Il governo italiano sta valutando la possibilità di introdurre una tassazione al 26% degli utili derivanti da investimenti nel mercato delle criptovalute. Si tratta di una mossa simile a quella che anche il governo del Portogallo ha annunciato qualche settimana fa, ma in questo caso si parla addirittura di una tassazione al 28%.
L’annuncio del governo portoghese riguardo la tassazione degli utili realizzati nel mercato delle criptovalute, con una pesante tassa al 28%, è arrivato nel mese di ottobre, mentre l’Italia sta ancora valutando il da farsi.
Si parla di una proposta per l’introduzione di un’imposta del 26% sulle plusvalenze superiori a 2.000 euro, pari a 2.062 dollari, realizzate attraverso il trading con le criptovalute, ma non vi sono ancora certezze, solo ipotesi al momento.
Sempre più compagnie operanti nel mercato delle criptovalute raggiungono l’Europa
Ricordiamo che fino ad ora le criptovalute in Italia, dal punto di vista fiscale, venivano gestite come se fossero semplicemente una valuta estera. Ma ora che molte aziende che operano nel mercato crypto globale hanno mostrato interesse ad espandersi in Europa i vari governi stanno valutando i possibili approcci.
Tra le aziende che stanno crescendo e raggiungendo l’Europa ricordiamo ad esempio Bitpanda, che ha recentemente ottenuto una licenza operativa per offrire i propri servizi in Germania, che si va ad aggiungere alla lunga lista dei Paesi in cui è presente, tra i quali figura tra gli altri anche l’Italia.
Intanto anche il noto exchange crypto Binance si è registrato come fornitore di asset digitali in Francia, Spagna e Italia.
Abbiamo poi Gemini, che il mese scorso ha aggiunto altri cinque Paesi a quelli in cui è già presente in Europa. Alla lista si aggiungno, stando a quanto annunciato ieri stesso dalla compagnia, anche Grecia e Italia.
Il Portogallo verso una tassazione al 28% degli utili derivanti dai mercati crypto
E in considerazione del continuo espandersi del mercato delle criptovalute, con l’arrivo di nuove grandi aziende operanti nel settore in Europa, non solo l’Italia ma anche il Portogallo sta valutando il tipo di approccio da adottare.
Lisbona ha già annunciato infatti una tassa intorno al 28% sui profitti realizzati attraverso la vendita di risorse digitali detenute per meno di un anno, sebbene le criptovalute, detenute per un lungo periodo di tempo, possano essere comunque esenti da qualsivoglia tassazione.
Il governo italiano invece non esclude la possibilità di consentire agli investitori nel mercato delle criptovalute di dichiarare le proprie partecipazioni a partire dal 1° gennaio 2022 e di ottenere in questo modo una tassazione inferiore intorno al 14%.
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