Appoggiata da molti, sottovalutata da altri, la MMT è spesso definita come teoria monetaria ma… non troppo correttamente. Non si tratta infatti di una vera e propria teoria economica, come siamo abituati ad analizzare e interpretare, bensì una serie di valutazioni, intuizioni e interpretazioni che cerchiamo ora di riassumere.

Sulla base di tale “teoria” (rimuoveremo subito il virgolettato!) quando uno Stato o un’altra autorità centrale emette la moneta con la quale stampa i propri titoli di debito, virtualmente ha sempre la possibilità di ripagare le proprie obbligazioni mediante monetizzazione dei deficit.

Ne consegue il fatto che per poter finanziare gli investimenti pubblici utili per poter ridare slancio alla ripresa economica e alla domanda, lo Stato non sia costretto ad incrementare la pressione fiscale. Se per l’impostazione corrente, un comportamento del genere da parte delle autorità non potrebbe far altro che spingere verso l’alto l’inflazione, in realtà la MMT sostiene che la quantità di risorse, di lavoro in particolare, inutilizzate nell’economia attuale, sono tali da offrire molto spazio a investimenti senza che questi generino iperinflazione.

Le tasse, per l’MMT, servono a raffreddare l’economia in caso di necessità, e – aspetto fondamentale – sono necessarie per poter instaurare l’accettazione della domanda da parte della popolazione che con essa deve appunto pagare le tasse. Operante da circa un ventennio, ma mai presa in debita considerazione dalla comunità accademica (è stata comunque sostenuta da giornalista in maniera più o meno assidua, come da Paolo Barnard), recentemente la MMT è tornata prepotentemente di moda, non senza trascinare su di se numerose critiche.

Per esempio, molti economisti argomentano che in realtà la MMT sia una sorta di ripetizione delle teorie economiche keynesiane, pur con un’analisi semplicistica che sottovaluta i rischi dell’implementazione di tali policy. In altri autorevoli articoli, invece, l’MMT viene criticata per essere basata su supposizioni riguardo al problema del conflitto tra fisco e moneta.

Rammentiamo infine, per coloro che volessero approfondire e si volessero appassionare a tale teoria, che il fulcro internazionale contemporaneo della MMT è oggi l’Università del Missouri – Kansas City, e dove ha sede il Centro per la piena occupazione e la stabilità dei prezzi di Warren Mosler, che qui propone la sua ME-MMT (Mosler Economics – MMT), ovvero l’economia mosleriana. Tra i più contemporanei sostenitori della teoria c’è anche James Kenneth Galbraith.

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