Il tema della gestione dei risparmi è particolarmente caro a tutti coloro che si accingono a costruire un progetto futuro: fermo restando che l’accumulazione del risparmio in quanto tale può comunque essere giustificata dalla possibilità di poter rinviare in un secondo momento la pianificazione, è anche vero che “risparmiare” per il solo gusto di farlo, senza tuttavia avere ben in mente quanto risparmiare, per quanto tempo e in che modo, non è certamente il passo in avanti più consapevole che potreste realizzare nella vostra vita finanziaria. Ma in che modo poter definire correttamente i vostri obiettivi di risparmio?

Noi proviamo a darvi una mano indicandovi 3 domande da porsi in maniera ricorrente, e dinanzi alle quali strutturare risposte attente e “ragionate”. Vediamole insieme.

Per quanto tempo dovete risparmiare?

La prima domanda vi permetterà di fissare un obiettivo temporale. Anche se potete risparmiare a “tempo indeterminato”, potrebbe comunque essere utile strutturare un arco temporale nel quale poter concentrare una parte più ingente dei vostri risparmi. Domandatevi pertanto per quanto tempo desiderate investire il vostro denaro prima di disinvestire e, di conseguenza, procedere a utilizzare il controvalore dei vostri impieghi faticosamente accumulati nel corso degli anni.

Naturalmente, ogni investitore avrà un orizzonte temporale diverso. Chi è molto giovane potrebbe per esempio scegliere di risparmiare per 40 anni per potersi garantire una pensione serena oppure 10 anni per poter avere il quantitativo di denaro necessario per potersi comprare una casa e/o accedere a un mutuo. Chi invece è già in seconda o terza età, non potrà che avere degli obiettivi di orizzonte temporale ben più ristretti. E voi per che cosa vorreste risparmiare?

Quale rendimento vi attendete?

Un secondo grande punto di riflessione consiste nel pensare quanto vi attendete o quanto desiderate guadagnare nel periodo di tempo stabilito. Guai a rispondere: vorrei guadagnare il più possibile! Il rendimento atteso deve invece essere ben calcolato e ponderato, ed essere raggiungibile e sostenibile. Tenete inoltre conto che il concetto di rendimento è sempre legato al concetto di rischio, tale per cui a rendimenti attesi crescenti dovrebbero corrispondere rischi proporzionalmente crescenti.

Inoltre, il rendimento è legato anche al primo quesito: avere a disposizione più tempo per poter costruire una redditività sperata dai vostri investimenti vi metterà in condizioni certamente diverse dal porre in essere degli investimenti di più corto raggio.

Quanto siete disposti a rischiare?

Ultimo punto di riflessione è legato al vostro obiettivo di rischio. Ovvero, quanto siete realmente disposti a rischiare per poter ottenere i rendimenti attesi? Per poter calcolare il livello di rischio (che, in realtà, è un conteggio davvero molto difficile da farsi in maniera attendibile, e sul quale vi consigliamo di soffermarvi con calma e raziocinio, nella considerazione che la sensibilità al rischio muterà nel corso degli anni), cominciate con il considerare come “rischioso” qualsiasi tipo di investimento.

Certo, un investimento in Bot sarà presumibilmente meno rischioso di un investimento ad elevato pericolo di default (le azioni di una società sull’orlo del fallimento), ma non sempre sarà così semplice cercare di distinguere le relazioni di rischio / rendimento a vostra disposizione. Un buon punto di partenza sarà tuttavia domandarsi: quanto mi deve remunerare un particolare investimento per convincermi ad abbandonare gli investimenti a rischio zero (ipotizzando, sebbene non sia proprio la verità, che essi siano i titoli di Stato)?

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