L’OPEC è l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio (Organization of the petroleum Exporting Countries), istituita nel 1960 a Baghdad per negoziare con le compagnie petrolifere aspetti relativi alla produzione e all’estrazione di petrolio di fronte al monopolio angloamericano delle cosiddette ”sette sorelle” (Standard Oil, Texaco, Exxon, Mobil, Gulf, Bp, Shell).

Si tratta di un cartello che mira alla stabilità del mercato del petrolio, attraverso una regolazione dei livelli di produzione dei paesi membri che aiuti a mantenere l’equilibrio tra domanda e offerta per difendere le proprie economie dalla flessione dei prezzi operata dalle maggiori compagnie petrolifere. Grazie all’OPEC, infatti, gli stati membri ricevono per il greggio che esportano più denaro di quanto riceverebbero se non ne facessero parte, arrivando persino ad influenzare le quotazioni internazionali dell’oro nero per le proprie decisioni assunte.

Grande importanza per i Paesi del cartello rivestono i cambi con il dollaro statunitense, poiché le vendite di oro nero a livello mondiale sono denominate in dollari americani, ciò vuol dire che una svalutazione del biglietto verde, ad esempio, si traduce in minori introiti per l’OPEC.

Inizialmente facevano parte del cartello solo 5 membri (Arabia Saudita, Iraq, Iran, Kuwait e Venezuela) mentre attualmente i partecipanti sono dodici (i primi cinque e Algeria, Angola, Ecuador, Emirati Arabi Uniti, Libia, Nigeria, Qatar). Gabon e Indonesia sono entrati rispettivamente nel 1975 e nel 1962 per poi uscire nel 1992 e nel 2007.

Con il passare del tempo l’OPEC ha perso molto potere per via dei contrasti di carattere politico che dividono all’interno i suoi membri (vedi Iran-Iraq), portando l’Arabia Saudita ad acquisire un ruolo sempre più preminente. Tutto questo fino al 2016. Con la revoca delle sanzioni all’Iran decisa da Obama infatti, i rapporti di forza tra i paesi membi dell’OPEC sono completamente cambiati. L’Iran ha cercato di far valere il suo peso e Teheran è arrivata immediatamente al braccio di ferro con l’Arabia Saudita. Lo scontro all’interno dell’OPEC sui livelli di produzione da tenere è stato in realtà una proiezione della sfida tra islam sunnita (Arabia Saudita) e islam sciita (Iran). Un nuovo colpo di scena c’è poi stato più recentemente a seguito della decisione del governo Trump di tornare indietro e cancellare l’accordo siglato tra Obama e l’Iran. Gli Stati Uniti hanno quindi deciso di ripristinare le sanzioni a Teheran e questo ha ovviamente impattato sul prezzo del petrolio. 

L’Opec controlla il 78% circa delle riserve mondiali di petrolio e il 50% di quelle di gas naturale, fornendo circa il 42% della produzione mondiale di petrolio e il 17% di quella di gas naturale.

La sede dell’Organizzazione, inizialmente stabilita a Ginevra, a partire dal 1° settembre 1965 è stata trasferita a Vienna. I Paesi membri si riuniscono almeno un paio di volte l’anno per coordinare e unificare le proprie politiche petrolifere.

Al vertice della struttura c’è la Conferenza e il Consiglio dei governatori, da cui dipende il segretariato generale dell’organizzazione.

Nel 2018 i paesi membri erano i seguenti: Algeria. Angola, Arabia Saudita, Ecuador, Emirati Arabi Uniti, Iran, Iraq, Kuwait, Libia, Nigeria, Qatar, Venezuela, Guinea Equatoriale, Repubblica Demoratica del Congo, Gabon, Indonesia. 

L’organizzazione parallela dell’OPEC, la OAPEC (Organization of Arab Petroleum Exporting Countries), ha come mansioni quella di coordinare le politiche energetiche dei paesi Arabi parte dell’OPEC.

Non tutti i paesi produttori di petrolio fanno parte dell’OPEC. Ci sono infatti grandi produttori che non sono inclusi nell’Organizzazione. E’ questo il caso di: Canada, Messico, Usa, Cina, Kazakista, Russia e, in Europa, la Norvegia. Contrariamente a quello che si può pensare ci sono anche dei paesi del Medio Oriente che non fanno parte dell’OPEC. E’ questo il caso di Oman e Bahrein. 

Tab.1 I dieci maggiori produttori di petrolio al mondo nell’anno 2012 (Fonte EIA)

Produzione di petrolio
Migliaia di barili al giorno
2012
Arabia Saudita 11.726
Stati Uniti 11.115
Russia 10.397
Cina 4.416
Canada 3.856
Iran 3.589
Emirati Arabi Uniti 3.213
Iraq 2.987
Messico 2.936
Kuwait 2.797
World 89.348,1

Tab.2 Produzione di petrolio dei paesi membri dell’OPEC nell’anno 2011 e 2012 (EIA)

Produzione di petrolio paesi membri OPEC

Migliaia di barili al giorno
2011 2012
Algeria 1.863 1.875,2
Angola 1.839,9 1.871,6
Arabia Saudita 11.264,3 11.725,7
Ecuador 500,6 504,5
Emirati Arabi Uniti 3.088,3 3.213,2
Iran 4.265 3.589,4
Iraq 2.629 2.986,6
Kuwait 2.691,8 2.796,8
Libia 501,5 1.483
Nigeria 2.554,5 2.524,1
Qatar 1.641,2 1.579,2
Venezuela 2.489,2 2.489,2
OPEC 35.328,1 36.638,7

Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento. Non offriamo alcun tipo di consulenza finanziaria. L’articolo ha uno scopo soltanto informativo e alcuni contenuti sono Comunicati Stampa scritti direttamente dai nostri Clienti.
I lettori sono tenuti pertanto a effettuare le proprie ricerche per verificare l’aggiornamento dei dati. Questo sito NON è responsabile, direttamente o indirettamente, per qualsivoglia danno o perdita, reale o presunta, causata dall'utilizzo di qualunque contenuto o servizio menzionato sul sito https://www.borsainside.com.

Migliori Piattaforme di Trading

Broker del mese
Deposito minimo 100 AUD
0.0 Spread in pip
Piattaforme di trading avanzate
Prezzi DMA su IRESS
Deposito minimo 100$
Sicurezza Gruppo Bancario Svizzero
Leva fino a 1:30
Protezione da Saldo Negativo
Deposito minimo ZERO
N.1 in Italia
Regime Fiscale Amministrato
0% CANONE MENSILE DI GESTIONE
SCOPRI DI PIÙ Fineco recensioni » * Avviso di rischio
Deposito minimo 100$
ETF - CRYPTO - CFD
Licenza: CySEC - FCA - ASIC
Copia i migliori trader del mondo

Il vostro capitale è a rischio. Considera la perdita di denaro dal 51% (eToro) fino all’89% (altri fornitori) con il trading CFD.