Nel corso del nostro precedente episodio di introduzione al mondo dei risparmi e della gestione del proprio capitale, abbiamo avuto modo di introdurre – pur rapidamente – tre domande che vi consigliamo di ripetere molto spesso nella vostra vita “finanziaria”. Si tratta infatti di quesiti che vi aiuteranno a strutture in maniera più concreta una buona strategia di risparmio e di impiego sui mercati, e che vi consentiranno altresì di strutturare con maggiore consapevolezza un personalissimo piano strategico.

Ebbene, prendendo come spunto l’introduzione recentemente elaborata, non possiamo che compiere un primo passo in avanti cercando di comprendere che cosa sia il fattore temporale per i vostri investimenti o, meglio, come orientarsi tra i vari obiettivi temporali quando si tratta di realizzare un buon piano di trading. Per far ciò, premettiamo che – didatticamente e anche in maniera più sostanziale – le durate di un investimento possono essere suddivise in “breve termine”, “medio termine” e “lungo termine”. Ma che cosa significa? Che cosa implicano tali vocaboli?

Gli investimenti di breve termine

Cominciamo con gli investimenti di breve termine, definibili come impieghi che hanno una durata non superiore ai 12 / 18 mesi. Ne consegue che il risparmiatore / investitore che sceglie di investire a breve termine, sceglie contemporaneamente di destinare in questo frangente temporale la c.d. “liquidità”, ovvero il denaro che è presente sui propri rapporti di conto corrente, che eccede i bisogni di cassa, ma che non si vuole utilizzare per investimenti di più ampio respiro poiché si ritiene che se ne possa avere necessità a breve.

Per intenderci meglio, ipotizzate di avere a disposizione risparmi per 10-15 mila euro, che non intendete utilizzare oggi, ma che sapete di dover utilizzare tra 6-8 mesi per l’acquisto di una nuova auto: ne conseguirà che il capitale suddetto non potrà essere impiegato in strumenti finanziari che hanno vincoli e/o orizzonti temporali di maggiore estensione, poiché il rischio sarà quello di non poterne avere disponibilità nel momento del bisogno, o di ritrovarsi tra le mani un capitale ridotto rispetto a quello originario, a causa di oscillazioni negative del mercato.

Ma quali sono gli strumenti finanziari che generalmente vengono utilizzati per poter soddisfare le proprie esigenze di liquidità? Quelli ideali sono sicuramente tutti quelli che prevedono uno smobilizzo “a vista” o comunque in tempi molto rapidi, e che – a fronte di rendimenti sicuramente più contenuti – propongono tuttavia una garanzia o una sicurezza di ottenere almeno il capitale investito. Tra di essi, individuiamo i pronti contro termine con scadenze di brevissimo raggio, i Bot, i Cct non eccedenti i 12/18 mesi, i Btp che hanno una vita residua di 12/18 mesi (e che dunque andrebbero acquistato sul mercato secondario, e non in asta), i titoli di Stato di Paesi esteri con rating di eccellenza. Naturalmente, niente vi vieta di accantonare i risparmi in conti deposito con vincoli a 12/18 mesi o in altri rapporti di conto che possano magari donarvi qualche rendimento ad hoc.

Gli investimenti di medio lungo termine

Chiarito che cosa si intende per investimento di breve termine, dovrebbe essere altresì più semplice orientarsi su quelli di medio lungo termine. E dovrebbe altresì essere più chiaro che gli investimenti a medio lungo termine richiedono dei ragionamenti e delle valutazioni più complesse rispetto a quelle per gli investimenti di breve termine.

Per poter individuare i giusti strumenti finanziari con cui investire a medio lungo termine sarà infatti necessario innanzitutto fissare il proprio obiettivo da raggiungere, nella considerazione che ciascun risparmiatore / investitore avrà le proprie finalità specifiche: si pensi a chi ha come unico obiettivo quello di mantenere il potere d’acquisto invariato nel tempo, proteggendolo dall’inflazione reale (e che pertanto potrà essere indirizzato verso strumenti finanziari più prudenti, a crescita graduale, con benchmark sull’inflazione), oppure a chi ha come obiettivo quello di ottenere una crescita più spinta del capitale. Si pensi altresì a chi ha un obiettivo di lunghissimo termine, finalizzato a garantirsi una rendita per una pensione integrativa.

Come se non fosse già sufficiente l’elemento di complessità determinato dalla ricchezza degli obiettivi di cui uno potrebbe disporre (spesso, presentati anche in maniera integrata e concomitante), si deve altresì tenere in considerazione il fatto che investire a lungo termine presuppone disporre di un bagaglio di nozioni che non potranno che essere più avanzate rispetto a quelle che possono alimentare l’investimento di breve termine: dall’analisi dei cicli economici al concetto di diversificazione, non mancheranno le opportunità di approfondimento dettagliato.

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