistere nel 1914, per poi essere in parte ripristinato negli anni ’30 con quello di Bretton Woods, secondo il quale era il dollaro ad essere agganciato al prestigioso metallo. Ogni paese partecipante fu obbligato a versare al Fondo Monetario Internazionale (FMI) una quota d’oro e di moneta nazionale a titolo di riserva ed a dichiarare la parità tra la propria valuta e l’oro attraverso il tasso di cambio con il dollaro. Tale accordo durò fino agli anni ’71-’73, quando gli Stati Uniti rinunciarono definitivamente alla convertibilità mondiale del biglietto verde in oro e Nixon svalutò per ben due volte la valuta a stelle e strisce. Nel 1968 venne introdotto un doppio regime, che fissava il prezzo dell’oro a 35 dollari l’oncia per le transazioni valutarie internazionali, lasciandolo però libero di fluttuare per quanto concerneva gli scambi tra privati. Tale data può essere considerata, quindi, quella ufficiale per la nascita del mercato dell’oro, ossia il luogo dove il prezzo viene determinato, come per ogni altra commodity, dall’equilibrio tra offerta e domanda. Nel 1975 venne meno anche questo accordo ed il mercato ufficiale dell’oro venne abolito, facendo sì che il prezzo di questo metallo venisse lasciato libero di fluttuare per essere determinato esclusivamente dalle leggi di mercato.

Nel Grafico 1 possiamo osservare l’andamento della quotazione dell’oro dal 1970 al 2011 sulla base del suo valore medio annuo. Da segnalare poi l’impennata che il valore dell’oro ha registrato negli ultimi tempi, con valori schizzati nel 2012 addirittura sopra i 1.900 dollari l’oncia.

Grafico1: Quotazione dell’oro dal 1970 al 2011
grafico
Fonte: National Mining Association

Il mercato fisico più importante per la trattazione dell’oro è quello di Londra, nato nel 1919. Nel settembre di quell’anno, infatti, presso gli uffici della Rothschild & Sons ebbe luogo il primo fixing emerso dalla riunione a cui parteciparono i cinque principali broker della City. Ancora oggi i rappresentanti di queste case si incontrano alla Rotschild’s Fixing Room alle 10,30 ed alle 15,00 e si accordano sul prezzo. Il fixing del gold viene ampiamente usato come riferimento per transazioni spot nel mercato. L’unità di misura ufficiale è il grammo o l’oncia, che corrisponde a 31,1035 grammi. L’oncia d’oro viene utilizzata come base dei futures, con i quali si specula sul suo ipotizzato valore futuro ad una relativa scadenza. I contratti future sono standardizzati e vengono negoziati con margine nelle borse dei futures, come la divisione Comex del NYMEX (New York Mercantile Exchange), il CBOT (Chicago Board of Trade), il Sydney Futures Exchange ed il TOCOM (Tokyo Commodity Exchange).

La quotazione dell’oro è strettamente collegata all’andamento dei mercati azionari: nei momenti di difficoltà delle borse gli operatori si rifugiano nel metallo giallo facendone così aumentare il prezzo, mentre nelle fasi di mercato toro tale valore tende a scendere. Da qui si evince che l’oro viene utilizzato da molti operatori anche come forma d’investimento, in quanto altamente liquido e poco soggetto ai rischi d’inflazione e di fluttuazione delle valute. Ottima scelta dunque per la diversificazione del proprio portafoglio. Per sapere di più sulle possibilità di investimento nel metallo prezioso potete consultare il nostro Report Investire in oro

Ad oggi il principale produttore d’oro è la Cina con oltre 350 tonnellate, seguita dall’Australia con 270 tonnellate e dagli Stati Uniti con 237 tonnellate (vedi tabella 1). Tra i principali consumatori figurano invece l’India, la Cina e gli USA (vedi tabella 2). Da segnalare che l’estrazione dell’oro, così come quella di altri importanti metalli, è un’attività molto dannosa per il nostro pianeta, in quanto produce sostanze inquinanti e tossiche. Molto alti sono anche i costi sanitari, basti pensare che nel mondo muoiono mediamente 40 minatori al giorno.

Primi Primi

Tra i principali indici mondiali che vengono utilizzati dagli investitori per monitorare l’andamento del mercato dell’oro possiamo indicare l’FTSE Gold Mines Index di Londra, l’FTSE/JSE Gold Index di Johannesburg (Sudafrica), l’AMEX Gold BUGS Index (HUI) americano, l’AMEX Gold Miners Index (GDM) americano, il Philadelphia Gold & Silver Sector (XAU) di Philadelphia e l’S&P/TSX Capped Gold Index di Toronto. Tra le maggiori società quotate in borsa che operano nel settore aurifero vanno segnalate: Barrick Gold, AngloGold Ashanti, NewMont Mining, Gold Fields, Harmony Gold, Freeport McMoran, Goldcorp, Newcrest Mining, Kinross Gold (vedi tabella 3).

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