Con il termine commodities, plurale di commodity, si indicano le Materie Prime (MP), ossia i beni necessari alla sopravvivenza dell’uomo ed al suo benessere. Tra le più importanti possiamo citare: Energia (petrolio, benzina, gas naturale); Cereali (grano, mais, avena, soia e suoi derivati, frumento); Metalli (oro, argento, platino, palladio, rame, zinco, alluminio, nichel); Carni (maiali, pancetta di maiale, bovini, bovini da latte); Prodotti coloniali e tropicali (caffè, cacao, zucchero, succo d’arancia, tabacco); Fibre (cotone); Legname da costruzione.

Il luogo in cui queste MP vengono scambiate fisicamente viene chiamato mercato spot o cash, mentre per coloro che intendono fare operazioni speculative c’è il mercato dei futures. Quest’ultimo risulta essere il più grande mercato al mondo, anche più di quello azionario.
I principali mercati dei futures si trovano a Londra (LIFFE, ICE, LME) e negli USA. Tra le borse futures più importanti degli Stati Uniti ci sono: CBOT (Chicago Board of Trade); CME (Chicago Mercantile Exchange); NYMEX (New York Mercantile Exchange); NYBOT (New York Board of Trade); CSCE (Coffee, Sugar, Cocoa Exchange); COMEX (Commodity Exchange); MACE (MidAmerica Commodity Exchange). In ognuna di queste borse vengono trattati futures su MP diverse.

Gli speculatori “scommettono” su che prezzo avranno le merci nei prossimi mesi: se un trader ipotizza un incremento del valore di una MP, dovrà acquistare un contratto future mentre se crede in un ribasso delle quotazioni, dovrà vendere il contratto future. Quando si compra un future su una MP ci si impegna ad acquistare, ad una certa data, una certa commodity mentre se si vende un future ci si impegna a vendere, ad una certa data, una certa commodity. Solamente il 2% delle transazioni si traduce in un effettivo acquisto/vendita di materia prima, in quanto la maggior parte delle volte la posizione si chiude prendendo sul mercato una posizione opposta a quella iniziale.

Per operare in una borsa future negli USA bisogna necessariamente utilizzare una FMC (Futures Commission Merchant). Le FMC sono società d’intermediazione che effettuano le transazioni in nome di clienti privati o istituzionali. Questi broker servono anche per garantire le operazioni di scambio, in altre parole ci permettono di trascurare la controparte della nostra operazione in quanto sono anche in grado di assolvere gli impegni. Le FMC non devono necessariamente essere membri della Borsa: in questo caso per piazzare gli ordini devono a loro volta utilizzare un FMC-membro.

Quando parliamo di prezzo di una MP, ci riferiamo all’unica cosa sulla quale vi è trattativa tra acquirente e venditore, poiché le quantità di un contratto futures sono indivisibili e rappresentano la minima quantità scambiabile mentre la qualità della merce è stabilita già a priori in modo ben preciso. Per esempio l’argento deve essere puro al 99,99% e deve essere scambiato in forma di lingotto. Per quanto riguarda invece l’arco temporale di un future, dobbiamo dire che questo tipo di contratto ha una vita limitata nel tempo, ha cioè una scadenza. Il primo giorno delle tre settimane antecedenti la scadenza del contratto viene chiamato First Notice Day (FND).

Generalmente le commodity vengono indicate con una sigla (code) e con il mese e l’anno di consegna/scadenza. Ad esempio, per il Crude Oil (petrolio) la sigla è CL, per il Coffee (caffè) è KC, per il Gold (oro) è GC, e per i Live Cattle (bovini) è LC.
Che cosa dobbiamo monitorare per interpretare il comportamento delle MP? Tra i vari indici in circolazione grande importanza riveste il CRB (Commodity Research Bureau), che rappresenta un paniere composto di 23 MP, tra le più scambiate sui mercati. Questo indice è composto per il 18% dagli Energy (petrolio, gasolio e gas naturale), per il 18% dai Grains (mais, semi di soia e frumento), per il 12% dagli Industrial (rame e cotone), per il 12% dai Livestock (bovini vivi e maiali), per il 17% dai metalli preziosi (oro, platino e argento) e per il 23% dai Softs – coloniali (cacao, caffè, succo d’arancia e zucchero).

Non potevamo concludere l’argomento commodity senza citare la Commodity Futures Trading Commission (CFTC), ossia l’organismo di controllo dei mercati futures americani, al quale settimanalmente i broker americani devono comunicare le posizioni dei propri clienti. In tal modo la CFTC riesce ad ordinare il totale dei futures acquistati secondo tre differenti categorie, individuate in base alla natura dell’operatore. Ci sono i commercials ovvero gli istituzionali, i non commercials ossia gli speculatori professionali (fondi ed Hedge Fund) ed i non reportable position, o day traders (chiamati anche small trader). La CFTC fornisce al mercato notizie sulle variazioni delle posizioni di questi soggetti attraverso il COT (Commitments of Traders), ossia un report settimanale utile per interpretare l’andamento futuro della borsa americana. Il comportamento dei commercials, infatti, incide fortemente sulle quotazioni dei futures a stelle e strisce.

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