Cosa sono gli ETF? Come funzionano? Quali sono i costi e quali le tasse che si applicano? Se stai prendendo in considerazione la possibilità di investire in questo strumento finanziario, e vuoi capire se conviene o no, ti consiglio di esaminare attentamente le caratteristiche del prodotto prima di impegnare il tuo capitale. In questa guida sugli ETF troverai la risposta a molte tue domande.

ETF cosa sono

ETF è una abbreviazione che significa Exchange Traded Funds. Tecnicamente si tratta di una particolare forma di fondo comune d’investimento o Sicav, le cui quote sono negoziate in Borsa in tempo reale, proprio come un’azione, attraverso una banca o qualsiasi intermediario autorizzato. Questo strumento finanziario viene scambiato al prezzo di mercato in qualsiasi momento della giornata borsistica mentre per i fondi comuni la loro valorizzazione avviene solo a fine seduta.

Gli ETF hanno come unico obiettivo d’investimento quello di replicare passivamente la composizione ed il rendimento di un indice di mercato (azionario, settoriale, geografico, obbligazionario) chiamato benchmark: quando uno dei componenti del benchmark viene sostituito anche la corrispondente attività finanziaria all’interno del fondo viene sostituita.

Per rispondere alla domanda su cosa sono gli ETF ricorrendo a parole semplici puoi considerare gli Exchange Traded Funds come una sorta di via mezzo tra un’azione ed un fondo e consentono di sfruttare i punti di forza di entrambi gli strumenti. Acquistando un ETF, infatti, è possibile realizzare la diversificazione e la riduzione dei rischi tipica di un fondo d’investimento e la flessibilità e trasparenza informativa tipica della negoziazione in tempo reale delle azioni. Nonostante ciò, gli ETF restano dei prodotti ad alto profilo di rischio, in quanto legati all’andamento del mercato azionario.

Tra gli altri vantaggi degli ETF vanno citati i costi di gestione contenuti, proprio grazie alla gestione passiva del fondo. Rispetto ai fondi tradizionali, infatti, gli ETF non prevedono nessuna commissione di “entrata”, di “uscita” e di “performance”. Viene applicata solo una “Commissione di Gestione” annua molto contenuta, in media dello 0,40% del patrimonio investito.

Investire in ETF costi

Per investire in ETF, così come per le azioni, si pagano soltanto i costi d’intermediazione alla propria Banca/Sim al fine di operare sul mercato. Gli ETF, inoltre, possono pagare o reinvestire i dividendi, proprio come i fondi comuni. Si parlerà dunque di ETF a distribuzione e di ETF ad accumulazione. Gli ETF sono degli OICR (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio) a patrimonio separato rispetto a quello delle società che ne curano le attività di costituzione, gestione, amministrazione e marketing e pertanto non sono esposti al rischio d’insolvenza neppure in caso di fallimento delle società sopra menzionate.

Gli ETF, chiamati in origine trackers, sono nati nel gennaio del 1993 negli Stati Uniti d’America, con il lancio sull’AMEX (American Stock Exchange) del primo Spider (SPDRs, acronimo di Standard & Poor’s Depositary Receipts), strumento finanziario che riproduce esattamente l’andamento dell’indice S&P 500. Successivamente vennero lanciati i Diamonds ed i Cubes (QQQ), che a loro volta replicano rispettivamente il Dow Jones Industrial ed il Nasdaq 100.

Sul finire degli anni ’90 lo sviluppo degli ETF divenne inarrestabile e furono introdotti fondi su tutti i maggiori indici azionari statunitensi, in particolare sugli indici settoriali dello S&P 500 (Sector Selector SPDRs). In Europa, invece, i primi ETF apparvero nell’aprile del 2000 a Francoforte (segmento XTF) e Londra (segmento extraMARK). In seguito furono introdotti anche a Zurigo, Stoccolma e sul circuito Euronext (segmento NextTrack).

