Nel nostro approfondimento sui titoli di Stato, che abbiamo cominciato qualche giorno fa, non possiamo non compiere un breve cenno sui CcT, titoli di Stato indicizzati, con cedola successiva alla prima remunerata in maniera variabile. Considerato ciò, ne deriva che l’investimento in CcT diviene particolarmente interessante quando i rendimenti di mercato aumentano, e cioè proprio nel momento in cui diventano rischiosi e meno convenienti i BTp.

Si tenga comunque conto, al fine di non condurre delle valutazioni errate su tale strumento, che ad essere indicizzata nei CcT è solamente la cedola e non tutto il valore del titolo: in altri termini, alla scadenza naturale del titolo il valore di rimborso è pari a 100. La cedola è invece conteggiata partendo dal rendimento dei BoT semestrali collocati nell’asta che si tiene nel mese precedente a quella in cui viene determinata la nuova cedola dei CcT e pagata la vecchia.

In altri casi, i Certificati di Credito del Tesoro hanno una cedola che è indicizzata al tasso Euribor semestrale: anche questa tipologia di titoli di Stato è emessa in asta e poi quotata in Borsa, con una durata di 7 anni. Il loro rendimento si adegua in maniera automatica e il prezzo nel tempo è piuttosto stabile, sebbene in teoria possa comunque mostrare una certa variabilità nei periodi in cui i rendimenti di mercato variano in modo rapida, e si presume che continueranno a farlo anche negli anni successivi.

Insomma, alla luce delle brevi informazioni che sopra abbiamo riportato, possiamo certamente rammentare in conclusione come i Certificati di Credito del Tesoro siano titoli di Stato a tasso variabile con scadenza a 3, 5 e 7 anni, e che a differenza di quanto avviene con i BoT e con i CTz, pagano una cedola semestrale calcolata di volta in volta aggiungendo 15 centesimi di punto percentuale al rendimento dell’emissione dei BoT che precede di un mese l’inizio di maturazione della cedola stessa.

Si tratta pertanto di titoli di Stato a lunga scadenza, il cui rendimento segue da vicino quello dei titoli di Stato a breve scadenza, proponendo però rispetto a essi un piccolo incremento di rendimento.

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