La biotecnologia è l’applicazione tecnologica che si serve dei sistemi biologici, degli organismi viventi o di derivati di questi per produrre o modificare prodotti o processi per un fine specifico.

Questo termine nasce nei primi anni ‘70 dalla congiunzione dei sostantivi biologia e tecnologia: biologia intesa come studio degli esseri viventi e delle leggi che li governano e tecnologia intesa come studio dei processi e delle apparecchiature necessarie alla produzione di beni e servizi in una particolare area o industria.

Le biotecnologie mirano dunque alla produzione di beni e servizi mediante l’impiego di nuovi organismi e loro prodotti (microrganismi, cellule vegetali e animali e loro enzimi) con tecniche di biologia e di ingegneria genetica. Le applicazioni biotecnologiche sono numerosissime e possono essere classificate in:

  • Red biotechnology (biotecnologia rossa), applicata ai processi per la cura della salute.
  • White biotechnology o grey biotechnology (biotecnologia bianca o grigia), applicata ai processi di interesse industriale ed ambientale.
  • Green biotechnology (biotecnologia verde), applicata ai processi agroalimentari.
  • Bioinformatica, settore interdisciplinare che utilizza un approccio informatico per risolvere problematiche di tipo biologico.
  • Blue biotechnology (biotecnologia blu), usata per descrivere applicazioni marine ed acquatiche delle biotecnologie.

Tra gli esempi più antichi di ciò che oggi consideriamo tecniche biotecnologiche vi è l’utilizzo di microrganismi per la produzione di birra, vino ed altre bevande alcoliche ma la nascita vera e propria dell’industria biotech, basata sulla manipolazione del patrimonio genetico di un organismo allo scopo di ottenere un particolare prodotto, risale ai primi anni ’80.

Il contributo delle biotecnologie è da considerarsi significativo soprattutto nel settore della cura della salute, sia in termini di prodotti terapeutici e diagnostici che di ricerca e sviluppo. In particolare ci riferiamo a vaccini, medicinali contro disfunzioni metaboliche a base genetica, trattamenti contro diverse forme di epatite, antitumorali più efficaci e meno dannosi per l’organismo, stimolatori e regolatori delle difese immunitarie.

Una curiosità: l’insulina umana prodotta mediante ingegneria genetica è stata il primo farmaco biotecnologico ad essere immesso sul mercato. Al momento la maggior crescita economica nel settore farmaceutico si osserva proprio per i farmaci biotech, che sono presenti sul mercato nell’ordine di quasi 200 prodotti mentre 300 sono nell’ultima fase di sperimentazione clinica. Tornando indietro in ordine temporale possiamo dire che l’approvazione del primo preparato biotecnologico è avvenuta nel 1982: si trattava dell’Humulin, ossia insulina umana prodotta dalla Genentech per il trattamento del diabete.

Successivamente sono stati introdotti sul mercato l’Humatrope per curare la deficienza del fattore di crescita, l’Epogen per il trattamento dell’anemia collegata a malattie renali ed il Betaseron per la sclerosi multipla. Nel 2004 è stata la volta dell’Avastin della Genentech, primo farmaco anti-angiogenesi per il trattamento del cancro al colon. Attualmente circa il 30% dei nuovi farmaci approvati sono di tipo biotech e si prevede la conquista di un’altra grossa fetta di mercato ad opera dei farmaci biotech equivalenti, in quanto quelli cosiddetti di prima generazione hanno i brevetti in scadenza.

Analizzando nel dettaglio lo sviluppo dei farmaci biotech, possiamo affermare che ci vogliono in media 10-12 anni prima che nuovi preparati siano immessi sul mercato poiché necessitano di una lunga serie di esami e dell’approvazione negli USA della FDA (Food and Drug Administration) ed nell’UE dell’EMEA (European Medicines Agency). La maggior parte dei farmaci biotech presenti in commercio curano il cancro, le infezioni, problemi al sistema nervoso centrale e cardiovascolari. In ordine di vendite primeggiavano nel 2007 l’Enbrel ($5,29 miliardi), l’Aranesp ($4,41 miliardi), il Remicade ($4,22 miliardi) ed il Rituxan ($3,71 miliardi). Per quanto riguarda invece le società biotech possiamo affermare che al momento ne esistono poco più di 4.000 in tutto il mondo, di cui oltre 700 pubbliche.

Il fatturato mondiale nel 2007 ha raggiunto $75,12 miliardi (Fonte: IMSHealth), con previsioni di incrementi annui di circa il 10-15% e con una quota di mercato del 40% al 2010. Tra le maggiori società biotech al mondo in ordine di fatturato vanno segnalate Amgen, Genentech, Genzyme, Gilead, Biogen, MedImmune, Sepracor e Celgene (vedi Tabella 1). Al momento la maggiore impresa al mondo del settore per capitalizzazione di borsa è Genentech seguita da Amgen. Gli indici più conosciuti di titoli biotech sono il NASDAQ Biotechnology Index e l’AMEX Biotechnology Index.

Quotazioni titoli biotech

La biotecnologia moderna è destinata a rivoluzionare ampi settori del mondo e proprio questa sua potenzialità ci porta a riflettere sui probabili rischi e sull’esigenza di porre vincoli e confini. Quest’area di discussione si chiama appunto bioetica e si occupa della necessità o meno di formulare delle norme atte a regolamentare i problemi posti dalle innovazioni scientifiche, in particolare la liceità degli esperimenti. Al centro di numerosi dibattiti ci sono anche gli OGM (organismi geneticamente modificati), ossia quelle varietà animali e vegetali modificate con l’ingegneria genetica al fine di migliorarne le qualità nutrizionali, la resistenza alle malattie, la produttività e la tolleranza ai fattori nocivi.

Tabella: Maggiori società biotech al mondo per fatturato nel 2007

Società Fatturato (in mld di dollari)
Amgen 14.268
Genentech 9.284
Genzyme 3.187
Gilead 3.026
Biogen 2.683
MedImmune 1.277
Sepracor 1.197
Celgene 899

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