ETF Borsa Italiana 

© Shutterstock

La storia degli ETF su Borsa Italiana è ovviamente più recente. Il 30 settembre 2002, invece, gli ETF debuttano a Piazza Affari sul segmento MTF, Mercato Telematico dei Fondi, dell’MTA (Mercato Telematico Azionario). Nel corso del 2007 hanno fatto il loro debutto anche gli ETF Strutturati e gli ETC (Exchange Traded Commodities). I primi sono fondi o Sicav negoziabili in tempo reale, che non si limitano a replicare il mercato a cui si riferiscono ma permettono agli investitori di accedere a particolari strategie d’investimento, come la possibilità prendere posizione su un mercato con effetto leva (leveraged ETF) oppure di proteggersi da eccessivi ribassi del mercato di riferimento (ETF protective put) nonché di scommettere con o senza leva sui ribassi (ETF short).

Gli Exchange Traded Commodities, invece, sono strumenti finanziari emessi a fronte dell’investimento diretto dell’emittente in materie prime (commodities) o in contratti derivati su materie prime. Tutti questi strumenti vengono trattati sull’ETFplus, il mercato regolamentato telematico di Borsa Italiana interamente dedicato alla negoziazione in tempo reale degli strumenti che replicano l’andamento di indici e di singole materie prime.

Attualmente sull’ETFplus vengono trattati oltre 260 strumenti finanziari e la loro negoziazione avviene in modo continuo dalle 9.05 alle 17.25 (non sono previste aste di apertura e di chiusura), con un lotto minimo negoziabile pari ad una quota. Il 21 gennaio 2008 il mercato ETFplus ha stato stabilito il nuovo record di scambi in una sola seduta con un controvalore di 374,4 milioni di Euro e 15793 contratti. Al fine di garantire la massima liquidità sul mercato è richiesto che per ogni ETF sia presente almeno uno specialist, il quale è tenuto ad esporre in via continuativa ordini in denaro e lettera, secondo specifici obblighi di quantità minima e di spread massimo definiti da Borsa Italiana.

ETF tassazione

Quale è la tassazione degli ETF? Ai fini delle valutazioni fiscali, gli ETF vanno trattati come fondi e non come azioni. Il regime fiscale varia a seconda della tipologia d’investitore (persona fisica o investitore istituzionale) e della natura degli ETF, che possono essere così distinti: ETF di diritto estero armonizzati (conformi alle direttive comunitarie), ETF di diritto italiano, ETF di diritto estero non armonizzati (non conformi alle direttive comunitarie). Tutti gli ETF attualmente quotati su Borsa Italiana sono “armonizzati” ed autorizzati dalla Banca d’Italia e dalla Consob.

In generale, nel caso di un investitore privato che abbia optato per il “regime del risparmio amministrato” è prevista una ritenuta del 12,5% sui redditi derivanti dall’ETF armonizzato italiano ed estero (solo paesi White List).

Questo significa che se un ETF è formato per il 25 per cento da titoli di Stato e per il 75 per cento da azioni o corporate bond, i redditi generati verranno tassati in modo misto. Il 25 per cento sarà tassato al 12,5 per cento e i restanti tre quarti (75 per cento) al 26 per cento. 

Il pagamento delle tasse sugli ETF armonizzati viene effettuato in automatico dal proprio intermediario. 

Gli ETF armonizzati, quindi, sono stati esclusi dalle riforma del 2014 che ha portato la tassazione sulle rendite finanziarie dal 20 al 26 per cento sia per quello che riguarda redditi di capitale e sia ai redditi diversi. 

Investire in ETF con il CFD Trading

Grazie allo sviluppo del trading online è possibile investire in ETF comodamente da casa usando uno dei migliori broker Forex e CFD. Grazie ai Contratti per Differenza non comprerai o venderai ETF in modo diretto ma farai una scommessa su uno strumento di tipo derivato che riflette l’andamento dell’ETF sottostante.

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